GUIDA La Thuile/Ghiacciaio del Rutor
Descrizione
Il monte che dà il nome al ghiacciaio è la Testa del Rutor (q. 3.486), spartiacque fra il Vallone di La Thuile e la Valle di Valgrisenche. Da questa vetta si possono ammirare, oltre alle montagne presenti in territorio francese: il Gran Combin, il Cervino, la Grivola, il Gran Paradiso, la Grande Rousse e le Catene del Monte Bianco e del Monte Rosa. L'etimologia del nome comprende il termine "monte a guglia" (Tor) e "distesa di ghiaccio" (ruise), ovvero: una roccia che emerge dal ghiacciaio.
Il ghiacciaio, sito nel settore meridionale del territorio comunale ed alla testata del Vallone del Rutor, ricopre una superficie di circa nove chilometri quadrati per una lunghezza approssimativa di otto chilometri ed è attorniato dalle seguenti quote di rilievo: Pointe des Invergneures (q. 3.019), Col de Planaval (q. 3.009), Monte Flambeau (q. 3.009), Monte Chatean Blanc (q. 3.423), Testa del Rutor (q. 3.486), Punta d'Avernet (q. 3.270), Pointe Loydon (q. 3.147), Monte Grand Assaly (q. 3.172).
Alle sue propaggini, a nord ovest, le acque di sgelo formano il Lago Newves (q. 2.552), il Lac des Serac (q. 2.385), il Lago Verde (q. 2.532) e quello Grigio (q. 2.528) (per la loro differenza cromatica delle acque: in uno verdastre e nell'altro quasi bianche), il Lago del Rutor (q. 2.419; è sovrastato dalla balza rocciosa sopra la quale si trova il Lago Superiore ed il Lago Glaciale Marginale).
Miti e Leggende
- La leggenda del Rutor
- I Laghi del Rutor
Un giorno un cacciatore decise di andare a caccia nella zona del Lago del Rutor (a quel tempo gli attuali Lago Verde e Lago Grigio costituivano un’unica entità) e mentre camminava sul sentiero vide spuntare all'improvviso una lepre bianca. Imbracciato il fucile fece fuoco due volte senza però colpire l’animale e, stupitosi per il doppio errore (infatti era considerato un tiratore molto bravo) si mise ad inseguire la lepre che, diretta verso il lago, si infilò in una tana e non ne uscì più. Fermatosi sulla sponda, dopo aver messo a terra un segno per poter controllare se il livello delle acque fosse in aumento (a quei tempi la massa d’acqua di fusione era notevolmente superiore che ai giorni nostri e costituiva una grande minaccia di esondazione per la cittadina di La Thuile), mangiò un boccone, si appisolò e sognò... la lepre bianca (era quasi certo di averla colpita ma questa non aveva versato una goccia di sangue... strana storia!). Al risveglio andò a controllare il livello del lago e vide che questo era salito di un dito. Si diresse allora verso il punto da cui le acque defluiscono a valle per vedere se c'era qualcosa che ne impedisse la corsa e nel frangente si sentì chiamare. Voltatosi, vide un vecchio amico che seduto tranquillamente su una pietra lo guardava sorridendo (ma,questi era morto qualche anno prima). Il cacciatore fu colto da grande spavento e fatto un passo indietro stava per scappare quando il "fantasma", parlando con molta dolcezza, gli disse: "Non aver paura, non ti porterò alcun danno, non mi riconosci dunque più?". "Si" rispose il cacciatore "ma non immaginavo di rivederti sapendo che sei morto da tanto tempo". E dicendo quelle parole tremava sempre di più. Il fantasma lo incaricò di portare un messaggio alla sua famiglia, facendosi promettere che non lo avrebbe ripetuto a nessun altro. Il cacciatore, fattosi coraggio, chiese al fantasma che in cambio del servigio da svolgere gli rivelasse se il lago avrebbe provocato ancora grandi disastri. "Questo è un segreto al di sopra delle mie capacità, ma se tu prenderai l'impegno di non usare più il tuo archibugio qualunque animale ti si pari davanti,fossero pure camosci, volpi argentate o galli cedroni, il lago non sarà più nemico". Si salutarono ed il cacciatore, che aveva resistito fino ad allora, scappò e dopo aver percorso qualche centinaio di metri, prima di inforcare il sentiero che scende sulla cittadina, si girò un attimo e vide che la lepre bianca saliva verso la cima del Monte Rutor. Giunto in paese si mise a letto e vi restò ammalato per due settimane. Nel frattempo aveva mandato a chiamare la famiglia dell'amico morto e aveva riferito il messaggio che gli era stato affidato. Non mancò alla promessa fatta e non svelò mai a nessun altro ciò che il fantasma gli aveva confidato; mise l'archibugio nell'armadio e non lo usò più.