Il 2008 a Napoli, un anno tra "silenzio e grida”

Il 2008 a Napoli, un anno tra "silenzio e grida”

Messaggioda Marcello Di Sarno » mar 30 dic 2008 16:35

“Napoli, silenzio e grida” titola un famoso saggio di Carlo Bernari – esponente ante litteram di quella corrente neorealista che avrebbe regalato al cinema italiano e internazionale pagine irripetibili di vita vissuta – che si attaglierebbe benissimo a rappresentare il capoluogo napoletano, così come ci appare oggi.
Parafrasandone il titolo, si potrebbe definire questo 2008, ormai alle battute finali, un anno di silenzio e grida per Napoli, nel bene e nel male.
A salutarne l’inizio le grida di protesta dei cittadini di Pianura, contrari alla riapertura della discarica disposta dal Governo con il piano straordinario per arginare l'emergenza rifiuti. Giorni di scontri violenti, le prime avvisaglie di una guerra civile protrattasi fino all’estate e che, insieme al quotidiano bollettino di cassonetti e cumuli selvaggi di rifiuti dati alle fiamme, hanno “profanato”, agli occhi dell’Europa e del Mondo, il fascino ancestrale di Napoli.
Una “vergogna nazionale” affrontata, tra luci ed ombre, dal nuovo governo di centrodestra – premiato dal voto di aprile – a partire dal primo consiglio dei ministri tenuto, il 21 maggio, a Palazzo Reale.
Da quelle grida nasce il silenzio di angoscia e di riflessione per l’estremo gesto dell’assessore comunale alla Protezione Civile, Giorgio Nugnes, che un mese fa si è tolto la vita nella sua abitazione a Pianura, dopo il suo coinvolgimento, emerso dalle indagini della magistratura, negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Lo stesso silenzio di angoscia e rabbia contegnosa, che accomunava colleghi e parenti dei due operai morti, verso la fine di novembre, sul lavoro, alla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi.
Qualche binario dopo, tre mesi prima, si alzava l’urlo barbarico di un’orda di tifosi che finiva col far prevalere la propria ansia di trasferta sulle ragioni di inermi viaggiatori costretti a scendere per far posto ai primi. Nulla a che spartire con il grido, più simile a un canto, di 50.000 cuori azzurri che, allo stadio San Paolo con il Benfica, hanno salutato a settembre il ritorno in Europa del Napoli.
Prima ancora, a luglio, il grido d'orgoglio soffocato dall’emozione e dall’amaro isolamento della propria esistenza di Roberto Saviano, presente in un’aula bunker del Palazzo di Giustizia del Centro direzionale – per l’occasione blindato con tiratori scelti dell’Arma, sparpagliati sui grattacieli della “city” – alla lettura della sentenza di secondo grado del processo “Spartacus”: 16 ergastoli per il clan dei cosiddetti “casalesi”, la cui ferocia è salita alla ribalta internazionale grazie al bestseller Gomorra di Saviano e all’omonimo film, candidato agli Oscar, che Matteo Garrone ne ha tratto.
Qui una vita, quella del giovane scrittore napoletano, che continua, in silenzio, nel sacrificio, da un’altra parte il grido di incosciente felicità di una piccola vita che prosegue grazie al sacrificio di una giovane madre: Tonia Accardo se n’è andata a 33 anni, dopo aver rifiutato di curarsi, benché affetta da una rara forma di carcinoma, per dare alla luce Sofia. Con la nascita della “Casa di Tonia”, destinata a madri e figli abbandonati, il suo ricordo non si dissolverà nel silenzio mediatico.
Non grida più “fujtevenne”, ma con tono dimesso ed empio d’amarezza don Franco Rapullino, noto sacerdote anticamorra, parla di "città morta, senza più ideali". Grida e dà voce ad Annalisa e a tante altre “creature” dei quartieri poveri don Luigi Merola, che nell’ex villa di un boss ha istituito una fondazione che si occupa di recupero scolastico, di inserimento occupazionale dei ragazzi a rischio.
Ci sono l’ignoranza, l’egoismo e la viltà dietro le grida di alcuni abitanti di Ponticelli che a maggio hanno assalito con sassi e molotov un campo rom. Contro queste e altre forme di violenza urbana, il silenzio vigile dei militari inviati dal Governo, in attesa del silenzio operoso e lungimirante degli organizzatori del Forum delle culture 2013.
Al ricordo di una voce elegante e insieme stentorea che ha permeato il silenzio commosso dell’ultimo saluto al grande Nunzio Gallo, si aggiunge quello festoso e “mascalzone” dello storico concerto di Piazza Plebiscito con cui Pino Daniele ha festeggiato i suoi trent’anni di carriera, chiamando a raccolta vecchi compagni d’avventura come James Senese, Tullio De Piscopo e Tony Esposito.
Al 2009 si consegna la speranza di una città che lontano dal clamore di annunci umorali e di opportunistiche crociate pro "questione morale" vuole emergere dal silenzio mortificante che ammanta la sua storica identità di luogo di idee, d’arte e di solidarietà umana.
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Messaggioda Marcello Di Sarno » sab 03 gen 2009 14:20

C'è un ultimo silenzio che a Napoli chiude il 2008 e si propaga nel 2009 appena iniziato. E' quello della civiltà di un popolo sporcata da una parte, minoritaria certamente, di esso che festeggia l'Ultimo dell'Anno a colpi di pistola. Uno è stato fatale per il 24enne Nicola Sarpa, centrato in pieno volto sul balcone di casa. In 70, per fortuna, se la sono cavata con ferite più o meno gravi. Il dato sconfortante è che di questi 20 sono minorenni.
15 in meno rispetto al capodanno 2007, ma l'incidenza sulla media nazionale rimane alta: 70 su 394.
Nelle stesse ore, la maggioranza dei napoletani civili brindava allegramente all'arrivo del Nuovo Anno, allietati dalle note di Daniele Silvestri.
Dispiace ammetterlo: questa maggioranza non fa mai notizia o se riesce a farla si trova suo malgrado costretta a cedere la prima pagina a quella ristretta e "inane" cerchia di barbari senza dignità e patria.
La stessa, senza dubbio, cui appartengono quei "criminali" che nella provincia di Milano hanno ferito tre persone, tra le quali una bambina di dieci anni. Con la significativa differenza che nel capoluogo partenopeo si vive questo fenomeno come normale routine, come una fatalità ineludibile.
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Messaggioda rohan02 » mar 06 gen 2009 16:22

Caro Marcello,

Condivo in pieno la tua analisi del 2008 e leggo tra le righe del tuo racconto una voglia di riscatto per una città che tutti amiamo.
Percepire queste emozioni è molto bello certo ma anche difficile. Io da napoletana, come la maggior parte dei miei concittadini, credo di provare una sorte di amore e odio per lei. Vorrei che le energie per migliorarla fossero altrettanto forti quanto l’amore che per lei si prova. Ma sai, a volte è davvero dura. Dura nel vedere i bambini che con l’arroganza degli adulti si prendono gioco di cose e persone. Dura per la maleducazione di sconosciuti in luoghi pubblici o la corruzione che emerge sempre e che ormai è diventata scontata e accettata.
Probabilmente si dirà che questi non sono altro che luoghi, è vero. Ma esistono e fanno male.
Un amico una volta mi disse, se parto mi sentirò in colpa perché non farò nulla per cambiare le cose, ma la vita è una.
E’ davvero condannabile colui che vuole viverla serenamente?
Bastano il sole, l’allegria e la fantasia propria di noi napoletani a darci la forza di migliorarla?
Forse si, ma allora perché è così difficile farlo?

Buon Anno a tutti

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Messaggioda klemy84 » mar 06 gen 2009 19:52

Volevo complimentarmi con Marcello che con le sue parole ha saputo sintetizzare un anno di vita della nostra amata Napoli.
Questa è la nostra città, inutile giudicare ciò che vuole mostrare...preferisco amarla per ciò che di bello ha da offrire!!
Grazie per questo post!
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Messaggioda Luciano Salvati » mer 07 gen 2009 10:25

"Il turista che passa distratto non si avvede di quel mucchio di stracci che giace sullo scoglio di Mergellina, ma distingue chiaramente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe.
Voi dite a Napoli: -Quanto sei bella!- e Napoli è perduta."

GIUSEPPE MAROTTA, da "L'oro di Napoli", 62 anni fa..
Luciano

"Che tu sei qui, che la vita esiste, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso"
Quale sarà il tuo verso?
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Messaggioda Marcello Di Sarno » mer 07 gen 2009 11:47

Ringrazio Rohan02 e klemy84 per le belle parole spese sul mio contributo.
Rispondendo a Rohan02, quando si chiede:
rohan02 ha scritto:E’ davvero condannabile colui che vuole viverla serenamente?
Bastano il sole, l’allegria e la fantasia propria di noi napoletani a darci la forza di migliorarla?
Forse si, ma allora perché è così difficile farlo?

La risposta è tra le righe della puntuale citazione di Giuseppe Marotta riportata da Luciano. Allora come oggi manca un approccio spietatamente realistico ai problemi della città, che come la polvere si cerca ogni tanto di nascondere sotto questo o quel tappeto fino a che la stessa non raggiunge proporzioni incontenibili dando luogo alle solite "allergie" sociologiche e mediatiche.
Non serve indignarsi quando qualcuno sottolinea che intere zone della città sono sottratte al controllo dello stato e una parte dei napoletani è allergica alle più elementari regole del vivere sociale. Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza, rifuggendo interventi effimeri di forte impatto mediatico e cercando il sostegno delle Istituzioni centrali.
Sul desiderio di vivere serenamente la propria città, credo che faccia parte del più universale diritto alla felicità e, in questo caso, alla normalità di ogni essere umano. In virtù di ciò non ritengo possano essere criticati coloro che decidono di andare via da Napoli.
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Messaggioda Marcello Di Sarno » mer 07 gen 2009 13:25

Per chiudere il discorso di certo non aiutano esternazioni come quella di Fabio Cannavaro - l'ultima di una lunga serie che mette assieme politici, intellettuali, vip etc. - che dice a proposito di Gomorra "non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative".
Proprio in nome di questa effimera difesa dell'immagine di Napoli, e dell'Italia in generale, si è preferito nel passato tacere certe "vergogne" per non spaventare i turisti. Come se oscurando Gomorra si riuscisse a cambiare la realtà.
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Messaggioda Marina Greco » mer 07 gen 2009 15:50

Marcello Di Sarno ha scritto:Per chiudere il discorso di certo non aiutano esternazioni come quella di Fabio Cannavaro - l'ultima di una lunga serie che mette assieme politici, intellettuali, vip etc. - che dice a proposito di Gomorra "non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative".
Proprio in nome di questa effimera difesa dell'immagine di Napoli, e dell'Italia in generale, si è preferito nel passato tacere certe "vergogne" per non spaventare i turisti. Come se oscurando Gomorra si riuscisse a cambiare la realtà.



L'affermazione di Cannavaro si commenta da sola....come se il silenzio risolvesse i problemi...

Per Napoli non ho molte parole, solo una forte speranza che cerco di tramutare in impegno per migliorare il volto di questa città ricca di contraddizioni...
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