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Foto Salmour:
2012, 2009, 2008

Salmour è situato nel Piemonte in Provincia di Cuneo. Il 2 agosto si festeggia il Patrono, Sant'Eusebio. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo.

Confina con i comuni di: Cherasco, Cervere, Narzole, Fossano e Bene Vagienna.

Indice

Biblioteche

  • Biblioteca Civica, via Vittorio, 57

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Cooperativa Sociale la Quercia Soc. Coop. - Onlus, Via Fossano, 9
  • Mani Amiche Onlus, Via Vittorio Emanuele, 1

Bibliografia

  • Salmour: Documenti ed episodi storico-artistici d'età moderna, Igor Ferraro (2005)
  • Origine storica di Borgo Sarmatorio detto Sarmore e stipite romano-sarmato de' fossanesi, ricerche del dottore medico-chirurgo Bianco Giuseppe, Stamp. della Gazzetta del Popolo (1869)

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1848) Goffredo Casalis così descrive il comune:

Salmour (Sarmatorium), com. nel mand. di Trinità, prov. di Mondovì, dioc. di Fossano, div. di Cuneo. Dipende dal senato di Piem. intend. prefett. ipot. di Mondovì, insin. di Bene, posta di Trinità. È situato a maestrale di Mondovì, sulla destra sponda dello Stura meridionale, e del Laveggio. Giace in perfetta pianura: è distante quattro miglia dal capo di mandamento, e dieci da quello di provincia.

Lo Stura divide questo territorio da quello di Fossano; contiene trote ed altri pesci d'inferior qualità. Non gli sono aggregate alcune frazioni: il comune è quasi tutto diviso in cascine isolate, tranne un piccolo abitato. Quattro ne sono le vie comunali; una tende a Fossano; un'altra a Bene; la terza alla Trinità; la quarta a Narzole; trovansi tutte in mediocre stato: di tre miglia è la lunghezza di quella per a Fossano, Bene, e Narzole: quella per alla Trinità è lunga miglia quattro.

Il territorio non è bagnato da alcuna corrente d'acqua; ond'è che va soggetto quasi ad annuali siccità: non vi esistono nè fonti d'acqua viva, nè pozzi: gli abitanti non puonno profittare che dell'acqua di alcune cisterne. Il suolo fornisce mediocri ricolte di cereali, e di uve; ma è da notarsi che il grano di Salmour è ricercato per le sementi. Di qualche rilievo è il prodotto dei boschi.

La chiesa parrocchiale, costrutta or son due secoli, è sotto l'invocazione dei ss. Apostoli Pietro e Paolo. Oltre la parrocchiale evvi una confraternita dedicata a s. Agostino. A vantaggio dei poveri vi fu eretta una congregazione di carità, di cui per altro sono tenui le rendite; il cimiterio giace nella prescritta distanza dall'abitato, a tramontana del villaggio, presso la via che tende a Narzole.

Vi sono bei palazzi di villeggiatura, e distinguonsi quelli del conte Gabbaleone di Salmour, del marchese Chanaz s. Amour, ora spettanti il primo al barone Crova di Vaglio, ed il secondo al sig. Tommaso Franco.

Gli abitanti sono assai robusti, attivi, e costumati.

Cenni storici. Salmour, o Salmatore in diplomi del secolo X, trovasi indicato col nome di Sarmadorium. A mezzodì di questo villaggio presso lo Stura incomincia una campagna già detta Sarmazza, il cui nome verosimilmente proviene dai Sarmati, antichi popoli, i quali sotto un prefetto governavano la vicina città di Pollentia, come c'insegna la Notizia delle dignità dell'impero, sect. LXV. Praefectus Sarmatarum Gentilium in Liguria, Pollentiae.

Coll'atto del 12 febbrajo 1028, con cui Abellonio figliuolo di Alineo, che militò sotto Rogerio conte di Aurate, ed Amaltruda sua moglie, consignori di Monfalcone e di Salmone, fondavano l'Abbazia di s. Pietro di Savigliano, e fra le altre cose che diedero per tal fondazione evvi pure quanto possedevano in Sarmatorio.

I primitivi signori di Monfalcone e di Salmour, che furono gli stipiti di non poche altre nobili famiglie, è assai probabile che fossero della stessa prosapia; perocchè eglino tutti professavano di vivere secondo la Salica legge: ed in tutte le paci da loro conchiuse si trovarono sempre uniti a soscrivere i trattati. Al certo erano essi molto possenti, e dal sopraccennato atto del 1028 si vede che oltre Salmour e Monfalcone già possedevano Lu e Cuccaro, forti castelli del Monferrato; e posteriormente ebbero eziandio giurisdizione sopra Vignolo, Caraglio e Surzana, ora contrada di Dronero, e sopra diversi altri luoghi, che da loro passarono ai marchesi di Busca.

Nel 1156 il luogo di Salmour insieme con quelli di Monfalcone, Cervere e Savigliano era posseduto in feudo da un Anselmo figliuolo di un Oberto, a cui ne confermava la giurisdizione il vescovo d'Asti Anselmo, come si ricava dal libro verde di quella città.

Anticamente il luogo di Salmour trovavasi munito di buone fortificazioni, ed era assai più popoloso che non lo è di presente; ma dicadde assai allorchè due terzi de'suoi abitanti andarono a stabilire la loro dimora nelle novelle città di Cherasco, e di Fossano. Dai signori di esso che ne portavano il nome, ed eran possenti ebbero origine varie distinte famiglie del Piemonte, come già notammo.

Un Jacopo de' signori di Salmatore sostenne un grave litigio col marchese di Saluzzo Manfredo per causa del feudo di Caraglio; ma tale litigio ebbe poi termine mercè di un aggiustamento avvenuto per opera dell'arcivescovo di Colonia che allora trovavasi in Piemonte. Nel 1228 un Gioanni dei signori di Salmour veniva promosso alla dignità di abbate di Staffarda.

Guglielmo Bollero, favorito di Carlo I d'Angiò re di Napoli, ottenne poscia il feudo di questo paese, e vediamo che nella pace stipulatasi nel 1276 tra gli astigiani e gli albesi, fu stabilito che Castrum Sarmatoris quod tenent Bolleri penitus dissipetur, et diruatur, et funditus eradicetur ad voluntatem communis Albae et Foxani.

Il figliuolo dell'anzidetto Guglielmo, denominato Bollerino, fu nel 1309 investito di questo feudo dal commissario di Roberto figlio del re Carlo II. La regina Gioanna per ricompensare i Bolleri dei servigi militari che le avevan prestato, donò ad essi Centallo, la vallea di Stura, e varii luoghi della Provenza. Mellenchino Bollero, oltre i sopraccennati feudi, nel 1419 era padrone di cinque parti di Castelmagno; ed un Innocenzo nel 1463 fu vicario di Cuneo pel duca di Savoja.

Ai tempi di questo Innocenzo Bollero aveva signoria sovra una parte di Salmour un Antonio Fregoso genovese, il cui figliuolo Gandolfo la vendette a Franceschino Bollero.

Circa l'anno 1559 i Bolleri alienarono questo feudo ad Antonio Tesauro protomedico ducale, e conte palatino, il cui nipote Alessandro se lo fece erigere in contado, che passò quindi ai Gabaleoni di Andezeno, e Baldichieri.

Salmour già apparteneva alla diocesi d'Asti, e ne venne smembrato nell'anno 1592.

Tra i nobili che ebbero giurisdizione feudale su questo villaggio se ne notano parecchi degni di memoria, cioè:

Alessandro Tesauro de' conti di Salmour coltivò le lettere e la poesia: scrisse in versi toscani un'opera sui filugelli; e dettò molte poesie che si trovano sparse in varie raccolte; morì nel 1621; ebbe sepoltura nella cappella di sua famiglia posta nella chiesa di s. Francesco di Fossano: ivi fu allogata una lapide con una lunga epigrafe latina che ne ricorda i talenti ed i meriti.

Carlo Antonio Tesauro, figliuolo del precedente, fu abbate di s. Pietro di Muleggio di Vercelli; insegnò il diritto canonico nella università di Torino: condottosi a Roma vi ebbe la carica di penitenziere maggiore in s. Pietro: compose un libro di dissoluzioni pratiche delle scomuniche, che fu stampato in Roma nel 1640.

Emanuele Tesauro de' conti di Salmour, fu oratore ed istorico venuto in grande riputazione ai suoi tempi: ebbe le divise di cavaliere gran croce de' ss. Maurizio e Lazzaro. Molte sono le opere che uscirono dalla sua penna. Vedi l'articolo Fossano, in cui si è pur fatto cenno di Ludovico Tesauro dei conti di Salmour, che fu profondamente versato nella giurisprudenza, pervenne all'alta carica di presidente nell'eccellentissimo senato di Torino, e stampò varie sue letterarie produzioni.

L'illustrissimo sig. conte di Salmour, padre del vivente conte Roggero, si diede allo studio della diplomazia, e sostenne la carica di ambasciatore presso la corte di Sassonia.

Appo gli abitanti di questo villaggio vive la fama dell'esimio sacerdote Melano, dottore in ambe leggi, il quale fioriva sul principio di questo secolo, ed era meritamente in voce di eccellente giureconsulto.

L'avvocato Domenico Melano, fratello del precedente, nacque in Salmour alli 23 dicembre 1761; laureossi nella torinese università il 23 aprile 1790; fu eletto ad avvocato dei poveri presso il senato nazionale nel secondo giorno d'ottobre del 1800: ebbe poi la nomina di giudice di pace presso il tribunale di Cuneo. La società d'agricoltura, scienze ed arti del dipartimento della Stura lo volle suo sozio: l'avvocato Melano morì giudice a Cuorgnè in giugno del 1822.

Taro Gian Luigi, intraprese la carriera dell'armi: seguì i vessilli francesi: combattè in tutte le guerre della repubblica di Francia e dell'Impero; ricevette molte ferite: venne promosso al grado di capitano: ed è insignito delle divise della legion d'onore.

Popolazione 900 circa.