GUIDA  Avellino/Murale della pace

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Murale della Pace

Il Murale della pace, si trova nella chiesa parrocchiale di San Francesco d'Assisi del Borgo Ferrovia ad Avellino, copre l'intera parete absidale, è alto 6,3 metri ed è lungo 22 metri, occupa una superficie di circa 130 mq.

L'affresco mostra orribili scene di guerra, di distruzione e di cadaveri; sono illustrati patiboli con i condannati appesi, militari con armi spianate, edifici distrutti, sopravvissuti (lato destro), nella “zona di San Francesco” o zona della “pace” (lato sinistro) c'è gente triste, attonita e pietrificata, non c'è un sorriso, evidentemente i personaggi respingeno la “Grazia”, rifiutando San Francesco d'Assisi!

Fu realizzato tra il maggio 1964 e l'ottobre 1965 dall'allora giovanissimo pittore avellinese Ettore De Conciljis insieme al collega Rocco Falciano (artista lucano).

Il titolo in origine era: Pace, bomba atomica e coesistenza pacifica, in seguito è divenuto, più semplicemente, Murale della pace. L'affresco fu inaugurato il 23 ottobre 1965.

Fin dalla sua inaugurazione gran parte della critica artistica considerò quest'opera controversa, non adatta ad un luogo di culto cattolico, quale è una chiesa parrocchiale.

Quest'opera non risponde ai criteri minimi dell'Arte Sacra Cristiana, infatti non presenta alcun elemento spirituale, ascetico e mistico. Essa non presenta gli elementi teologico-spirituali che conducono l'osservatore a sentimenti spirituali verso la conoscenza di Dio e della sua Rivelazione. L'opera di Deconcilijs e di Falciano non mostra alcuna assimilazione della Rivelazione, mostra, invece, orrende scene di guerra e di distruzione! Questo murale non fornisce un'adesione alla coscienza spirituale della Chiesa Cattolica. Il lavoro non è “segno della Chiesa pellegrina sulla terra”, ne tanto meno l'opera è “immagine della Chiesa già beata nel cielo” .

Nell'insieme l'opera appare confusa”, a tale proposito il critico d'arte Stefano Orga scrive: “Come si può notare la cifra stilistica dei due autori non è univoca, né congruente, ma appare confusionaria e disordinata, probabilmente ciò è stato realizzato proprio per creare nell'osservatore reazioni contrastanti ed inquietanti. L'opera presenta numerosi richiami e citazioni di lavori di altri autori, la complessità espressiva è simile al celebre murale “Detroit industry” realizzato nel 1932-1933 da Diego Rivera; si intravedono i colori di “Guernica” del 1937 di Pablo Picasso, al lato destro dell'osservatore; il disordine e la confusione di “Occupazione delle terre incolte in Sicilia” del 1949-1950 di Renato Guttuso, a lato sinistro. Alcuni personaggi dipinti sembrano ispirarsi alle opere di George Grosz.” [Cfr: http://www.contattolab.it/il-murale-della-pace-ad-avellino/]