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Foto Pralormo: 2012, 2009, 2008 |
Pralormo è situato in Piemonte in Provincia di Torino. Il 7 agosto si festeggia il Patrono, San Donato.
Confina con i comuni di: Poirino, Ceresole Alba, Santo Stefano Roero, Monteu Roero, Montà e Cellarengo.
Indice |
Storia
La prima traccia archivistica del comune, con la denominazione di Predaloro, risale al 1065, quando il borgo fu ceduto da Adelaide di Susa al vescovo di Asti. Questi infeudò il comune ai agli Anterisio e ai Gorzano ma, nel 1276, questi ultimi guadagnarono pieni poteri sul borgo.
Nel 1339 Giovanni II Paleologo, marchese del Monferraato e Signore di Asti, alla cui influenza il comune è sottoposto, investe Manfredo Roero: i Roero intrecciano i loro destino col borgo, in quanto manterranno il titolo comitale fino al 1797 e, anche con la caduta del feudalesimo, continueranno a disporre di molte proprietà in Pralormo, influenzandone lo sviluppo urbano.
Dopo Manfredo, nel 1399, il borgo viene spartito fra i tre figli del Roero ed alcuni vassalli: la nobile famiglia, comunque, non sarà l'unica potente signoria di Pralormo. Nel Cinquecento due linee su tre dei Roero si estinguono e le proprietà passano in eredità ad altre signorie imparentate: i Costa di Arignano e Polonghera e i Costa della Trinità.
Nel 1679 Cristina Broglia, vedova di Giorgio Maria Costa della Trinità e di Francesco Amedeo Costa di Polonghera, cede un terzo di possedimenti a Giacomo Beraudo che riceve investitura col figlio Sebastiano del 1680 ed anche il titolo comitale. Contemporaneamente Francesco Costanzo Costa di Polonghera vende l'altro terzo delle proprietà al cognato, Felice Ferrero della Marmora. Così i due rami dei Costa che erano subentrati ai Roero, scomparvero: alla fine, nel 1830 le proprietà vengono definitivamente riunificate grazie alla famiglia Beraudo, quando Carlo, ministro dell'interno sabaudo, acquista le parti restanti dai Roero e dai La Marmora.
Da Vedere
- Parrocchiale dei Santi Giacomo e Donato
- Si tratta di una fabbrica novecentesca che conserva, però, alcuni significativi arredi sacri provenienti dall'antica chiesa, andata distrutta. Si segnala un trittico (1546) raffigurante la Madonna fra i Santi patroni, opera di Jacopino Longo.
- La Spina
- In questa località vi è un bel laghetto artificiale, realizzato nel XIX secolo ricco di specie ittiche. Sullo specchio si affaccia una bella la bella villa dei Ferrero della Marmora, ottocentesca.
- Poco distante è il Santuario di Santa Maria della Spina, che ha dato il nome alla località. Qui era, infatti, un'icona votiva della Madonna che, la leggenda narra, dopo essere stata graffiata da uno spino, miracolosamente sanguinò. Si costruì, quindi, a ricordo del prodigioso evento il Santuario, nel Seicento, anche se l'aspetto attuale è legato agli interventi realizzati verso la metà del Settecento. La facciata è molto curiosa ed originale. E' chiusa da due campanili quadrangolari, ma posti di traverso, e culminanti con una cupoletta a bulbo, di gusto orientale. Un portico semicircolare congiunge gli estremi delle torri campanarie poste ai lati della facciata.
Dove Mangiare
- Ristorante Lago Spina, Regione Spina, 51/bis
- Ristorante Re Carl, Via Torino, 57
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