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Foto Usini:
2012, 2009, 2008
La chiesa della Natività di Maria

Usini è situato in Sardegna in Provincia di Sassari. L'otto settembre si festeggia il Patrono, Santa Maria Bambina.

Confina con i comuni di: Ossi, Ittiri, Uri, Tissi e Sassari.

Indice

Ritratto della Città

Chiesa della Madonna de S’Ena Frisca

Il territorio comunale sorge a 200 metri sopra il livello del mare e presenta una superficie di 30,7 chilometri quadrati per una densità abitativa di 122 abitanti per chilometro quadrato.

E' un paese in lenta ma costante crescita. Un ordinato sistema viario consente di osservare nel suo centro storico costruzioni civili di architettura essenziale, che rivelano le origini contadine dei suoi abitanti.

Il paesaggio circostante presenta oliveti, carciofaie e soprattutto rigogliosi vigneti, il cui prodotto è da sempre motivo di orgoglio per i viticoltori usinesi.

Nonostante la vicinanza alla città di Sassari, Usini è riuscita a conservare i suoi tratti distintivi: i suoi abitanti sono proficuamente impegnati nella valorizzazione delle tradizioni, delle pratiche e dei saperi locali. Soprattutto negli ultimi anni, gli usinesi hanno intrapreso, attraverso la realizzazione di eventi e sagre, un costante processo di rivalutazione dei prodotti enogastronomici locali e di salvaguardia della loro specificità; tra questi eventi si ricordano: il "Concorso Enologico" a maggio, la sagra "Andarinos de Usini" ed il "Festival Internazionale del Folklore" ad agosto, la degustazione itinerante "Ajò a Ippuntare" a dicembre.

L'obiettivo è quello di esercitare una legittima tutela della propria identità, costantemente minacciata dall'evoluzione delle dinamiche sociali e dai processi di deculturazione e di uniformazione provocati dall'egemonia culturale dei media.

Storia

Il sito nel quale nacque e si sviluppò il villaggio di Usini è di origine antichissima; lo dimostrano i manufatti ceramici ed il materiale litico (punte di freccia e raschiatoi di ossidiana e selce) rinvenuto nell'area che costituisce indubbiamente la parte più antica dell’abitato: il rione di Corrau.

La nascita e la sopravvivenza di insediamenti umani fin dal neolitico antico fu agevolata da favorevoli condizioni geografiche, dall'esistenza di terreni fertili e adatti alla coltivazione, dalla copiosa presenza di acque fluviali e sorgive.

Questa situazione ambientale favorevole è documentata dalla intensa distribuzione nel territorio di domus de janas, alcune delle quali riproducono scolpiti nella roccia viva i particolari architettonici delle capanne prenuragiche. Altre domus de janas risalgono invece a periodi relativamente più recenti, essendo ipogei a prospetto architettonico, costruiti agli albori della civiltà nuragica.

Nonostante la rilevata scarsità di monumenti megalitici (due soli i nuraghi censiti), il territorio di Usini continuò ad essere intensamente frequentato in età nuragica. Successivamente, conobbe stanziamenti nel periodo di dominazione punica. Numerosi furono gli insediamenti al tempo della Roma repubblicana e imperiale.

In età giudicale il villaggio di Usini o Usune, come è citato nelle carte dei condaghi, fu annesso alla curatoria di Coros, al pari di altri villaggi quali Tissi, Ossi, Uri, Iteri, Torricla, Banios, Arave, Paulis, Mascar, Giunchi, ecc. La Usini giudicale fu un agglomerato di abitazioni sicuramente coincidente con gli attuali rioni denominati Corrau e Usineddu, per distinguerlo dal più grande villaggio costruito in epoca successiva (e più propriamente a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, in età riformista, quando cominciarono a formarsi i nuovi quartieri di Sa Maja, Chirigu Murru e Chessa 'e Canes, con al centro Casteddu, cioè la Piazza Castello.

Quando avvenne lo spopolamento ed il progressivo abbandono dei villaggi confinanti, Usini riuscì comunque a sopravvivere, resistendo alle micidiali epidemie di peste che falcidiarono i sardi del Medioevo. Tutto ciò grazie alla proverbiale caparbietà dei suoi abitanti ed alla loro incrollabile fede religiosa, che condusse, tra il XII ed il XIII secolo, alla edificazione delle chiese di San Giovanni Battista, Santa Maria di S’Ena Frisca, San Pietro e San Giorgio di Oleastreto.

In tutto questo tempo ed in particolare nei secoli di dominazione spagnola, Usini conobbe suo malgrado la sottomissione del giogo feudale, operata dalle potenti quanto avide famiglie dei Centelles, Cedrelles e Manca. Questi ultimi amministrarono prima la baronia di Usini, che comprendeva i villaggi di Usini, Ittiri, Ossi, Tissi e Muros; in seguito, a partire dal 1643, la Contea di San Giorgio, composta dai territori di Usini e Tissi.

Non sempre i feudatari governarono con saggezza ed equità. Lo spirito ribelle e rivoluzionario degli usinesi si animò quando, nel marzo del 1796, venne sottoscritto il grande patto antifeudale, insieme ad altri 32 villaggi del Logudoro. Fu in quel tormentato periodo della storia della Sardegna che i contadini di Usini, stanchi dei soprusi e delle vessazioni del feudatario, si rifiutarono di pagare i tributi feudali. Durante la rivolta assaltarono e diedero alle fiamme il palazzo del fattore baronale a Usini, poi parteciparono all'assalto di Sassari il 28 dicembre 1795, guidati da Francesco Cilocco e da Gioachino Mundula, occupando il palazzo del Duca dell'Asinara (il palazzetto d'Usini nell'attuale Piazza Tola a Sassari); infine, accompagnarono l'alternos Giommaria Angioy nella sua sfortunata marcia verso Cagliari, capitale del potere statuale e politico della Sardegna di fine Settecento.

Fu un quelle occasioni che gli usinesi manifestarono il loro spirito di rivolta, determinato da una forte insofferenza del privilegio e della prepotenza. Verso la fine del XVIII secolo, gli usinesi conobbero sanguinosi episodi di conflittualità interni, culminati nella tragica vicenda che ebbe come protagonista il "bandito" Francesco "Cicciu" Derosas.

L'animo fiero degli usinesi non si piegò neppure davanti alla tragedia delle grandi guerre, pagando pesanti e dolorosi tributi di sangue in nome della Patria.

Da Vedere

  • Chiesa Parrocchiale di Santa Maria
  • Chiesa di Santa Croce, nota anche come Santa Maria di Usune
  • Chiesa di San Giorgio di Oliastreto
  • Necropoli di S'Elighe Entosu
  • Domus de Janas di Chercos

Dove Mangiare

  • Ristorante Pizzeria Apollo 3, Via San Giovanni, 2

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale, Via Risorgimento, 70

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Artistica 2000 Piccola Società Cooperativa Sociale A.R.L., Via Mazzini, 1

Bibliografia

  • Usini, ricostruzione storico-descrittiva di un villaggio del Logudoro, dalla preistoria ai primi del novecento, storia del bandito Cicciu Derosas, Gianpiero Sanna, Ozieri, Tipografia Il Torchietto (1992)