GUIDA  L'Aquila/Edifici Religiosi

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Chiesa della Madonna del Soccorso.
Fu costruita tra il 1469 ed il 1472presso Porta Castello, come atto di devozione ad un'immagine della Vergine, adiacente al Convento dei Padri Olivetani, il cui stemma compare sull'architrave del portale della chiesa.
Vi possiamo ammirare all'esterno la bella facciata bicromatica attribuita a Silvestro dell'Aquila(seconda metà del XV secolo) e l'affresco nella lunetta del portale raffigurante la Madonna con Bambino e Santi, opera di Paolo da Montereale (seconda metà del XV secolo); all'interno l'altare marmoreo, opera di Andrea dell'Aquila (seconda metà del XV secolo), la tomba di Jacopo di Notar Nanni (inizi del XVI secolo) e il Monumento Petricca (inizi del XVI secolo). La pianta ha forma di croce ed è composta da un'unica navata, un transetto terminante con due cappelle alle estremità ed un coro rettangolare.
Chiesa di San Silvestro.
Posta sull'omonima piazza, il primo impianto è del XIII secolo e fu fatta costruire dagli abitanti di Collebrincioni; più volte ricostruita nel XIV secolo, conserva l'impianto originario a tre navate suddivise da colonne, terminanti con tre absidi poligonali, assente il transetto. La facciata è semplice: rettangolare, bipartita e con coronamento superiore, reca un unico portale monumentale sormontato da un rosone; nella lunetta il bassorilievo rappresentante l'Agnus Dei.
All'interno sono custodite pregevoli opere d'arte: nel catino absidale maggiore gli affreschi datati tra fine XIV ed inizi XV secolo, attribuiti ad un ignoto pittore chiamato convenzionalmente il Maestro di San Silvestro; gli affreschi della seconda metà del XV secolo di Paolo e suo figlio Francesco da Montereale; il Battesimo di Costantino del pittore caravaggesco Baccio Ciarpi; la Cappella Branconio, posta al termine della navata di sinistra, che un tempo ospitava la tela della "Visitazione", opera di Raffaello oggi conservata a Madrid.
Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
La leggenda vuole che il fondatore della chiesa sia stato l'eremita Pietro da Morrone che, mentre si trovava nella città appena fondata, ebbe un sogno nel luogo detto Collemadio in cui la Vergine gli ordinava di costruire lì una chiesa in suo onore. Tornato al Monastero di Santo Spirito l'eremita inviò a L'Aquila due monaci suoi confratelli, con l'ordine di comprare quel luogo per iniziarvi la costruzione, che infatti cominciò nel 1287. In effetti di leggendario c'è solo il motivo che indusse il futuro papa Celestino V ad iniziare la costruzione della chiesa, perché tutto il resto della storia è provato dai documenti di compra-vendita ritrovati nell'archivio dell'annesso Monastero.
La basilica venne consacrata nell'agosto del 1288 o agli inizi del 1289, ma era ancora incompiuta nel 1294, quando vi venne incoronato Papa il suo costruttore. La costruzione della chiesa continuò per tutto il Medioevo, così come pure la realizzazione dell'apparato decorativo interno ed esterno, di cui bisogna senz'altro segnalare all'esterno l'affresco della lunetta del portale sul fianco sinistro, realizzato da Antonio di Atri nel XIV secolo. All'interno segnaliamo gli affreschi risalenti alla fine delXIV secolo e l'Arca di Celestino V, commissionata nella prima metà del XVI secolo dall'Arte della Lana, la corporazione mercantesca più influente e ricca della città e del contado aquilano, ad un certo Geronimo di Vicenza. :L'aspetto architettonico attuale della chiesa è il risultato di un contestatissimo intervento di restauro operato negli Anni Settanta, volto a restituire alla chiesa il suo aspetto medievale, con la distruzione totale della fase barocca e dei continui interventi successivi, necessari alla riparazione dei danni causati dai numerosi terremoti che colpirono la zona tra il XVII ed il XIX secolo.
Chiesa di Santa Giusta.
Dedicata alla celebre martire di Bazzano, fu costruita nella seconda metà del XIII secolo, ma la facciata è del secolo successivo e sulla lunetta del portale è un affresco della metà del XVI secolo, eseguito dall'artista abruzzese Giovanni Antonio da Lucoli. L'interno, barocco, conserva il coro ligneo del XV secolo e pregevoli dipinti di XVII secolo di Baccio Ciarpi e Giuseppe Cesari.