GUIDA  Spoleto/Ville e Palazzi/Villa Redenta

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Spoleto/Ville e Palazzi/Villa Redenta

Villa Redenta - Panoramica
Villa Redenta - Panoramica

  • Ubicata nell’area nord orientale della città è una villa suburbana, dotata di parco (attualmente pubblico), la cui struttura principale è il blocco rettangolare che si affaccia direttamente su Via Flaminia, prolungato ai lati dal muro di cinta in linea con le annesse: fattoria e la Cafè House (realizzata in stile tardo rococò, riccamente decorata all'interno con stucchi dorati a foglia con dipinti ed affreschi dell’artista Francesco Appiani) sulla destra; la Cappella, la serra ed il giardino d'inverno sulla sinistra. Dalla pianta massiccia, sormontata da due torri di diversa foggia presenta al piano terreno, verso il giardino, l'ingresso che si apre su tre archi. La facciata ha un portone sormontato da balconcino con ringhiera in ferro battuto.

L’ esterno

  • La villa, che ha preso ogni volta il nome dai proprietari che l’anno vissuta, nel corso del tempo ha subito delle trasformazioni. Nel particolare si annoverano:
- l'alto prelato Francesco Maria Panciani Martorelli, per 40 anni Vescovo della città ed il Monsignore Fabrizio Loccatelli (sul finire del 1700) che ne rielaborano gli schemi architettonici per dare ad essa nuova forma e funzione;
- nell’anno 1823, la Famiglia Marignoli, e poi Annibale Sermatti della Genga (eletto Papa il 27 settembre 1923);
- nell’anno 1885 la Famiglia Marignoli la ricomprò dandole il nome di "Villa Redenta" (ovvero "ricomprata") e sottopose l’edificio a modifiche per dotarlo di più moderni impianti di riscaldamento. Inoltre trasformò parte delle scuderie in garage e magazzini, mentre sul retro un ampio spazio fu attrezzato a campo da tennis. Inoltre venne eliminato lo spazio destinato all'orto e completato il prospetto sud della villa realizzando un'ampia e luminosa sala da pranzo collegata alla serra, alla Cappella ed al giardino d'inverno;
- nell’anno 1957 il complesso immobiliare e il terreno circostante furono venduti dalla Marchesa Flaminia Marignoli alla Provincia Umbra di San Francesco dei Frati Minori Conventuali, con sede a Perugia e divenne una Casa di Religione con il Seminario per i Chierici Professi, denominata Collegio Missionario di Sant'Antonio. Nei sedici anni di permanenza la comunità religiosa adeguò vari locali alle proprie esigenze. Nell’anno 1973 la Provincia dei Frati Minori permutò la villa con un edificio dell'amministrazione della Provincia di Perugia , che ne divenne unica proprietaria e gestore;
- nell’anno 1995 iniziarono importanti lavori di restauro conservativo, consolidamento e riqualificazione funzionale, che furono completati nell’anno 2003.
Oggi, nei locali dell'ex Scuderia ed ex Frateria della Villa, è stato realizzato l’ Ostello Redenta che, costituito da sole camere con bagno interno, permette agli ospiti di godere di un soggiorno tra verde e cultura, a pochi minuti dal centro storico.

Gli interni

  • L'interno della villa è abbellito da affreschi cinquecenteschi di soggetto religioso, ma la maggior parte delle decorazioni sono databili tra XVIII e XIX secolo, a cominciare dall'atrio, dove si possono ammirare due soldati napoleonici a grandezza naturale realizzati con la tecnica del "Trompe-l'oeil". Nel soffitto dell'attiguo salone è dipinta un'allegoria che si riferisce a Papa Leone XII, e le armi papali sono innalzate su di una parete. Segue la grande sala dal pavimento a mosaico appartenuto alla villa di epoca romana che in origine sorgeva sull'area. Alcune sale sono coperte da ricchi soffitti lignei. Interessanti anche i paesaggi della sala cinese alle cui pareti sono evocate esotiche atmosfere d'ispirazione orientale, eseguite a tempera e colla; e ancora la sala Canoviana decorata con scene di soggetto mitologico a tempera, alternate a bassorilievi in gesso.

Il parco ed il giardino

  • La progettazione del parco risente della ricerca di un "naturalismo" ottenuto attraverso la presenza di essenze, di elementi naturali/artificiali come laghetti, vialetti sinuosi, rocce artificiali ecc. e con l'inserimento di costruzioni neoclassiche all'interno della vegetazione. Vi si trovano una grande vasca con obelisco marmoreo centrale e con intorno un vasto giardino all'italiana incorniciato da siepi di alloro e di bosso; più in basso un piccolissimo stagno sotto il quale è nascosta la ghiacciaia (realizzata in un pozzo scavato nel terreno, munito di scale per l'accesso, all'interno del quale, in inverno, veniva pressata molta neve che si manteneva ghiacciata anche nel periodo estivo); lateralmente la peschiera, riparata da un fitto boschetto di bambù e ornata da un disegno perimetrale barocco. Appartata e poco visibile si trova la meridiana, costituita da uno gnomone posto su di una colonna classica, che proietta l'ombra su una pavimentazione romana in cotto dove sono incisi i segni dello zodiaco. All'angolo sud del muro perimetrale si trova una piccola esedra decorata a mosaico con frammenti antichi e piccoli ciottoli di fiume. In fondo si trova il teatro delimitato da un "frons scenae" fintamente diroccato che ingloba autentici frammenti di epoca romana. Il parco è ricco di alberi latifoglie ed aghifoglie dispone di piante secolari autoctone ed esotiche, tra le quali il cedro del Libano (di oltre 200 anni d'età, alto circa 20 metri, il cui tronco supera i 5 metri di circonferenza), la magnolia grandiflora (ultra secolare ed adiacente alla Café House), il leccio antistante la serra (vecchio di due secoli, alto 25 metri, con circa 4 metri di circonferenza del tronco ). La fitta vegetazione comprendente esemplari di acero, di carpino nero, olmo, pino domestico, noce nero, corniolo, albero di Giuda ed alcune specie esotiche, ha ospitato alcune specie di animali quali il riccio, la faina, la donnola, il merlo, il fringuello, la cinciallegra, la civetta, ecc.
Curiosità:
- In questo edificio vi soggiornano prima Papa Pio VI (nell’anno 1782) e successivamente Papa Pio VII (nell’anno 1800 e nell’anno 1805, al suo rientro da Parigi).
- Ai lati della Cafè House vi sono due fontanelle di pietra calcarea, realizzate dall’artista Giuseppe Fabri nell’anno 1771, simmetriche e sovrastate da lapidi di marmo su cui il Cardinale Loccatelli ha fatto incidere per il visitatore un garbato monito (in latino da una parte e in italiano dall'altra):
«In questo mio giardin presso le mura
di cui altro non ho che lo pareggi
per sollevarmi d'ogni urbana cura
voglio, che onesta gente vi passeggi
goda de bel, che sparse arte e natura
ma se talun fia ingrato ecco le leggi.
Si aggiri ovunque vuol senza periglio
o all'ombra posi de' fronzuti cocchi
o lasso chiuda a dolce sonno il ciglio
tutto lice veder nulla si tocchi
che ai danni e furti qui non si perdona
permessa è sol la libertà degli occhi
chi vuol frutta o di fior vaga corona
chieda al custode e ne darà a misura
che ne fu liberal flora e pomona,
alcun le fonti di fresca acqua e pura
turbar col labbro o con la man non osi
ma tazza adopri a dissetar l'arsura
miri il pesce guizzar ne stagni ondosi
e lieto ascolti degli augelli il canto
ma niun disturbi i lor scherzi amorosi
De sculti massi il non inteso incanto
mentre fermi a guardar vi deliziate
date al genio la lode all'arte il vanto
che se imperiti o ingiusti onor negate
all'arte, che dispose i rozzi sassi
almen tacendo il vostro error celate
e alla città volgete i vostri passi.»
- Nell’anno 1938 vi fu celebrato il matrimonio di Degna O'Brian e Guglielmo Marconi.
- Nel biennio 2008/2009 ebbe sede la fondazione Scuola di Alta Cucina Villa Redenta, diretta da Gianfranco Vissani che occupò i locali del corpo principale, la Café-house, la dépendance e la limonaia.
- La fattoria è adibita ad ostello e le ex scuderie sono state trasformate in sale convegni polifunzionali. Qui hanno sede anche gli uffici amministrativi ed organizzativi del Teatro lirico sperimentale Adriano Belli.
- La residenza è spesso utilizzata dal Festival dei Due Mondi per spettacoli di prosa, concerti e mostre.