GUIDA Fara in Sabina/Frazioni/Canneto
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Versione del 14 giu 2013 alle 14:38 di Colonnello (Discussione | contributi)
Frazione Canneto
- Il nucleo abitato è stato edificato in un’area che in passato presentava molti canneti,in quanto zona ricca di acque sorgive.L'economia è legata alla produzione di olio D.O.P. proveniente dagli oliveti che circondano il paese e molti frantoi ne popolano le vie ed in ogni festa patronale l'olio compone ogni piatto tipico.Infatti,il microclima locale e la posizione geografica è particolarmente adatta per la coltivazione dell'olivo la cui cultura vanta una nobile ed antica tradizione.A testimonianza di ciò,in questa località,è presente un ulivo ultra millenario(situato in mezzo ad uno sterminato uliveto e svettante su tutte le colline circostanti)che apparteneva all’ Abbazia di Farfa Sabina fin dal VI secolo e dall’anno 1886 è di proprietà privata.Le testimonianze su di esso sono antiche,ancora oggi numerose feste sono celebrate sotto le sue fronde e presenta una cavità prodotta,in tempi remoti,da una "carie" della pianta,che ora va restringendosi per la formazione di nuovi tessuti prodotti dal suo meccanismo rigenerativo.È tuttavia ancora abbastanza grande da fornire un nascondiglio per i bambini che si recano a giocare intorno al "gigante" o per gli animali da cortile che vi razzolano accanto.All'epoca della guerra,quando la cavità era molto più ampia e si diramava sottoterra,essa venne utilizzata come deposito di bombe e sulle carte militari tedesche l'olivo era segnato come punto di riferimento strategico.
- La tipologia architettonica urbana è rappresentata dalle tipiche dimore rurali(delle fattorie che sorgevano alla sua periferia)e che,con il crescere dell'agglomerato,venivano via via assorbite da esso e trasformate in case di paese con i caratteri essenziali di ampi cortili interni su cui si affacciavano un'ampia serie di strutture di sussistenza:stalle,granai,depositi d'attrezzi e,soprattutto nelle abitazioni dei proprietari terrieri maggiori,alcune botteghe artigiane di falegnameria e di fucinatura.Le stalle ed i locali di rimessa - al piano terreno o seminterrati - sono spesso tra le parti più belle e curate di queste abitazioni,con volte a sezione carenata,eseguite con scaglie di pietra ben cementate e con tetti a capriate massicce e negli ultimi decenni del 1900 la maggior parte di queste fattorie sono state sottoposte ad ampliamenti e miglioramenti.
- E'un piccolo borgo nato dall'insediamento dei contadini e dei mezzadri intorno alle ville o casolari di campagna della borghesia terriera,dei grandi proprietari terrieri,per lo più migrati,in tempi di relativa tranquillità.Questi formarono comunità umane molto più socializzate e cementate da vincoli di collaborazione, mutuo aiuto e spesso di parentele allargate,casati.La classica società contadina strutturata da una rigida scala sociale mutuata dal feudalesimo,ma molto coesa,con forte senso d'appartenenza e interdipendenza. Una società familiarista di cui ancora si possono riconoscere i caratteri.
- Della Frazione fa parte la località di Campomaggiore che rappresenta uno dei nuovi insediamenti espansivi del Capoluogo .Occupa un territorio molto esteso nonché panoramico:dalla sommità della collina si può osservare tutta la catena del Monte Elci ,fino alle estreme propaggini del Monte Buzio (su cui poggia Fara in Sabina ) e dei Ruderi di San Martino (vds. Curiosità in [1] ) ;la Valle del Fiume Tevere ,la catena dei Monti Lucretili ;il Castello di Nerola .Al di sotto della collina vi è una piccola piana il cui confine meridionale è segnato dal corso del Fosso Corese . Questo piccolo corso d'acqua offre degli affascinanti scenari naturalistici costituiti dalle Gole del Corese .
Curiosità storica
Il 10 dicembre 1920 in località Colle San Lorenzo ,nei pressi della Frazione,dei Reali Carabinieri imbattutisi in un gruppo di contadini scioperanti (quasi tutti armati) che tentavano di ottenere migliori condizioni di lavoro (nel quadro di una più ampia serie di lotte operaie e contadine che si verificarono nel biennio 1919/1920,comunemente definito come Biennio Rosso ),ne uccisero undici e ne ferirono altri tredici.
Miti e Leggende
- La leggenda di Aginulfo :
- Un giovane principe Longobardo scacciato da Cividale del Friuli ,a causa di un temperamento un po'troppo irruento,fu inviato a Fara in Sabina (la quale grazie alla propria posizione strategica aveva smesso il suo originario aspetto di fattoria per diventare una vera e propria fortezza) per pacificare la Sabina e sgravare gli abitanti dagli esosi tributi loro imposti dai Duchi Spoletani .Qui,a Canneto ,ai piedi del millenario olivo allora venerato come una divinità naturale,conobbe una fanciulla Sabina, Artemia , che poi sposò.






