GUIDA  Torino/Casa Scaccabarozzi

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Ville e Palazzi/Casa Scaccabarozzi

Casa Scaccabarozzi - Panoramica
Casa Scaccabarozzi - Panoramica

  • Ubicato nel Quartiere Vanchiglia è uno dei palazzi storici più bizzarri dell'architettura torinese.Intitolata alla moglie del progettista( Ingegnere Alessandro Antonelli ,che la realizzò nell’anno 1840 per scommessa) , Francesca Scaccabarozzi nobildonna originaria di Cremona ,è anche denominata Fetta di Polenta (nome curioso derivante dalla forma del palazzo e dal suo tradizionale color giallo ocra).Nota in passato come Casa luna e "la spada" ,ha una pianta trapezoidale ed è alta 27 metri,lunga 27 metri ed appena 0,70 metri sul terzo lato.L'edificio (interamente in pietra e mattoni,dotato di ampie finestre e numerosi balconi)venne costruito in più fasi:nell’anno 1840 vennero realizzati i primi quattro piani e,in un secondo tempo,ne vennero aggiunti altri due;nell’anno 1881 venne aggiunto l'attuale ultimo piano.I prospetti principali sono caratterizzati da uno stile eclettico,con decorazioni neoclassiche e lesene con rilievi geometrici ripetuti a tutt'altezza.La vistosa cornice in corrispondenza del quarto piano svela la propria precedente funzione di cornicione sottotetto nella prima fase di elevazione dell'edificio.Tra gli anni 1979 e 1982 l'edificio fu oggetto di un primo importante restauro e di una particolare decorazione dei suoi interni ad opera dell'Architetto e scenografo Renzo Mongiardino , che operò su tutti i nove piani dell'edificio trasformandolo in un'unica unità abitativa.E’annoverata tra gli edifici tutelati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici del Piemonte ed oggi è un'abitazione privata con la presenza,al suo interno,d'installazioni d'arte contemporanea (visitabili privatamente) di Franco Noero .


Curiosità :
- Il pian terreno dell’edificio ospitò in passato il Caffè del Progresso , storico ritrovo torinese di carbonari e rivoluzionari nel periodo preparatorio all' Unità d'Italia .
- All’ingresso dello stabile è presente una lapide commemorativa dedicata a Niccolò Tommaseo (redattore del suo "Dizionario della lingua italiana") ,in occasione del centenario della morte a ricordo del presunto soggiorno nell'edificio nell’anno 1859.