GUIDA  Tiglieto/Abbazia di Santa Maria alla Croce o Badia di Tiglieto

Da Wiki.
Abbazia di Santa Maria alla Croce

Il 18 ottobre 1120, in luogo anticamente detto di Civitacula, fu fondata la prima abbazia cistercense fuori dai confini francesi : i monaci che vi giunsero provenivano dalla abbazia borgognona di Ferté.

Il campanile

La prima denominazione dell’abbazia fu Santa Maria e il nome di Tiglieto derivò, molto probabilmente, dalla presenza di tigli abbondanti nel luogo.

I più potenti nobili della zona si dimostrano particolarmente generosi nei confronti dei monaci : nel giro di pochi anni si susseguono donazioni di terre incolte, spesso paludose, ma anche di terre arabili, di vigne, di mulini e boschi di castagni.

Chiostro dell'abbazia: ingresso alla sala capitolare

Dopo circa sessant’anni dalla fondazione, l’abbazia si ritrova con estese proprietà che dal Basso Piemonte giungono sino al Mar Ligure. I monaci con il loro lavoro e capacità bonificano le zone paludose e dalla lavorazione agricola traggono prodotti di vario genere tra cui frumento, segale,orzo,biade, lino, legumi vari. Dai boschi di castagno raccolgono i frutti, producono farina di castagne, tagliano e raccolgono la legna. Altrettanta importanza riveste l’allevamento del bestiame. Inoltre offrono lavoro stagionale retribuito alla popolazione locale.

Generale è la stima e l’ammirazione di cui godono i monaci e spesso li troviamo impegnati a collaborare con le istituzioni religiose e civili. Più volte i Papi affidano a loro missioni di grande importanza e delicatezza. I monaci si mostrano sempre all’altezza dei compiti affidati : equilibrati, neutrali ed attenti ai problemi locali.

Nella seconda metà del Duecento si notano, però, i primi segnali di difficoltà, il numero dei religiosi diminuisce e i religiosi non potendo più gestire direttamente le loro proprietà sono costrette a venderle causando in tal modo una notevole diminuzione delle entrate.

Il loro prestigio diminuisce ed aumentano i soprusi da parte dei potenti vicini, La situazione diviene tragica a partire dalla metà del XIV secolo ed ormai la decadenza economica, morale e spirituale è totale.

Nell’ottobre del 1442 il papa Eugenio IV decide di convertire l’abbazia in commenda ed affidarla al cardinale Giorgio Fieschi che ne diventa abate commendatario. Da questo momento le vicende legate a Tiglieto si fanno confuse , forse l’abbazia viene abbandonata.

Stemma della famiglia Raggi

Da un documento del 1635 il papa Innocenzo X consegna l’abbazia al cardinale Lorenzo Raggi reputato il più adatto a sollevare le sorti della Badia. Probabilmente le floride condizioni economiche di quest’ultimo costituiscono una garanzia per il papa. Il cardinale si impegna, al momento della nomina, a portare migliorie immediate al complesso di Santa Maria di Tiglieto .

Il cardinale Raggi nel 1648 ottiene l’enfiteusi perpetua dei beni abbaziali, attraverso la permuta di sue proprietà in Roma. I Raggi acquisiscono così di fatto il possesso dell’abbazia e delle sue pertinenze, possesso che la famiglia si è tramandata fino ad oggi.

Dopo secoli di intense trasformazioni l’ultimo discendente del casato, la marchesa Camilla Salvago Raggi, ha deciso di riaffidare il complesso ai monaci cistercensi della congregazione di San Bernardo in Italia, tramite la stipula di un comodato novantennale.

I religiosi sono dunque tornati ad occupare il monastero e svolgervi vita regolare in pianta stabile dal novembre del 2005.

Ora il complesso religioso, sottoposto ad un accurato restauro conservativo, è aperto al pubblico e visitabile.