GUIDA  Cassinasco

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'''Cassinasco''' è situato nel [[Piemonte]] nella [[Provincia di Asti]]. Il 13 gennaio si festeggia il Patrono, Sant’Ilario. Tra gli edifici religiosi: Chiesa parrocchiale di Sant'Ilario; Santuario dei Caffi.
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'''Cassinasco''' è situato in [[Piemonte]] in [[Provincia di Asti]]. Il 13 gennaio si festeggia il Patrono, Sant’Ilario. Tra gli edifici religiosi: Chiesa parrocchiale di Sant'Ilario; Santuario dei Caffi.
  
 
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==Dove Mangiare==
 
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*Ristorante La Casa Nel Bosco, Regione Galvagno, 23
 
*Ristorante La Casa Nel Bosco, Regione Galvagno, 23
 
*Ristorante Dei Caffi, Regione Caffi, 248
 
*Ristorante Dei Caffi, Regione Caffi, 248
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==Memorie Storiche==
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Nel [[Libri/Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale]] ('''1837''') Goffredo Casalis così descrive il comune:
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CASSINASCO (''Cassinascum, Casinascum''), com. nel mand. di [[Bubbio]], prov. e dioc. d'Acqui, div. di [[Alessandria]]. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. insin. ipot. d'[[Acqui Terme|Acqui]], posta di [[Canelli]].
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Sta nel vertice di una collina poco ferace, sulla destra sponda del torrente Bojona, in distanza di circa sei miglia, a ponente, dal capo luogo di provincia. Vi corrono parecchie vie comunali: una, da levante, conduce a [[Rocchetta Palafea|Rochetta Palafea]]; un'altra, da ponente, mette a [[Loazzolo]]; una terza, da mezzodì, scorge a Bubbio, e Monastero; una quarta, da mezzanotte, guida a Canelli, e [[Calamandrana]], dai quali luoghi Cassinasco è lontano due miglia circa.
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Vicino al casale detto dei ''Cauzini'', e sulla sinistra del rio ''Arbrusan'', ovvero ''d'in-la-feja'', avvì un'acqua solforosa, che scaturisce nel volume di un pollice: i suoi caratteri fisici sono simili a quelli delle altre acque solforose fredde. Non sono molti anni era ignota quest'acqua.
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Il maggior prodotto vi è quello delle pecore, che si vendono per la più parte in Canelli. Vi allignano assai bene i castagni. Il territorio abbonda di lepri, e di pernici.
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La parrocchiale, d'ordine toscano, molto bene provvista di sacri arredi, è sotto l'invocazione di s. Ilario. Il cimiterio è posto alla sommità del colle, dietro la chiesa d'una confraternita sotto il titolo dell'Annunziata, in distanza di quaranta trabucchi circa dall'abitato.
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Nella scuola comunale s'insegna fino alla sesta classe. Si usano i pesi, e le misure del Monferrato, e più di spesso quelle del [[Piemonte]].
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Dell'antico forte castello più non rimane che una torre in pietra quasi diroccata. Sorgeva esso in lontananza di cento trabucchi dal paese su quella parte del colle, che chiamasi regione di s. Ilario.
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'''Cenni storici'''. Questo villaggio col suo castello fu già de' marchesi di Monferrato, a cui lo confermarono gli imperatori, e particolarmente Carlo IV nel 1355.
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Fu loro tolto dagli alessandrini, lo pigliarono a questi gli astigiani alleati dei genovesi, i quali nel 1227 per l'articolo 31 del trattato di [[Milano]] erano stati costretti a restituirlo ad Alessandria collegata con [[Alba]] e [[Tortona]].
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I vescovi d'Acqui intanto ottenutene dagli imperatori le decime, infeudate le avevano ai signori di Bubbio, dei quali un Ligerio nel 1305 ne faceva la fedeltà al vescovo Oddone.
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Ritornato il luogo sotto i Monferratesi principi, ne vennero investiti i Guttuari, ghibellini astesì, dei quali parlerassi altrove. Si vede poi che i principi anzidetti nel 1474 lo cedettero agli Sforza signori di Milano.
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Del castello furono un tempo eziandio consortili i signori di Canelli.
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Nel 1615 l'esercito del duca di Savoja passando costà per accostarsi a Bestagno, i terrazzani suonarono campana a martello, ed usciti a stormo uccisero alcuni della vanguardia di quell'esercito. I francesi alleati che vi si trovavano colle truppe del duca, saccheggiarono il villaggio, e lo posero in fiamme.
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Cassinasco fu contado de' Galvagni del luogo di Bubbio, e signoria dei Falletti di Barolo.
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Popolazione 800.
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Cassinasco è situato in Piemonte in Provincia di Asti. Il 13 gennaio si festeggia il Patrono, Sant’Ilario. Tra gli edifici religiosi: Chiesa parrocchiale di Sant'Ilario; Santuario dei Caffi.

Confina con i comuni di: Loazzolo, Monastero Bormida, Sessame, Rocchetta Palafea, Bubbio e Canelli.

Dove Mangiare

  • Ristorante La Casa Nel Bosco, Regione Galvagno, 23
  • Ristorante Dei Caffi, Regione Caffi, 248

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1837) Goffredo Casalis così descrive il comune:

CASSINASCO (Cassinascum, Casinascum), com. nel mand. di Bubbio, prov. e dioc. d'Acqui, div. di Alessandria. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. insin. ipot. d'Acqui, posta di Canelli.

Sta nel vertice di una collina poco ferace, sulla destra sponda del torrente Bojona, in distanza di circa sei miglia, a ponente, dal capo luogo di provincia. Vi corrono parecchie vie comunali: una, da levante, conduce a Rochetta Palafea; un'altra, da ponente, mette a Loazzolo; una terza, da mezzodì, scorge a Bubbio, e Monastero; una quarta, da mezzanotte, guida a Canelli, e Calamandrana, dai quali luoghi Cassinasco è lontano due miglia circa.

Vicino al casale detto dei Cauzini, e sulla sinistra del rio Arbrusan, ovvero d'in-la-feja, avvì un'acqua solforosa, che scaturisce nel volume di un pollice: i suoi caratteri fisici sono simili a quelli delle altre acque solforose fredde. Non sono molti anni era ignota quest'acqua.

Il maggior prodotto vi è quello delle pecore, che si vendono per la più parte in Canelli. Vi allignano assai bene i castagni. Il territorio abbonda di lepri, e di pernici.

La parrocchiale, d'ordine toscano, molto bene provvista di sacri arredi, è sotto l'invocazione di s. Ilario. Il cimiterio è posto alla sommità del colle, dietro la chiesa d'una confraternita sotto il titolo dell'Annunziata, in distanza di quaranta trabucchi circa dall'abitato.

Nella scuola comunale s'insegna fino alla sesta classe. Si usano i pesi, e le misure del Monferrato, e più di spesso quelle del Piemonte.

Dell'antico forte castello più non rimane che una torre in pietra quasi diroccata. Sorgeva esso in lontananza di cento trabucchi dal paese su quella parte del colle, che chiamasi regione di s. Ilario.

Cenni storici. Questo villaggio col suo castello fu già de' marchesi di Monferrato, a cui lo confermarono gli imperatori, e particolarmente Carlo IV nel 1355.

Fu loro tolto dagli alessandrini, lo pigliarono a questi gli astigiani alleati dei genovesi, i quali nel 1227 per l'articolo 31 del trattato di Milano erano stati costretti a restituirlo ad Alessandria collegata con Alba e Tortona.

I vescovi d'Acqui intanto ottenutene dagli imperatori le decime, infeudate le avevano ai signori di Bubbio, dei quali un Ligerio nel 1305 ne faceva la fedeltà al vescovo Oddone.

Ritornato il luogo sotto i Monferratesi principi, ne vennero investiti i Guttuari, ghibellini astesì, dei quali parlerassi altrove. Si vede poi che i principi anzidetti nel 1474 lo cedettero agli Sforza signori di Milano.

Del castello furono un tempo eziandio consortili i signori di Canelli.

Nel 1615 l'esercito del duca di Savoja passando costà per accostarsi a Bestagno, i terrazzani suonarono campana a martello, ed usciti a stormo uccisero alcuni della vanguardia di quell'esercito. I francesi alleati che vi si trovavano colle truppe del duca, saccheggiarono il villaggio, e lo posero in fiamme.

Cassinasco fu contado de' Galvagni del luogo di Bubbio, e signoria dei Falletti di Barolo.

Popolazione 800.