GUIDA Castagneto Carducci
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Foto Castagneto Carducci: 2012, 2009, 2008 |
Castagneto Carducci è situato in Toscana, in Provincia di Livorno. Il 10 agosto si festeggia il Patrono, San Lorenzo.
Confina con i comuni di: Suvereto, San Vincenzo, Bibbona, Sassetta e Monteverdi Marittimo.
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Storia
Origini e Medioevo
I conti della Gherardesca e Giosuè Carducci. Nobiltà e poesia. Questo è il binomio al quale è strettamente legata la storia di questo bel borgo. I primi sono stati un'importante ed influente famiglia patrizia toscana, mentre Giosuè Carducci è, indubbiamente, una delle maggiori personalità della storia della letteratura italiana.
Importanti tracce storiche di Castagneto Carducci risalgono all'VIII secolo, quando Walfredo, avo dei Gherardesca e figlio di Ratcauso, nel farsi monaco, fondando la Badia di San Pietro in Palazzuolo, dona le terre del borgo alla Badia stessa, che andavano, così, a formare il patrimonio d'origine della stessa. Walfredo era di stirpe longobarda, i quali già esercitavano diritti patrimoniali su queste langhe. Lo stratagemma delle donazioni serviva a questa nobiltà alloctona per tutelarsi dalle pretese patrimoniali dei nuovi signori d'Italia, i Franchi. In tal modo i longobardi mettevano al riparo i propri possedimenti e si trasformavano in italiani saldando i loro interessi a quelli della Chiesa.
Questa stirpe longobarda acquisisce il nome attuale attraverso le gesta dell'eroe eponimo Gherardo che, intorno alla fine del IX secolo, si impossessa di varie terre nella Maremma dove esercitava il ruolo di vicario della Repubblica marinara di Pisa.
Nel 1161, Federico il Barbarossa accorda ufficialmente la proprietà di Castagnetum ai Gherardesca. Alla fine del Millecento, Arrigo VI dona i castelli del borgo, oltre a quelli Bibbona, Biserno, Campiglia e Vignale alla città di Pisa in segno di riconoscimento per l'aiuto accordato dalla Repubblica Marinara all'Imperatore nel conquistare i nuovi territori dell'Italia meridionale: i Gherardesca godono dello status di capitani di giustizia ed, in pratica, hanno un potere assoluto in tutto il territorio, quasi come legibus soluti. Ciò non di meno, non mancano le lotte intestine all'interno dei vari rami della famiglia. Il castello di Castagneto viene più volte attaccato, fra il 1300 e il 1334, dai Gherardesca di Biserno, ad esempio.
Fra il XIV e XV secolo, la città subisce nuove devastazioni a causa delle incursioni di Alfonso d'Aragona, in lotta contro Firenze, e per la discese di Carlo VIII di Francia che, nel tentativo di impossessarsi del trono di Napoli, sbaragliava le signorie che incontrava nel cammino.
L'altro borgo, quello di Bolgheri, oggi frazione del Comune, subisce una violentissima incursione ad opera di Massimiliano I D'Asburgo che opera una cruenta e sanguinosa rappresaglia.
Nel 1421, dopo la vittoria di Firenze su Pisa, Castagneto è autorizzata a darsi gli Statuti comunali, ma dopo un primo tentativo di delimitare il potere della nobile famiglia sui borghi, i Della Gherardesca riprendono a gestire il loro potere feudale.
Le lotte per gli usi civici
All'inizio del Cinquecento i borghi sono animati da intense rivolte fra i Gherardesca e la popolazione che avevano come oggetto la severa limitazione degli usi civici che imponeva lo sfruttamento mercantile, ad esempio, del legname.
I Gherardesca, formalmente vicari fiorentini, si atteggiavano a feudatari de facto laddove, giuridicamente, la Magistratura comunale aveva più volte sottolineato il carattere istituzionale di libero comune.
Nella seconda metà del Cinquecento la comunità di Castagneto riesce a farsi riconoscere da un tribunale fiorentino i diritti di pascolo e legnatico che i conti avevano "privatizzato"; ma è una vittoria di Pirro. L'influenza della famiglia è fortissima e i Gherardesca riescono addirittura a far sparire il toponimo di Castagneto che è inglobata, insieme alle frazioni di Bolgheri e Donoratico, nella Comunità della Gherardesca, quasi a riprova del carattere precipualmenmte patrimoniale del comune.
Le tensioni fra i Gherardesca e la popolazione sono il leitmotif della storia di Castagneto. Dallo scontro per le enclosures, fino alle lotte dei braccianti agricoli nella Toscana dei Lorena; scontri che prendono, di volta in volta, la forma di vere e proprie ribellioni, come nel 1848, o di cause legali contro i diritti comitali.
Dall'Ottocento in poi
Più liberale è, invece, Guido della Gherardesca che gestisce i rapporti con la popolazione di Bolgheri in modo più sereno. E' Guido, difatti, che si fa promotore della costruzione di una fonte d'acqua pubblica, alla fine dell'Ottocento, in un periodo durante il quale le opere di urbanizzazione sono lasciate, ancora, esclusivamente all'iniziativa privata e, proprio a Castagneto, c'era stata un'altra dura contrapposizione fra il comune e i Della Gherardesca circa l'utilizzo di una fonte.
Nell'Ottocento il Comune, per volontà dei cittadini e concessione del Granduca di Toscana, prende il nome di Castagneto Marittimo.
Nel 1907 il nome muta nella versione attuale; in onore di Giosuè Carducci, ma anche a ricordo del padre del poeta, acerrimo antagonista delle pretese feudali dei Gherardesca.
Giosuè era nato a Valdicastello in Lucchesia, ma al seguito del padre, medico condotto, si trasferì prima a Bolgheri e poi a Castagneto, dove trascorse gli anni della sua fanciullezza. Pur spostatosi, in seguito, da questi borghi, Carducci soleva ritornavici quasi ogni anno.
Il padre, Michele, come si diceva, era stato uno strenuo oppositore dei Gherardesca e della loro politica di opposizione ai diritti dei coloni e dei braccianti agricoli di Bolgheri e Castagneto, a capo delle rivolte del 1848 in Maremma.
Da Vedere
- Chiesa di San Lorenzo
- Conserva un interessante ciclo di affreschi del Bolsi che, in larga parte, ritrae i Gherardesca. La chiesa, fondata nel XIII secolo, fu ristrutturata nel 1926 per volere di Walfredo della Gherardesca. Gli affreschi novecenteschi sono, invece, opera di Alberto Zardo.
- Oratorio di San Guido
- Piccola cappella ottagonale eretta per commemorare l'antenato eremita e santo della famiglia della Gherardesca, vissuto nel XII secolo; la cappella fu costruita per volere del conte Guido, nel 1703, e resa celebre dalla poesia Davanti San Guido di Giosuè Carducci.
- Chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo
- Chiesa del SS. Crocifisso
- Chiesa della Madonna del Carmine
- Castello della Gherardesca
- Castello di Segalari
- Castiglioncello di Bolgheri
Dove Mangiare
- Ristorante Babajaga, Via Matteotti, 50
- Ristorante Belvedere, Piazza Del Del Popolo, 23
- Ristorante Da Reno, Via Del Del Corallo, 6/8 (Marina Di Castagneto)
- Ristorante Da Ugo, Via Pari, 3
- Ristorante I Ginepri, Viale Italia, 13 (Marina Di Castagneto)
- Ristorante Il Vecchio Frantoio, Via Gramsci, 8
Dove Dormire
- Hotel All'Etrusconia, Via della Gherardesca, 2 - Marina di Castagneto [1]
- Hotel I Ginepri, Viale Italia, 13 - Marina di Castagneto Carducci [2]
Biblioteche
- Biblioteca Comunale, Piazza Europa, 3 (Donoratico)
Complessi Bandistici
- Filarmonica Comunale
Informazioni Utili
Lapidi Commemorative
Bibliografia
- Castagneto Carducci. Guida ai beni storici e artistici, Gemma Landolfi e Maddalena Paola Winspeare (1992)
- Castagneto Carducci. Un paese della Maremma toscana, Piero Ugolini (1982)
Memorie Storiche
Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così scrive:
CASTAGNETO. Capoluogo con Deleg. e Pret. e civ. e crim. di 3a Cl. La cospicua e celebre famiglia dei Gherardesca, che nei fasti della Pisana Repubblica tiene un posto così luminoso, e che nelle sue grandi sventure offerse immortale subietto alla divina musa di Dante, perduto il dominio di Pisa restò nondimeno padrona di vasto territorio e di forti castella. Molte erano queste, ma per varii avvenimenti restarono in diversi tempi smembrate. Una porzione dell'antica Contea forma il territorio della Comunità di cui è capoluogo Castagneto, in passato Gherardesca. Nel recinto dell'antica rocca, costruita nel 1347 ed ora demolita, trovasi il palazzo dei Conti, cui è annessa la Parrocchia. Molte sono le abitazioni formanti l'attual Castello, ingrandito con un grosso borgo. (V. Atl. Tosc.).
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Per le strade del comune