GUIDA Torino/Palazzo Madama
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Ville e Palazzi/Palazzo Madama
- Palazzo Madama sorge sull’antica porta romana chiamata Porta Fibellona che venne inglobata nel castello, durante la sua costruzione (le due torri più antiche, invece, inglobano i resti della Porta Pretoria) e racconta la storia bimillenaria della città e la vita delle due "madame reali".La prima fortificazione della porta romana risale alla caduta dell’Impero Romano, quando la costruzione si rese necessaria per proteggere la città dalla incursioni gote.La vera e propria trasformazione delle antiche architetture latine in un castello, tuttavia, si deve a Guglielmo VII nel Monferrato che nel 1280 ordinò i lavori. Qui, con buona probabilità, fu siglato il trattato tra Guglielmo VII e Tommaso III di Savoia che stabiliva la cessione di Torino ai Savoia.Altri, importanti, lavori furono eseguiti da Ludovico Acaja, nel Quattrocento, giacchè il castello era passato al ramo cadetto dei Savoia, i Savoia-Acaja. Ludovico raddoppiò la pianta della fortezza aleramica e innalzò un altro piano.Con l'estinzione del ramo d'Acaja, il castello diventò una residenza secondaria dei Savoia che erano di stanza presso la capitale della contea e del ducato, a Chambéry. Il Castello degli Acaja era usato soprattutto per alloggiare gli ospiti di Casa Savoia.Fu la reggente Bianca del Monferrato, moglie di Carlo I di Savoia, a trasformarla nuovamente in residenza principale, scegliendola come propria dimora.Quando Carlo VIII giunse a Torino, Bianca lasciò il palazzo al re di Francia, ritirandosi nel palazzo vescovile. Nel 1497, fu realizzata una galleria di collegamento, oggi scomparsa, con il futuro Palazzo Reale.Dopo lo spostamento della capitale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia abitò brevemente il palazzo, prima di trasferire la corte a Palazzo Reale, ritrasformando il castello in residenza per gli ospiti.Nel 1637, la reggente del duca, l’infante Carlo Emanuele II di Savoia, Maria Cristina di Borbone di Francia, elesse nuovamente il Castello Acaja come propria residenza e diede il via ad un intenso programma di lavori firmati da Ascanio Vitozzi e Carlo di Castellamonte, a cui si deve l’impostazione della nuova facciata.Nel 1664, il castello fu sede ufficiale di Carlo Emanuele II e, alla sua morte nel ’75, della vedova Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, reggente di Vittorio Amedeo II di Savoia. E’ alle “madame reali” Maria Cristina e Maria Giovanna Battista, infatti, che si deve il nuovo nome del castello che, da castello degli Acaja, divenne Palazzo Madama. Anche a Maria Giovanna Battista si devono nuovi lavori, come l’erezione dell’avancorpo firmata da Filippo Juvarra, o i restauri, incluso la rimozione del ponte levatoio, effettuati da Carlo ed Amedeo di Castellamonte.Per gli interni, venne chiamato a collaborare il pittore Guglielmo Caccia. Filippo Juvarra, in particolare, avrebbe voluto costruire un’altra residenza ma i lavori si interruppero nel 1721, quando il solo avancorpo fu terminato.Dopo Maria Giovanna Battista, il palazzo non fu più sede ufficiale dei Savoia. Ospitò, tuttavia, il governo provvisorio francese napoleonico capeggiato dal generale Barthelemy-Catherine Joubert.Tra il 1882 e il ’65, il Palazzo fu prima sede della Regia Pinacoteca istituita da Carlo Alberto, fu poi sede del Senato subalpino. L’aula senatoriale fu realizzata da Ernesto Melano. Alla fine dell’Ottocento, altri lavori furono realizzati da Carlo Promis e Alessandro Antonelli.Negli anni 20 del Novecento, infine, iniziò il restauro integrativo volto a recuperare le originarie strutture medivali.Dal 1934 è sede del Museo Civico d'Arte Antica che custodisce un'interessantissima raccolta di materiale archeologico locale ed importanti collezioni di pittori Italiani.