GUIDA Napoli/Chiesa del Gesù Nuovo
E’ la seconda chiesa che i gesuiti costruirono a Napoli quando, con la Controriforma, iniziarono la loro opera installandosi nelle principali città europee: la prima chiesa gesuitica, infatti, il Gesù Vecchio, si trova in via Nilo.
Indice[nascondi] |
Storia
Il Gesù Nuovo fu realizzato fra il 1584-1601 da padre Giuseppe Valeriani, che riattò il Palazzo dei Principi di Sansevero, opera datata 1470, di Novello di San Lucano. Il notevole bugnato a punta di diamante che caratterizza la facciata, infatti, risale direttamente la palazzo originario. La chiesa consta di tre portali. Quello mediano risale al palazzo, nella parte interna, mentre le elaborate decorazioni della parte esterna furono realizzate espressamente per la chiesa, nel 1695, da Bartolomeo e Pietro Ghetti. Nel 1639, gli interni vennero completamente rifatti da Cosimo Fanzago, per sanare i danni causati da un incendio. La prima cupola della chiesa fu rifatta nel 1688, dopo un crollo, ma, nuovamente pericolante, fu sostituita dall’attuale nel 1786, su progetto di Ignazio Di Nardo. I contro pilastri e i sott’archi, furono aggiunti nel 1771, su progetto di Ferdinando Fuga.
Descrizione
Esterno
La facciata, molto insolita, è a salienti, tripartita, completamente rivestita da un elegante bugnato a punta di diamante in piperno. I portali laterali sono sobri, lunettati, e sormontati da ampi finestroni decorati con timpano triangolare. Il portale principale è estroso e monumentale. Fiancheggiato da colonne alveolate e stipiti riccamente decorati con motivi fitomorfi e mensole, e sormontato da un ricco timpano spezzato. Le cornici sono decorate con ovuli, anche sulle sime, controsoffittate da lacunari. Sulle sime riposano due statue raffiguranti angeli adagiati. Al centro del timpano, c’è una ricca decorazione con volute, ed una testa di cherubino incorniciata da ali. Il fregio è sormontato da un altro altorilievo che termina con un monogramma di Cristo, stretto fra volute e sormontato da una valva, e sorretto da due puttini in altorilievo. Un vasto finestrone si apre sopra il portale: la finestra, ad arco ribassato (di chiara derivazione gotico catalana) è architravata e chiuso da lesene di gusto tardorinascimentale.
Interno
A croce greca, irregolare, decorato con vivaci marmi policromi e affreschi. Gli affreschi che decorano le volte sono separati da stucchi ed altri affreschi recanti decorazioni luministiche, motivi fitomorfi e tromp l’oeil. Tutta la cupola, aperta da luci nella sezione inferiore, è decorata con tromp l’oeil raffiguranti lacunari e la lanterna.
- Navata principale
Sulla controfacciata è presente la Cacciata di Eliodoro, di Francesco Solimena, del 1725. Notevoli le volte: si tratta di una Concezione e Presentazione al tempio, opera (parte centrale) di Paolo De Matteis e Bellisario Corenzio (lati), del 1638. I pennacchi della cupola raffigurano gli Evangelisti, di Giovanni Lanfranco, 1635.
- Navata destra
- I cappella. Decorazioni marmoree (1611) di Vitale Finelli, Costantino Marasi (1620). Altare di San Carlo Borromeo, di GiovanBernardino Azzolino, Ss. Aspreno e Aniello di Cosimo Fanzago.
- II cappella. Affreschi di Luca Giordano, Angeli e putti di Aniello Falcone, Visitazione di Massimo Stanzione.
- Navata sinistra
- I cappella. Madonna con bambino e Santi dell’Azzolino, affreschi de Corenzio, statuaria di D’Auria e Tommaso Montani, ebanisteria di Giovanni Antonio Guerra (1613).
- II cappella. Marmi di Mario Marasi e Giovanni Maria Valentini (1600). Ai lati statue coeve di Sant’Andrea di Michelangelo Naccherino e San Matteo di Pietro Bernini, padre di GianLorenzo. In alto, San Giovanni Evangelista e il Battista, di Giovanni D’Auria e della bottega del Naccherino. Sui timpani, angeli di GM Valentini. Sull’altare, natività di Girolamo Imparato (1602).
- Transetto
- A destra, affreschi di Bellisario Corenzio (1637). Altare opera di Donato Vannelli, Antonio Solaro e Giuliano Finelli (1642), statuaria di Fanzago e del Naccherino, tela principale di Azzolino, tele minori di Luca Giordano.
- Lato sinistro. Meraviglioso altare di Cosimo Fanzago, con statue raffiguranti Geremia e Davide.
Al centro, grande tela di Giuseppe De Ribera, detto la spagnuoletto, Sant’Ignazio in gloria e l’approvazione della regola.
- Presbiterio
Opere di Massimo Stanzione (1640) sulla volta a botte. Ai lati, organi del Seicento. Altare maggiore; modesta struttura architravata (1854), opera di Raffaele Postiglione.
- Altri ambienti
- Cappelle del transetto. Imponente collezione di reliquiari, affreschi del Corenzio.
- Sagrestia. Pregevoli armadi seicenteschi e tela barocca di Aniello Falcone.
Indirizzo
Riferimenti
- Telefono: 081.55.78.111 - Fax 081.55.78.175 (Palazzo dei gesuiti)
- Orari: 7.30-12.30 e 16.00-19.00 domenica 9.00-13.00 e 16.30-19.00