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Torre Canavese è situato nel Piemonte nella Provincia di Torino. L'ultima domenica di agosto si festeggia il Patrono, San Defendente. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Giovanni Evangelista; Chiesa di San Giovanni Battista (in località Marcomanno); Cappella di San Giacomo.
Confina con i comuni di: Strambinello, Agliè, Quagliuzzo, San Martino Canavese, Baldissero Canavese, Bairo e Castellamonte.
Storia
Alcuni ritrovamenti dimostrano l'esistenza di una qualche forma di insediamento Romano, magari un accampamento, intorno al I secolo d.C. Già il nome Torre si riferisce, con buona probabilità, alla torre costruita dai Romani sul bivio tra la via Romea e la strada della Valchiusella.
Le scarse tracce materiali ci portano a ritenere che il nucleo sia stato abbandonato durante l'epoca dei regni romano barabarici e si sia ripopolato in epoca longobarda.
Prime tracce archivistiche certe che ci confermano l'esistenza del castellum Turris risalgono ad un diploma imperiale di Federico Barbarossa che nel 1152 confermava il potere del vescovo di Vercelli. Mentre già nell'unicesimo secolo il cronista Giovanni Benvenuti nella sua Storia d'Ivrea cita una famiglia di feudatari chiamata De Turre Canepitii che dimostra la diffusione del toponimo.
Nel 1227 il feudo, diventato intanto patrimonio del vescovo di Ivrea, viene infeudato ai San Martino che rappresentavano la longa manus del potere sabaudo che si era determinato nel canavese a partire dal matrimonio fra Adelaide di Susa e Oddone di Savoia.
I San Martino danno vita ad un ramo autonomo e restano al potere fino a quando, attraverso le politiche matrimoniali, il titolo comitale non passa a Francesco Andrea San Martino di Valperga, nella metà del Settecento.
Fra XIV e XIII secolo, il canavese è coinvolto negli scontri fra Guelfi e Ghibellini. Il conte Guglielmo II San Martino della Torre fu il primo ad aderire alla lega dei nobili del canavese. Le lotte signorili si sovrappongono le jacqueries pauperiste dei Tuchini, scoppiate come fenomeno di resistenza all'erosione dei beni comuni e degli usi civici, ma sobillate dai marchesi del Monferrato che, insieme ai Visconti di Milano, volevano estromettere i Savoia dalla regione.
Torre è al centro di scorrerie di banditi: le cronache ci informano di un accordo fra trentadue capofamiglia torresi e i signori, nel 1263, per sconfiggere i fuorilegge. Alla fine del secolo, i Savoia, dopo aver finalmente avuto ragione delle forze che si contrapponevano loro nel canavese, multa la comunità torrese per i disordini del tuchinaggio.
Ardizzone dei San Martino di Torre si assoggetta ai Savoia nel 1351 insieme agli altri San Martino.
Nel 1384 viene firmata la pace. Il rappresentante eletto a rappresentare i torresi fu un certo Antonio Faletti.






