GUIDA  Valtournenche/Miti e Leggende

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Valtournenche/Miti e Leggende

  • In ogni comunità, nell’ambito delle tradizioni, si tramandano di generazione in generazione le leggende locali. Di seguito se ne riportano alcune:

Valtournenche - Monte Cervino
Valtournenche - Monte Cervino

1. La nascita del Monte Cervino :
a. Tra le leggende più famose vi è quella legata al nome dell’ Ebreo Errante Ahasvero che, al tempo della nascita di Gesù , faceva il calzolaio a Gerusalemme . Nel particolare, il giorno in cui Gesù salì al Monte Calvario , spossato, si fermò davanti alla sua bottega, ma questi lo cacciò dalla sua soglia, intimandogli di camminare. Allora il Signore , con voce triste gli profetizzò che avrebbe camminato fino alla consumazione dei secoli, senza sosta né riposo,poiché aveva respinto il Figlio dell’Uomo . Così Ahsvero percorse tutte le strade del mondo fino a giungere in Valtournenche , allora fertile altopiano sul quale, tra verdi praterie ed ubertosi vigneti, sorgeva un centro florido e felice, con attivi scambi commerciali che legavano, attraverso il Colle che oggi si chiama Teodulo , gli abitanti della valle a quelli di Zermatt , nel versante opposto, in Svizzera . Gli abitanti del villaggio, vedendolo triste e stanco, gli offrirono del cibo ed un giaciglio, ma egli li avvertì: Io sono l’Ebreo Errante, il Maledetto da Dio : guai a chi avrà pietà di me ! . Ma essi, noncuranti delle sue parole,vollero dargli ugualmente del cibo e gli prepararono un letto: quando riprese il cammino, lo invitarono di nuovo nella Valle. Quando vi ritornò, moltissimi secoli dopo, tutto era cambiato: al posto dei prati e della fertile campagna,delle case e delle strade, solo una coltre di neve e ghiaccio su cui si levava una piramide irta di rocce che sfidava le furie dei venti: il Monte Cervino . Ahsvero allora, gravato dal peso della maledizione che portava su di sé, si accasciò ai piedi di un masso e dai suoi occhi perennemente asciutti sgorgarono due rivi di lacrime gelide e brune che, raccogliendosi in una conca ai piedi della vetta, formarono il lago che fu chiamato Nero e che tuttora esiste a pochi metri dal Rifugio Oriondé ( Rifugio Duca degli Abruzzi ):

Valtournenche - Rifugio Duca degli Abruzzi
Valtournenche - Rifugio Duca degli Abruzzi

b. Un’altra leggenda narra del famoso personaggio di Rabelais, il Gigante Gargantua . Secondo tale tradizione, il gigante, stabilitosi in Valle d'Aosta , divenne Re ed organizzò una grande festa in onore dei suoi sudditi, con cibo e vino a volontà. Dopo la festa, curioso di conoscere cosa ci fosse aldilà della catena impenetrabile di montagne che chiudevano la Valtournenche , aiutato dall’ebbrezza del vino salì fino al crinale e si mise a cavalcioni. Sotto il suo peso, però, la montagna cedette franando rovinosamente e, tra le gambe divaricate del gigante, rimase ritta solo più la piramide monolitica del Monte Cervino .
2. L’ostessa di Breuil-Cervinia : questa donna gestiva una taverna dove pellegrini e commercianti effettuavano l’ultima sosta prima di salire al Colle Teodulo e dove regolarmente erano imbrogliati in quanto serviti del vino annacquato. Per punizione, alla sua morte, la donna disonesta fu costretta a salire ogni notte per l’eternità sul ghiacciaio a dividere l’acqua dal vino: il suo lavoro di "cerne vin" avrebbe originato il nome della montagna.

Valtournenche - Lago Blu
Valtournenche - Lago Blu

3. Il Lago Blu : ubicato in una conca verdissima a circa 1.981 metri di altezza e circondato da montagne maestose, tra pendici coperte d’erica rosata e di rododendri vermigli, tra macchie d’abeti, è un piccolo lago alpestre così chiamato per il colore delle sue acque, intensamente cerulee, di una tinta che ricorda quella della turchese e che deriva da un minerale presente sul fondo. Su di esso esiste la seguente leggenda: in un tempo lontano, al suo posto, sorgeva una piccola casa dimora di una famiglia di pastori. Essi però non erano buoni, né caritatevoli. In una fredda sera piovosa bussò alla loro porta e si presentò un misterioso pellegrino: aveva il volto pallido e stanco, le vesti lacere ed a brandelli, e si appoggiava affranto ad un grosso bastone nodoso. La donna, che era andata ad aprirgli, lo squadrò da capo a piedi con diffidenza palese e gli chiese con voce dura: Cosa Vuoi? Il viandante, mormorò: Per amor di Dio, dammi un po’ di polenta e un po’ di siero di latte… Quello che il poveretto chiedeva era ben poca cosa ma la donna, avara e spietata rispose in malo modo voltandogli le spalle: Vattene, non ho nulla per te . Il più piccino dei suoi bimbi aveva assistito alla scena ed aveva provato una stretta al cuore, di dolore e di pietà. Entrò in casa, andò a prendere la scodella di latte destinata alla sua colazione e fece per porgerla al pellegrino. Ma i familiari si opposero ed in atto di scherno diedero al viandante una ciotola piena d’acqua sporca. Il poveretto si allontanò sconsolato, mormorando oscure parole mentre i due pastori rimproveravano a dovere il loro unico figlio, il quale per punizione fu mandato a raccogliere della legna nel bosco di notte. Tra lo sguardo dei tanti animali del bosco e con le gambe che gli tremavano per la paura, il giovane riuscì a raccogliere, dopo diverse ore di lavoro, un bel po’ di legna da ardere. Soddisfatto del lavoro si apprestava a tornare a casa, ma non appena uscì dal bosco sgranò gli occhi: la casa non c’era più e un lago aveva invaso il territorio ove sorgeva. Terrorizzato e dispiaciuto per la morte dei suoi cari cercò di capire cosa era successo e dopo averci ragionato a lungo capì: il tremendo castigo era stato conferito in base alla gravità della colpa, per punire i genitori della loro vita priva di amore nei confronti di tutte le persone, forse anche nei suoi. Il fanciullo decise di restare lì, proprio in quel posto, dove costruì una nuova casa. Un bel giorno conobbe una bella ragazza, con la quale si sposò ed ebbe dei bambini. Con il passare degli anni la zona si popolò e tutti vennero a conoscenza di quanto accaduto ai genitori del ragazzo tanti anni prima, così si mostrarono sempre cordiali e ospitali con chiunque, pronti ad accogliere chi bussava alla loro porta e prestare aiuto in casi di difficoltà.
Oggi, guardando attentamente nel bel mezzo del lago si possono scorgere dei legni di grandi dimensioni, che sembrano somigliare a quelli tipici della struttura di una casa, di una baita di montagna che sia stata distrutta e inghiottita da questo specchio d’acqua.