GUIDA  Rimini/Tempio Malatestiano

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Il Tempio Malatestiano
Il portale del Tempio
Il Duomo
Campanile del Duomo
Facciata esterna laterale

Il Tempio Malatestiano è uno dei più insigni monumenti del Rinascimento, espressione del potere della signoria dei Malatesta all'acme della loro fortuna politica. Il tempio si fregia di opere di insigni maestri come Piero della Francesca (con l'affresco di Sigismondo Malatesta inginocchiato dinanzi a San Sigismondo) e Giotto (con un mirabile Crocifisso del 1312); fu riprogettato dall'importante architetto del Rinascimento Leon Battista Alberti su commisione di Sigismondo Malatesta.

Indice

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Storia

Il Tempio Malatestiano, dalle forme squisitamente gotiche, è un rifacimento di un’originale chiesa gotica. Dal IX secolo, infatti, c’era in questo sito la chiesa di Santa Maria in Trivio. Le strutture medievali ancora visibili nel Tempio, invece, risalgono alla chiesa di San Francesco, eretta del XII secolo.

I lavori di rifacimento si devono a Leon Battista Alberti e iniziarono nel 1447, su iniziativa di Isotta degli Atti, terza moglie di Sigismondo Malatesta, con la ristrutturazione della Cappella degli Angeli.

E’ dal 1450, però, che Sigismondo Malatesta impresse un nuovo impulso ai lavori con l’intento di fare del Tempio un monumento in linea con le aspirazioni politiche ed artistiche dei Malatesta. L’opera dell'Alberti, infatti, si ispira agli ideali estetici più alti del Rinascimento, con forti richiami all’arte classica, presente a Rimini.

I lavori, però, si fermano nel 1460, con il declino del potere di Sigismondo: in quel momento sono state ultimate solo tre cappelle ed i rivestimenti della facciata, fatta con marmo di Fano espressamente commissionato ed elementi di spoglio, incapsulando la struttura medievale. I lavori, in difformità dal progetto originale dell'Alberti, vengono completati nel 1503.

La chiesa, infine, diventa cattedrale nel 1809, al posto di Santa Colomba.

Descrizione

Esterno

Rimini - Tempio Malatestiano - FACCIATA 2.jpg
Interno del Duomo
Altare Laterale a destra
Altare a sinistra
Il Crocifisso di Giotto

La facciata ricorda un tempio classico e l’arco trionfale romano. S'articola in tre arcate cieche poste su un massiccio basamento, ritmate da colonne reggenti una trabeazione riccamente decorata.

L’arcata del portale centrale è dotata di una volta a botte decorata con i monogrammi malatestiani e lacunari. Il portale è timpanato e decorato con ornamentazioni geometriche in marmi policromi e motivi fitomorfi. La parte superiore della facciata è rimasta incompiuta.

I fianchi sono decorati con lo stesso sontuoso rivestimento marmoreo ad arcate cieche che inquadrano le ogive medievali. Nelle arcate del fianco destro si trovano tombe di insigni figure della signoria malatestiana.


Interno

L’interno è a navata unica con copertura a carena rovesciata ed è aperta dalle cappelle laterali, sorrete da grandi ogive medievali. Le cappelle sono riccamente decorate con marmi rinascimentali con motivi floreali e fitomorfi.


La decorazione marmorea si deve a Matteo de' Pasti e Agostino di Duccio e si trova su pilastri, campate e sull’arco trionfale. Notevoli alcune balaustre che chiudono le cappelle, in marmo di Verona.


  • I cappella a dx di San Sigismondo di Borgogna
  • II struttura a dx “Cella delle reliquie”. Sopra l’ingresso è il celeberrimo affresco di Piero della Francesca raffigurante Sigismondo Malatesta in ginocchio davanti a San Sigismondo, 1451.
  • II cappella a dx Capella d’Isotta o degli Angeli. Si noti il notevole sepolcro di Isotta degli Atti (attribuito a Matteo de’ Pasti) ed il Crocifisso di Giotto (1312).
  • III Cappella a dx di San Girolamo, detta dei pianeti (per i bassorilievi raffiguranti i pianeti e i segni zodiacali)
  • I cappella a sx, detta degli antenati o della Madonna dell’Acqua (piccola pietà di scuola renana del XV secolo)
  • II struttura a dx, sagrestia
  • II cappella a sx, detta dei giochi infantili (ciclo di bassorilievi di Agostino di Duccio)
  • III cappella a sx, detta delle arti liberali (ciclo di bassorilievi di A
Presbiterio
  • Altare. San Francesco riceve le stimmate, pala di Giorgio Vasari (1548)