GUIDA Zuccarello
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Foto Zuccarello: 2012, 2009, 2008 |
Zuccarello è situato in Liguria in Provincia di Savona.
Confina con i comuni di: Cisano sul Neva, Erli, Arnasco, Castelvecchio di Rocca Barbena, Balestrino e Castelbianco.
Indice |
Da Vedere
- Borgo Medievale del XIII° secolo
- Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo
- Ponte Romanico
Dove Mangiare
- Ristorante Il Torchio, Via Armando Tornatore, 184 Telefono 0182/79000
- Usteria du Burgu, Via Armando Tornatore, 195 Telefono 0182/79100
Teatri
- Teatro Quinzio Delfino
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Pro Loco Zuccarello borgo, Via Tornatore, 10. Fondato nel 1248
Personalità Illustri
- Ilaria del Carretto, nacque a Zuccarello nel 1379
Lapidi Commemorative
- Lapide in Memoria degli Eroi, posta in Via Tornatore
Memorie Storiche
Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1854) Goffredo Casalis così descrive il comune:
Zuccarello (Succarellum), com. nel mand., prov. e dioc. d'Albenga, div. di Genova. Dipende dalla corte d'appello di Genova, intend., trib. prov., ipot., insin. e posta d'Albenga. È posto sulla manca sponda del torrente Neva a piè di una dirupata montagna, a maestrale d'Albenga, da cui è distante cinque miglia circa. Delle sue strade comunali una verso tramontana conduce a Garessio, passando nelle vicinanze di Castelvecchio ed Erli; un'altra, carrozzabile, scorge ad Albenga. Oltre il predetto torrente Neva ve ne scorre un altro detto Penavaria: entrambi si passano mediante ponti costrutti in pietra.
Sui varii monti che sorgono in questo comune esistono pessime vie; quei monti si chiamano Alpi, Pesato, Monte d'Arena, Gran Rocca, Vallebiesca, Coltella e i Due Fratelli.
I prodotti del territorio sono il grano, le civaje, le castagne, le uve in poca quantità, le olive ed il fieno. Vi esistono un molino a grano e cinque frantoi per le olive.
Nell'estensione del territorio si trovano:
- Marmo bardiglio bigio-scuro, traente al nero, attraversato per ogni verso da vene calcaree, albicce, sommamente duro, suscettivo di pulimento, sparso di piccolissime e rare squame di mica. Il tratto dell'Apennino che da Zuccarello si estende verso Erli sembra tutto composto di questa roccia, e il letto del torrente Neva è incassato in essa per lunghissimo tratto di terreno.
- Breccia composta d'un impasto selcioso, bigio-gridellino granellare e di noccioli di quarzo candido, jalino, variante in grossezza come da quella di un cece ad una mandorla. Forma qualche banco fra lo scisto talcoso nella pendice a ponente della valle bagnata dal torrente Neva suddetto, tra Zuccarello ed Erli, e trovasi in massi rotolati nel letto dello stesso torrente.
- Marmo bianco-cinereo, di tessitura compatta, traente alla scagliosa: la sua frattura si avvicina alcun poco alla scistosa. Trovasi in istratificazione confusa, pressochè verticale e diretta da levante a ponente nella stessa pendice sopracitata, poco sopra Zuccarello, ove stendesi da ostro a tramontana per metri 70 circa, avendo per limiti da un lato (a tramontana) uno scisto bigio-ceruleo, selcioso e calcareo, e dall'altro una calcaria bigia, granellare, durissima, serpeggiata da venule e filetti spatici. Questo marmo trovandosi per ogni verso attraversato da screpoli e da fessure può difficilmente somministrare saldezza o lastre di certa grandezza, e può adoperarsi soltanto nella formazione dei pavimenti detti alla veneziana, riducendolo in frammenti angolari.
Vi sono due chiese parrocchiali, una in Zuccarello sotto il titolo di s. Bartolommeo, e l'altra nella frazione di Conscente, che è sotto il patrocinio di s. Alessandro; vi esiste inoltre un pubblico oratorio nel capoluogo del comune, dedicato alla Natività di M. V., ed un altro ve n'ha nella predetta frazione titolato col nome di s. Giovanni Battista.
Eravi un ospedale per ricoverare i malati poveri; ma esso fu distrutto dai francesi, ed ora gl'infermi indigenti si soccorrono a domicilio. Vi si vedono ancora i ruderi del suo forte castello.
Nel dì 24 d'agosto si fa in questo villaggio una fiera, detta di s. Bartolommeo, la quale è frequentata dagli abitanti dei paesi circonvicini. Vi si teneva un mercato nel lunedì e nel venerdì d'ogni settimana; ma per le vicende delle ultime guerre andò in disuso. Nel tempo del cessato governo francese eravi una stazione di gendarmi.
Gli abitanti sono robusti, perspicaci e di buon cuore: attendono pressochè tutti ai lavori della campagna ed al traffico. Popolazione 925.
Cenni storici. Alcuni pretendono che il nome di questo villaggio sia un diminutivo di Cuccaro, famosa terra dei discendenti del marchese Aleramo, la quale, dopo la pubblicazione di una memoria del ch. conte Napione, pure si glorifica di aver dato i natali al Colombo, scuopritore del nuovo mondo. Zuccarello fu già feudo di un ramo dei marchesi di Savona, e del Caretto, i quali vi edificarono un forte castello su di un luogo eminente. Della discendenza dei marchesi di Zuccarello furono quelli di Balestrino, che vendettero nel 1444 i loro diritti al duca di Savoja Ludovico, e quindi alla repubblica di Genova, dal che nacquero gravi dissapori, e fuvvi sotto Carlo Emanuele I nel 1625 una fierissima guerra, di cui le conseguenze furono poco utili al Duca.
Zuccarello, per la sua militar positura, fu scopo a varie guerresche fazioni. Nel 1671 era scoppiata una vivissima guerra tra Savoja e Genova per lievi cagioni, cioè per contese di piccolissimi confini, e rapimenti di qualche bestia. Condottieri delle truppe subalpine erano il prode Catalano Alfieri, ed il Livorno; ma essendo nati alcuni dispareri fra questi due generali, il Duca li conservò sibbene in ufficio, ma commise il governo supremo delle armi a D. Gabriele. L'arrivo di D. Gabriele, che aveva condotto seco fresche soldatesche pregiudicò agli effetti di guerra, perocchè Alfieri e Livorno sentirono qualche dispetto per essere loro sopravvenuto un capo, e però riconciliatisi tra di loro incominciarono a discordare con D. Gabriele, il quale opinò, contro l'avviso di quei due generali, che l'esercito si dividesse in due corpi, di cui uno andasse a rinfrescare di gente e di munizione Oneglia, e l'altro si conducesse ad occupar Zuccarello per la via delle montagne, per doversi poi ricongiungere verso la marina al Testico, villaggio situato sul dominio genovese nelle colline più alte tra Alassio ed Albenga; ma la parte delle truppe a cui era ordinato di andare a Zuccarello, invece di condurvisi per la più breve e diritta via, perciocchè dalla Pieve a Zuccarello avvi poca distanza, ebbe da D. Gabriele l'ordine di recarsi prima a Garessio, e poi rientrando nel territorio genovese, d'irsene a Zuccarello. Certo è che per tale risoluzione del generalissimo cominciarono a declinare le cose dei piemontesi.
Alli 22 di luglio del 1672 D. Gabriele giunse in Oneglia, donde lasciativi alcuni rinforzi, se ne partì il 25 per le sue fazioni, e specialmente per condursi al Testico, ed ivi unirsi col conte Catalano, che vi si doveva recare da Zuccarello. L'Alfieri s'incamminò da Garessio alla volta di Zuccarello, scaramucciando per istrada con isparse zuffette di poco rilievo coi paesani, che usando il vantaggio dei luoghi continuamente ad ogni banda il bezzicavano. Assaltò Castelvecchio e se ne impadronì; quindi passò ed alloggiossi in Zuccarello coi soldati molto stanchi dalla fatica, dal caldo e da qualche smarrimento di strada, per cui furono obbligati a misurare più lungo cammino.
A malgrado di questi movimenti strategici e di alcuni successi ottenuti sul cominciare di questa lotta, i subalpini ebbero presto la peggio; i genovesi riportarono a Castelvecchio una compiuta vittoria. Vi sono in Piemonte grandi moti per ristorare la fortuna della guerra. Si continua a far sangue; e finalmente il re di Francia s'intromette a concordia, ma con maggior favore verso il Duca, che verso Genova. Si fa la pace; e le cose, dopo tanti strazi, tornano come prima.
Nelle guerre che infierirono verso il fine dello scorso secolo, un poderoso corpo di repubblicani di Francia si appostò nell'agro di Zuccarello, ivi stabilì il suo quartier generale, e viemmeglio ne affortificò il castello. Assalito quel corpo dagli austriaci, s'ingaggiò una zuffa terribile, e caddero sul campo da una parte e dall'altra molti morti e feriti.
Secondo il Cisano, il luogo di Conscente, ora frazione di Zuccarello, veniva infeudato dalla S. Sede con tutti i diritti principeschi alla casa Costa.