GUIDA Matera/Castello Tramontano
Il Castello Tramontano sorge sulla collina di Lapillo, uno dei punti più alti della città, a dominare l'intero centro storico di Matera dall'esterno della sua antica cinta muraria, le nuove zone d'espansione della città e la piazza del mercato..
Di chiaro stile aragonese, con un maschio centrale e due torri laterali rotonde, la sua costruzione iniziò nel 1501 per volere del Conte Gian Carlo Tramontano, feudatario di Matera, tenendo come modello il Castel Nuovo di Napoli. Il Conte Tramontano, Maestro della zecca di Napoli,ambizioso e senza scrupoli,ottenne l'investitura della contea di Matera con intrallazzi vari,divenendo feudatario della città. Alienatosi l'animo del suo popolo con gratuite crudeltà,quali lo jus primae noctis e l'imposizione di molte tasse, sapendosi odiato dai suoi sudditi, si fece costruire il suddetto castello merlato dai 3 saldi torrioni, dove, in caso di rivolte, potesse asserragliarsi e difendersi offendendo.
Pare comunque che il maniero dovesse essere il fulcro di un sistema di fortificazioni ben più ampio ed articolato che avrebbe compreso la torre ritrovata sotto il piano di calpestio di Piazza Vittorio Veneto (quasi una copia delle torri del Castello), all'interno del Palombaro Lungo, servendosi probabilmente dell'acquedotto sotterraneo che dalla collina di Lapillo portava acqua potabile ai palombari sotterranei della piazza.
Tuttavia i progetti del Conte non furono mai portai a termine ed il Castello restò dunque incompiuto.
Indebitato all'inverosimile, tassò i Materani con gravose imposte per finanziare la costruzione del suo maniero e mantenere uno stile di vita sfarzoso, ma il popolo "bue", stanco dei continui soprusi, si ribellò e uccise il tiranno nella rivolta.
Il 29 dicembre 1514 il Conte, appena uscito dalla Cattedrale, fu ucciso in una via laterale della stessa, che in maniera eloquente prese il nome di Via Riscatto.
Di quell'episodio vi è tutt'oggi traccia in un'incisione all'interno della Chiesa di San Giovanni Battista. Il ricordo del tirannicidio è impresso nello stemma cittadino: "Bos lassus firmius figit pedem"- Il bue stanco conficca il piede più a fondo-. Il motto riflette la storia di questo popolo eroico,continuamente oppresso,stanco di subire,che si ribella al giogo feudale, e il terribile maniero, nella sua magnifica incompiutezza di gigante amputato dall'imprevedibilità della Storia, resta l'emblema eroico dell'azione reattiva di un popolo stanco.
Di recente è stato interessato da importanti lavori di restauro che dovrebbero renderlo finalmente fruibile a chiunque voglia visitarlo. Tutt'attorno è ancora in fase di realizzazione un parco che potrà dargli il giusto risalto.