Una sottile fascia costiera separa il lago dal mare formando un eccezionale ecosistema di enorme interesse ambientale, in cui è visibile la tipica duna litoranea, composta da una variegata vegetazione spontanea, la cosiddetta macchia medi- terranea. Essa è formata, soprattutto, da quella che fu una rigogliosa lecceta costiera, punteggiata da isolati esemplari di pino marittimo e che, in epoca romana,
costituiva il settore meridionale di quella che era chiamata Silva Gallinaria.
Il primo accenno storico del bacino c’è dato da Licofrone di Calcide, nel III secolo
a.C.,che lo definisce, ” fluitante e procelloso ” nel poema Alessandra (VV.694-709). Strabone, in seguito, lo deno¬minò Acherusia Palus, a causa della natura paludosa
dello spec¬chio d’acqua. La formazione vulcanica è la causa della presenza di
fumarole e di esalazioni sulfuree, oltre che di falde di acqua termale: queste caratteristiche lo avevano fatto identificare in antichità con la mitica palude inferna-
le formata dal fiume Acheronte. L’Acheronte era proprio l’inferno, l’aldilà, così come appariva nell’immaginario dell’antichità la terra flegrea, con le mofete, i sussulti del
bradisismo, l’odore acre dello zolfo; esso, quindi, appariva come il luogo che più
di ogni altro evocava gli inferi.
Nel Medioevo la zona continuò a essere sfruttata per la presenza delle acque termali, mentre il lago era utilizzato per la macerazione della canapa: proprio da tale attività sembra che debba derivare il nome di Fusaro, evoluzione del termine infusarium.
In Campania il vocabolo ” fusari”, era attribuito a tutti i bacini d’acqua stagnante,
nei quali si lasciava macerare canapa e lino.
Quando la zona del Fusaro divenne proprietà dei Borbone, fu resa riserva di caccia
e di pesca, di uso non esclusivo dei regnanti, ma aperta al pubblico come parco.
Nel 1782 Ferdinando IV di Borbone fece costruire su di un’isoletta naturale il “Casi-
no reale”, detto anche Vanvitelliano dal nome dell’architetto che realizzò il picco-
lo padiglione Esso sorge poco distante dalla riva del piccolo lago omonimo e per il
suo aspetto affascinante ed elegante, è diventato oggi il simbolo del Fusaro. Il Vanvi-
telli lo progettò occupando tutta la piattaforma ottenuta spianando l’isolotto su cui
sorgeva, in precedenza, la casetta del guardiano del lago, Fu costruita facendola
ruotare di 45° rispetto all’asse visivo di un osservatore posto sulla riva, che ne avreb-
be avuto una visione di scorcio, in linea con il gusto dell’epoca.
La Casina fu collegata alla riva da un ponte in legno nel 1921. Il “real Casino” del Fusaro godette per lungo tempo di una grande popolarità come luogo di svago di eccezionale rilevan¬za, dove i sovrani accoglievano teste coronate e governanti stranieri. Nella Storia di Pozzuoli e contorni (1826) si legge, ad esempio, che l’imperatore Fran-cesco d’Asburgo con il suo seguito tornò una seconda volta al “real Casi¬no” del Fusaro per desinare.. Diversi uomini rimasero profondamente impressionati per la suggestiva bellezza del luogo. E’ il caso del musicista Gioacchino Rossini che, molto probabilmente, proprio al Fusaro maturò l’ispirazione per “La donna del lago” (1819), che è annoverata fra le opere serie più importanti nella produzione rossiniana. Il lago ebbe lo stesso effetto ispiratore sul giovane Wolfgang Amadeus Mozart, che si recò al Fusaro per cercar¬vi l’atmosfera più adatta per comporre l’opera che intitolò “Tito”. Non c’è dubbio, infine, che la permanenza in quella singolarissima e straordinaria residenza reale, nel marzo 1787, abbia contribuito non poco ad alimentare anche l’incantata ammirazione per Napoli e per i suoi dintorni manifestata da Johan Wolfgang Goethe nel suo “Viaggio in Italia”.
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7 commenti a “Il Lago Fusaro e la Casina Vanvitelliana, uniti da un ponte in legno”
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Bella foto, complimenti!
La foto viene esclusa in quanto identica a
http://rete.comuni-italiani.it/foto/2012/25561
E’ vietato ripubblicare la stessa inquadratura, potrà essere ripubblicata una foto con lo stesso soggetto ma con un’ inquadratura diversa.
Mi spiace.
Non è che è identica, è proprio la stessa foto …
Nirvai risponde a Senior e completa la risposta parziale già data a Di Mauro Gennaro.Le mie due foto della casina vanvitelliana non sono somiglianti, sono proprio la stessa foto.In ubn primo momento non ricordavo come ciç fosse potuto accadere, poi si è accesa la famigerata lampadina, ed ho ricordato che dopo aver inviato la prima foto, poiché non mi riusciva di sapere se era stata accettata o no, temento che avessi commesso un errore nell’inviarla e che quindi non fosse giunta, l’ho inviata una seconda volta. E’ stato un errore e di questo chiedo pubblicamente scusa. Ciò che, però, mi irrita, è il pensiero che qualcuno abbia pensato ad una mia furbata. Se qualcuno l’avesse pensato, sappia che è in errore, in quanto non sono persona da compiere simili azioni, inoltre, solo uno stupido poteva inviare volontariamente due volte la stessa foto con lo stesso commento! Ed io non sono né persona da furbate né uno stupido. Ringrazio la redazione per avermi permesso di chiarire l’increscioso accadimento. Saluti. Nirvai
Assolutamente nessuno dei Senior pensa questo, Nirvai, e non devi sentirti in dovere di chiedere scusa.
La formula di esclusione è una formula di rito.
E presumiamo SEMPRE la buona fede di tutti.
Buon proseguimento di concorso.
Se ti può consolare è capiatato a vari runner e anche a me nelle passate edizioni, quando si caricano migliaia di foto capita che possa accadere, ora diciamo che stiamo più attenti, con vari sistemi, come quello di mettere in una cartella sul desktop le foto inserite in concorso, una rapida occhiata prima consente di verificare… oppure usando le statistiche delle proprie foto inserite per comune subito vedi tutte le foto che hai messo per quel comune, poi capita anche come successo a te quando si inizia a mettere foto e non si è ancora padrone del sistema, può capitare… la malafede è un’altra cosa… non è in questi casi di stessa foto… comunque la casina di Pinocchio mi è abbastanza vicna e prima o poi ci arrivo anche io…
mi dispiace moltissimo che ti sia capitato questo piccolo guaio, perché la foto è bellissima e soprattutto ha un commento assai interessante; certo è una location molto gettonata, con tre candidate dal punteggio meritatamente alto, una anche finalista; pazienza, dovrai accontentarti dei numerosi commenti positivi cui volentieri aggiungo il mio; buon concorso
E