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Foto Colledimacine:
2012, 2009, 2008

Colledimacine è situato in Abruzzo in Provincia di Chieti. L'undici agosto si festeggia il Patrono, San Mariano.

Confina con i comuni di: Lama dei Peligni, Taranta Peligna, Montenerodomo, Lettopalena e Torricella Peligna.

Informazioni Utili

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Memorie Storiche

In Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli (1802) così viene descritto il comune:

COLLEDIMACINE terra in Abruzzo citra, in diocesi di Chieti. E' situata sopra di un colle di aria sanissima, godendo di un ameno orizzonte, specialmente verso il mare adriatico, che l'è distante miglia 20 in circa. Da Chieti è lontana miglia 27, e da Solmona, Lanciano, Ortona, Vasto-Aimone, Castel di Sangro, circa 20. Verso mezzogiorno, è ponente, alla distanza di quattro miglia, è circondata, dalle montagne la Porrara, e dalla Majella, ricoverte per tutto giugno di neve, onde rende alquanto rigido il clima nelle stagioni d'inverno, e di primavera.

Il territorio confina da levante col tenimento di Fallascoso, e di Montenegro d'uomo, da mezzogiorno colla stessa terra, e col feudo detto de' Pizzi, da ponente con quello di Taranta, e di Letto-Palena; e da settentrione coll'altro di Lania, e di Torricella. Tutta la sua circonferenza è di miglia 10. Dalla parte di maestro è bagnato dal fiume Aventino, di cui dissi qualche cosa nell'articolo di Civitella Messer- Raimondo.

Nel detto feudo di Pizzi vi si veggono gli avanzi di un antico paese chiamato Liscia-Palazzo. Questo feudo è contiguo all'altro della Custelletta, che si appartiene al duca de' Casoli, e vi sono molti cerri, e faggi. Ne' luoghi aperti vi menano gli armenti di esso duca. Vi si trova molta caccia di beccacce, starne, pernici, ed altri uccelli; e similmente caprj, lupi, volpi, lepti, ed anche orsi. Ne'luoghi poi petrosi, non vi mancano vipere, ed aspidi.

Le produzioni sono quelle di prima necessità, e quel poco, che sopravanza vendono nelle vicine terre. Vi è una fontana molto comoda a quei cittadini per la coltivazione degli ortaggi. Vi hanno introdotto benanche le patate. Nel detto fiume vi pescano trote, ed anguille.

Nel 1532 la sua popolazione fu tassata per fuochi 92, nel 1545 per 92, nel 1561 per 102, nel 1595 per 131, nel 1648 per 120, e nel 1669 per 39. In oggi ascendono i suoi naturali a circa 840 addetti all'agricoltura, ed alla pastorizia de' proprj animali. Una parte di essi nel mese di novembre si porta nella campagna di Roma a fare carboni. Le donne filano la lana, e tessono anche de' panni per li mercanti di Palena, e di Taranta.

Il possessore è D. Domenico de' marchesi Trasmondi residente in Solmona.