GUIDA Bari/Basilica Pontificia di San Nicola
Indice[nascondi] |
Storia
E' una delle cinque basiliche palatine di Puglia ed è un capolavoro del romanico pugliese; fu costruita per ospitare le reliquie di san Nicola.
Nicola di Patara, nella Licia, vescovo di Mira, lì vi morì nel 326 a.C. La salma venne trafugata nel 1087 da 62 marinai baresi che la traslarono nella chiesa dei Benedettini, affidandola all'abate Elia che da lì a poco sarebbe divenuto il vescovo di Bari. Elia ottenne dal duca Ruggero l'autorizzazione a costruire una nuova chiesa che avrebbe accolto le spoglie del santo. La Basilica fu edificata nel luogo dove era la corte del Catapano bizantino. La chiesa conserva, difatti, molti manufatti (lastre, pietre, capitelli) originari della fabbrica greca ed, addirittura, altri elementi orientali più antichi. Nelle decorazioni dei mosaici alcuni studiosi ritengono, addirittura di scorgervi il monogramma di Allah.
La cripta venne consacrata già nel 1089 da papa Urbano II; questi, nove anni dopo, qui vi tenne un concilio ecumenico. La chiesa completata venne consacrata dal vescovo Corrado di Hildesheim, alla presenza di Enrico II di Svevia, nel 1197.
Nel 1451 furono aggiunti gli arconi al principio della navata per motivi statici.
In epoca barocca furono pepetrate delle ignominiose aggiunte e mutilazioni - con chiusura dell'esaforato e delle cappelle - fortunatamente riparate dai successivi restauri che hanno riesumato le forme originali.
Descrizione
Esterno
- Facciata
La facciata a salienti è tripartita da lesene che separano gli spioventi dalla navate centrale. La facciata è chiusa da due tozze e maestose torri: la torre del catapano e la torre delle milizie. I portali laterali sono iscritti in un complesso gioco di archi ciechi, formato da un arcone che ingloba due archetti: lo stesso gioco è presente nella sezione centrale, ma non sul portone, bensì affianco all'ingresso, fra l'archivolto e la lesena marcasezione. Entrambe le lesene, inoltre, poggiano su colline alveolate.
L'ingresso mediano è inscritto in un bel protiro incorniciato da figure zoomorfe stilofore.
Gli stipiti della porta presentano una serie di arabeschi e decorazioni di gusto musulmano di grandissimo pregio. Nella lunetta è raffigurata la quadriga del sole, con una rappresentazione dell'imperatore in gloria.
Gli ingressi delle navate minori sono, invece, semplici: con un arco che disegna una lunetta cieca a coronamento.
La facciata è aperta da varie luci. Appena sopra gli ingressi sono delle monofore, seguite da bifore. Solo la sezione centrale ha, ancora, un altro livello aperto da una bifora sormontata da un piccolo oculus.
Lungo tutta la cornice terminale corre un merletto di archetti ciechi.
- Le torri
Particolarmente elegante è la torre delle milizie, a destra. E' decorata con la medesima cornice ad archetti ciechi delle navate, e da una serie di lesene, nella sezione superiore. Il primo piano, più semplice, è aperto da un arco che conduce verso il fianco. La torre del catapano, a sinistra, è l'attuale torre campanaria. Ha un aspetto più semplice, con un basamento composto da un particolare bugnato rustico con pietre grezze e di differenti tagli, ed ha un unico corpo quadrangolare aperto dall'unica cella campanaria.
Entrambi i nomi delle torri sono imputabili ad una dottrina che vuole queste strutture entrambi legate all'antico palazzo del catapano bizantino. Si tratterebbe di torri-fortezza. Altra dottrina, però, ritiene che si tratti di costruzioni risalenti al mille.
- I fianchi
I fianchi della chiesa sono caratterizzati dal meraviglioso esaforato: una serie ininterrotta di rappresentazioni fitomorfe, bestiari, capitelli antropomorfi e arabeschi, da alcuni attribuiti al maestro della Cattedra di Elia (vedi più avanti). Sotto all'esaforanoto, sul lato destro, sono dei meravigliosi arconi che dotano la struttura di grande leggerezza.
L'ultimo tratto del fianco sinistro, invece, è occupato dalla trulla, originale torre cilindrica ritenuta il battistero dell'originale fabbrica bizantina e riconvertita a sacrestia fra Seicento e Settecento. L'ingresso laterale sinistro è la superba Porta dei leoni, databile fra X e XI secolo. Molto bella, ma più rovinata dal tempo è la porta del lato destro.
- La facciata posteriore
Ingloba i bracci del transetto e le absidi. A destra c'è una torre campanaria. Il rosone absidale è considerato un capolavoro assoluto del romanico pugliese.
Interno
La chiesa è a tre navate a pianta rettangolare conclusa da tre absidi. Lungo la navata centrale corrono i matronei. Il soffitto a cassettoni con varie tele è opera di Carlo Rosa (1661). Le navate minori hanno volte a crociera. I capitelli delle colonne della navata, dei matronei e dell'iconostasi sono meravigliosi; molti ne attribuiscono la fattura al Maestro d'Elia.
- Navate
Le cappelle delle navate conservano pregevoli monumenti:
- I cappella a destra, è la Cappella di San Girolamo; custodisce una tela opera di Giovanni Bellini (da alcuni attribuita a Costantino da Monopoli)e l'imponente sarcofago cinquecentesco del canonico Giacomo Bongiovanni
- II cappella a sinistra, tomba di Roberto da Bari, gran cancelliere di Carlo I d'Angiò
- IV cappella a sinistra, tomba di Pietro de Moreis
- Crociera e transetto
- Al centro del presbiterio è il meraviglioso ciborio, sincretico capolavoro che fonde elementi comacini a bizantini (1150)
- Dietro è la celeberrima Cattedra d'Elia (XII secolo). Si tratta di una sedia episcopale di grandissimo pregio che stupisce per la drammaticità e per il verismo delle raffigurazioni antropo e zoomorfe che la compongono. Notevoli sono le cariatidi e le leonesse che la reggono; assolutamente ammalianti sono le incisioni e gli arabeschi che la ricoprono.
- Abside centrale: preziose tracce di pavimento musivo bizantino del XII secolo.
- Mausoleo di Bona Sforza: si tratta di un elaborato monumento tombale disegnato dal polacco Tomasz Treter, e decorato con sculture realizzate dai carraresi Andrea Sarti, Francesco Zagarella e Francesco Bernucci a Napoli nel 1593. Bona, regina di Polonia e duchessa di Bari, è raffigurata in ginocchio fra le state di San Nicola e san Stanislao
- Transetto destro, vi è la celebre icona del San Nicola Nero (XVII secolo) e l'altare dedicato al patrono, maestoso capolavoro barocco di scuola napoletana, opera in argento degli scultori Domenico Marinelli e Ennio Avitabile
- Abside destro: pregevole trittico (1451) di Rico da Candia; la Madonna della passione fra San Giovanni e San Nicola
- Alle pareti affreschi di Giovanni di Taranto (1304): scene di San Martino
- Abside sinistra, conserva un capolavoro di Bartolomeo Vivarini, di scuola veneziana, composto da una tela raffigurante la Madonna in trono con quattro santi (1476) e una lunetta.
- Cripta
Si tratta di un meraviglioso ipogeo che si estende sotto la crociera. La colone sono tutte realizzate lavorando pietre preziose di provenienza orientale. Preziosissimi i capitelli, di svariate fogge.
Sotto l'altare sono le ossa di San Nicola. Sopra vi è una splendida icona bizantina donata nel 1319 da re di Serbia. Raffigura il santo patrono fra Maria, Gesù e i donatori; è coperta da una magnifica filigrana di oreficeria siciliana del XV secolo.
Galleria Foto
Esterno
- Errore nella creazione della miniatura: Parametri miniatura non corretti
Galleria Foto
Interno
Galleria Foto
Cripta di San Nicola