GUIDA  Pozzuoli/Memorie Storiche

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Anfiteatro Flavio
Anfiteatro Flavio
Il libro L'Italia meridionale o L'antico reame delle Due Sicilie (1860) così descrive il comune:

Pozzuoli, sede vescovile, capoluogo di un distretto delia provincia, e di un circondario, con 12,000 abitanti. Siede sul lato orientale del golfo del suo stesso nome, cinta dall'Olibano, da' colli Leucogei, da' monti Gauro e Monte Nuovo, e da altre colline che vanno a terminare al Capo Miseno. La costa forma un piccolo porto naturale perfettamente riparato. Il suo territorio è fertile e produce buoni frutti, ottimi vini e abbondanti legumi. Tra le sue industrie primeggia quella de' saponi.

Mentre il Notiziario delle particolari produzioni delle province del regno di Napoli (1816) riporta:

Della città di Pozzuoli. Nella regione bruciata, e fra mare e terra sta situata la città di Pozzuoli, in cui si ammirano le tante cose, che formano il teatro dell'antichità, per cui gli uomini delle belle arti, e dell'antico amanti, vi accorrono tutto giorno.

Presenta pur' anche la natura in questo luogo, i fenomeni più rari de' vulcani non ancora estinti, ed anche una diversità di minerali acque, di fuochi sotterranei, di stufe, di esalazioni solfurie, e nel suo tutto è un'ammasso di volcani. Qui vedesi stabilita la fabrica del solfo, dell'alume, e del vetriolo. E poichè il clima di Pozzuoli è caldissimo, e l'agricoltura degli ortaggi s'intende, fa sì, che avanti tempo si hanno e frutta, e carcioffi, e cocozzuoli, e piselli, sebben di piselli in tutti i mesi dell'anno n'è provveduta la piazza di Napoli. Nella marina è pur grande la pescagione di ogni pesce, e pur in ogni tempo.