GUIDA  Castro (LE)/Parco delle Querce o della Scarra

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[[File:Castro_(LE)_-_Parco_delle_Querce_o_dello_Scarra_-_Leccio,(Quercus_ilex).jpg|thumb|left|Leccio(Quercus ilex)]]
 
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==Storia==
 
==Storia==
 
Il '''Parco delle Querce di Castro''',  sito lungo la fascia costiera ubicata ai piedi del Monte  Mattia, e cinta da muretti a secco, fa parte del '''Parco Costiero Regionale Naturale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”,''' di cui fanno parte 12 comuni, quali:[[Alessano]], [[Andrano]], [[Castrignano del Capo]], Castro, [[Corsano]], [[Diso]], [[Gagliano del Capo]],[[Ortelle]], [[Otranto]], [[Santa Cesarea Terme]], [[Tiggiano]] e [[Tricase]]. Il Parco ha un’area boschiva di circa 5 ettari,  al cui interno predomina il '''Leccio,  (Quercus ilex)''', l’area inoltre è ricca anche di '''Alloro''', '''Nespolo selvatico''', '''Biancospino'''; il  sottobosco ospita l’'''Elleborine minore''' (Epipactis microphylla), un’orchidacea molto rara, e la fitta boscaglia è dominata dall’'''Edera'''. Nella parte piu’ centrale del bosco scorre un canalone di raccolta delle acque piovane che scendono dalle località più alte della zona. All’interno del parco, nei dintorni della marina di Castro fu rinvenuto nel 1910  dallo studioso Paolo Emilio Stasi,  il Dolmen Sgarra, oggi scomparso, testimonianza di una antica frequenza dell’area. Attualmente il parco è attrezzato come area ludica per famiglie e bambini.
 
Il '''Parco delle Querce di Castro''',  sito lungo la fascia costiera ubicata ai piedi del Monte  Mattia, e cinta da muretti a secco, fa parte del '''Parco Costiero Regionale Naturale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”,''' di cui fanno parte 12 comuni, quali:[[Alessano]], [[Andrano]], [[Castrignano del Capo]], Castro, [[Corsano]], [[Diso]], [[Gagliano del Capo]],[[Ortelle]], [[Otranto]], [[Santa Cesarea Terme]], [[Tiggiano]] e [[Tricase]]. Il Parco ha un’area boschiva di circa 5 ettari,  al cui interno predomina il '''Leccio,  (Quercus ilex)''', l’area inoltre è ricca anche di '''Alloro''', '''Nespolo selvatico''', '''Biancospino'''; il  sottobosco ospita l’'''Elleborine minore''' (Epipactis microphylla), un’orchidacea molto rara, e la fitta boscaglia è dominata dall’'''Edera'''. Nella parte piu’ centrale del bosco scorre un canalone di raccolta delle acque piovane che scendono dalle località più alte della zona. All’interno del parco, nei dintorni della marina di Castro fu rinvenuto nel 1910  dallo studioso Paolo Emilio Stasi,  il Dolmen Sgarra, oggi scomparso, testimonianza di una antica frequenza dell’area. Attualmente il parco è attrezzato come area ludica per famiglie e bambini.
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Il '''Leccio''' è una pianta mediterranea  antichissima, viene chiamata anche elce,  e  appartiene  alla famiglia delle '''Fagaceae''',  ci sono due tipi di querce :  Il quercus ilex  che caratterizzano l'area mediterranea, e  la sughera, o quercus suber.  Il Leccio presenta una    crescita piuttosto  lenta  ma è una pianta longeva e può raggiungere anche i 1000 anni di età, di  media grandezza, può raggiungere anche i  18-20 metri di altezza con una chioma molto  fitta  e una corteccia  scura con una notevole produzione di ghiande. Ha radici molto forti che scavano profondamente il terreno e foglie cuoiose e larghe con margine intero o spinoso.  Il leccio predilige il clima mite  e vuole il pieno sole oppure la mezza ombra, ha una buona resistenza alla siccità procurandosi  l'umidità necessaria grazie al suo apparato radicale che scava in profondità . Sono alberi  sempreverdi, che vengono utilizzati per la loro bellezza decorativa ad arricchire giardini boscosi o creare viali alberati. Nell’antichità le ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate e  venivano utilizzate per la preparazione del pane di quercia.
 
Il '''Leccio''' è una pianta mediterranea  antichissima, viene chiamata anche elce,  e  appartiene  alla famiglia delle '''Fagaceae''',  ci sono due tipi di querce :  Il quercus ilex  che caratterizzano l'area mediterranea, e  la sughera, o quercus suber.  Il Leccio presenta una    crescita piuttosto  lenta  ma è una pianta longeva e può raggiungere anche i 1000 anni di età, di  media grandezza, può raggiungere anche i  18-20 metri di altezza con una chioma molto  fitta  e una corteccia  scura con una notevole produzione di ghiande. Ha radici molto forti che scavano profondamente il terreno e foglie cuoiose e larghe con margine intero o spinoso.  Il leccio predilige il clima mite  e vuole il pieno sole oppure la mezza ombra, ha una buona resistenza alla siccità procurandosi  l'umidità necessaria grazie al suo apparato radicale che scava in profondità . Sono alberi  sempreverdi, che vengono utilizzati per la loro bellezza decorativa ad arricchire giardini boscosi o creare viali alberati. Nell’antichità le ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate e  venivano utilizzate per la preparazione del pane di quercia.
 
Il Leccio fin dall’antichità  viene identificato come portatore di sinistri. Una leggenda delle isole Eolie lo vuole protagonista alla morte di Gesù. Pare che gli alberi della foresta per evitare di fornire il legno per la croce si riunirono decidendo di  non offrire il loro contributo, infatti mentre cercavano di tagliarli, si rompevano in mille pezzi diventando inutilizzabili.  Il leccio, fu l’unico albero ad  offrirsi per la croce.
 
Il Leccio fin dall’antichità  viene identificato come portatore di sinistri. Una leggenda delle isole Eolie lo vuole protagonista alla morte di Gesù. Pare che gli alberi della foresta per evitare di fornire il legno per la croce si riunirono decidendo di  non offrire il loro contributo, infatti mentre cercavano di tagliarli, si rompevano in mille pezzi diventando inutilizzabili.  Il leccio, fu l’unico albero ad  offrirsi per la croce.
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[[File:Castro_(LE)_-_Parco_delle_Querce_o_dello_Sgarra_-_pianta_di_alloro.jpg|thumb|left|Alloro]]
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==Alloro==
  
  

Versione delle 13:53, 8 ott 2013

Leccio(Quercus ilex)


Storia

Il Parco delle Querce di Castro, sito lungo la fascia costiera ubicata ai piedi del Monte Mattia, e cinta da muretti a secco, fa parte del Parco Costiero Regionale Naturale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, di cui fanno parte 12 comuni, quali:Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo,Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase. Il Parco ha un’area boschiva di circa 5 ettari, al cui interno predomina il Leccio, (Quercus ilex), l’area inoltre è ricca anche di Alloro, Nespolo selvatico, Biancospino; il sottobosco ospita l’Elleborine minore (Epipactis microphylla), un’orchidacea molto rara, e la fitta boscaglia è dominata dall’Edera. Nella parte piu’ centrale del bosco scorre un canalone di raccolta delle acque piovane che scendono dalle località più alte della zona. All’interno del parco, nei dintorni della marina di Castro fu rinvenuto nel 1910 dallo studioso Paolo Emilio Stasi, il Dolmen Sgarra, oggi scomparso, testimonianza di una antica frequenza dell’area. Attualmente il parco è attrezzato come area ludica per famiglie e bambini.

Leccio,(Quercus ilex)

Il Leccio è una pianta mediterranea antichissima, viene chiamata anche elce, e appartiene alla famiglia delle Fagaceae, ci sono due tipi di querce : Il quercus ilex che caratterizzano l'area mediterranea, e la sughera, o quercus suber. Il Leccio presenta una crescita piuttosto lenta ma è una pianta longeva e può raggiungere anche i 1000 anni di età, di media grandezza, può raggiungere anche i 18-20 metri di altezza con una chioma molto fitta e una corteccia scura con una notevole produzione di ghiande. Ha radici molto forti che scavano profondamente il terreno e foglie cuoiose e larghe con margine intero o spinoso. Il leccio predilige il clima mite e vuole il pieno sole oppure la mezza ombra, ha una buona resistenza alla siccità procurandosi l'umidità necessaria grazie al suo apparato radicale che scava in profondità . Sono alberi sempreverdi, che vengono utilizzati per la loro bellezza decorativa ad arricchire giardini boscosi o creare viali alberati. Nell’antichità le ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate e venivano utilizzate per la preparazione del pane di quercia. Il Leccio fin dall’antichità viene identificato come portatore di sinistri. Una leggenda delle isole Eolie lo vuole protagonista alla morte di Gesù. Pare che gli alberi della foresta per evitare di fornire il legno per la croce si riunirono decidendo di non offrire il loro contributo, infatti mentre cercavano di tagliarli, si rompevano in mille pezzi diventando inutilizzabili. Il leccio, fu l’unico albero ad offrirsi per la croce.

Alloro

Alloro