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Foto Vialfrè:
2012, 2009, 2008

Vialfrè è situato in Piemonte in Provincia di Torino. Il 7 ottobre si festeggia il Patrono, Madonna del Rosario. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Pietro.

Confina con i comuni di: Mercenasco, Cuceglio, Agliè, Scarmagno e San Martino Canavese. E' a circa trentanove chilometri da Torino.

Storia

Indizi etimologici ci fanno ritenere che Vialfrè sia un comune veramente molto antico, sorto come accampamento barbaro intorno al V secolo. Probabilmente il nome, infatti, risale al nome germanico Wildelfred, anche se son abbiamo tracce materiali in grado di dirci se sia trattato di un insediamento dei Burgundi, degli Ostrogoti o dei Bavari.

Vialfrè rinasce nel momento dello sviluppo urbano altomedievale piemontese, in epoca arduinica. Patrimonio del mitico re d'Italia, vine infeudato, infatti, nell'XI secolo, in un primo momento, ai conti Biandrate di San Giorgio, di stirpe Carolingia che, attraverso i Conti di Piombia, erano strettamente legati sia ad Arduino d'Ivrea che ai mitici Conti del Canavese; questi ultimi, anch'essi imparentati con i re di Borgogna, erano stipiti dei Conti di Valperga, San Martino e Castellamonte. Nonostante tutta la nobiltà canavese fosse imparentata, non erano sempre buoni i rapporti fra le casate.

Nel XIII secolo, Vialfrè viene rinfeudata ai San Martino, il cui castello eponimo era proprio alle porte del feudo vialfredese dei Biandrate.

Nel 1263 alcuni vialfredesi prendono parte alla lega per la lotta ai Berrovieri.

Nonostante nel XIII secolo il canavese fosse sconvolto dalle guerre fra le signorie locali, supponiamo che i rapporti fra la comunità vialfredese, i Biandrate e i San Martino fosse abbastanza buona nella misura in cui sappiamo, dalle cronache, che gli agricoltori di questi fondi erano autorizzati a vendere frumento, meliga, segale, rape, castagne e civaie, che qui crescevano copiosamente, presso il mercato di San Giorgio, sottoposto all'autorità dei Biandrate.

Sicuramente Vialfrè, come altri comuni del canavese, fu sconvolto dalla rivolta dei Tuchini, soprattutto fra 1386 e 1391. La rivolta si originò dal popolo. Soprattutto grazie alla diffusione di istituzioni di diritto germanico portato dai barbari alla fine dell'Impero Romano, come il Gesamten Hand, nella confusa situazione patrimoniale che si era determinata nelle campagne a partire dal V secolo, si erano diffusi modelli economici di tipo comunistico/comunitario che venivano tipizzati nella categoria di diritto romano degli usi civici. In pratica, molti campi e terreni erano di tutti o meglio erano comuni, ed è proprio da questa situazione che il Comune traeva origine. Ciò rendeva possibile per il popolo raccogliere gratuitamente frutta o ghiande per i porci, far pascolare il bestiame nelle terre comuni, raccogliere liberamente la legna.

Nel XIII secolo, questo trend viene invertito dalla nobiltà che incomincia a privatizzare le terre attraverso la costruzione di recinti, i così detti enclosure; quando i feudatari incominciano, quindi, a richiedere soldi per quello che un tempo era gratuito, i poveri insorgono e giungono a sollevazioni violente verso la nobiltà. Proprio i ruderi del così detto Castlass in località Rosset dimostra che in questa zona la violenza fu molto acuta e giunse fino al punto di distruggere fisicamente le dimore dei feudatari.

La crisi terminò con un arbitraggio dei Savoia che riconobbero sia le prerogative nobiliari che quelle comunitarie attraverso la codificazione delle servitù prediali e la concessione di alcuni statuti.

Nel secolo XVII vengono infeudati i Perrone.

Nell'Ottocento, la principale attività economica è rappresentata dalla lavorazione serica. Nel 1869 si contano tre filatoi che davano lavoro a più di 300 valfredesi.

Da Vedere

  • Il borgo conserva tracce dell'antico ricetto fortificato.
  • La Parrocchiale di San Pietro è decorata con quattro colonne tuscaniche ed alcune tele settecentesche. La torre è l'antica Porta del Ricetto
  • Nella cappella barocca di San Michele è il museo diffuso nel territorio Morenica, che illustra la storia degli antichi ghiacciai, delle morene e degli specchi lacustri, diffusi nell'Anfiteatro Morenico d'Ivrea.

Memorie Storiche

In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così viene descritto il comune:

Vialfrè è un antichissimo castello già difeso da mura e circonvallato da fosse, con una sola porta nel lato di ponente. Ai moderni suoi fabbricati sono interposte due vie ed una piazza. Una delle tre chiese che qui si trovano, è propositura parrocchiale. Possiede il comune una Congregazione di carità, ed una scuola gratuita pei fanciulli: tiene altresì salariata una maestra per le zittelle.