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Foto Sale:
2012, 2009, 2008

Sale è situato in Piemonte, in Provincia di Alessandria. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale dei Santi Maria e Siro; Chiesa di San Calocero; Chiesa di San Giovanni Battista.

Confina con i comuni di: Guazzora, Isola Sant'Antonio, Piovera, Alessandria, Alluvioni Cambiò, Castelnuovo Scrivia e Tortona.

Indice

Dove Mangiare

  • Ristorante Pensione La Chiocciola, Via Dante, 35

Biblioteche

  • Biblioteca Civica Alessandro Molinari, Via G. Bruno, 13

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Associazione Ex Allievi Istituto Sacro Cuore, Via Mons Amilcare Boccio, 2
  • Associazione Impegno Culturale Onlus, Via Giordano Bruno, 1
  • Gruppo Interparrocchiale Volontariato Vincenziano, Via Giordano Bruno, 1

Informazioni Utili

Icona train t.gif Come Arrivare

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1848) Goffredo Casalis così descrive il comune:

Sale (Salae), capo luogo di mandamento nella prov. e dioc. di Tortona, div. di Alessandria. Dipende dal senato di Casale, intend, prefett. ipot. insin. di Tortona. Ha un uffizio di posta delle lettere. Questo borgo insigne sta sulla via di Tortona a Mortara alla destra del Po, a ponente di Voghera, e ad ostro di Tortona. Gli sono uniti due sobborghi, di cui uno gli sta a mezzodì, e l'altro a tramontana. Come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Piovera, e di Guazzora.

Delle sue strade comunali una verso levante conduce al borgo di Castelnuovo di là del torrente Scrivia, ed al comune di Guazzora, e verso ponente alla città di Alessandria di là del fiume Bormida passando per s. Giuliano ed ai comuni di Piovera, e di alluvioni di Cambiò: un'altra strada verso mezzodì scorge in retta linea a Tortona di là dello Scrivia, accennando a Genova, e verso mezzanotte tende alla Svizzera passando per Cambiò al di là dei fiumi Tanaro e Po. Sale è distante tre miglia da s. Giuliano, due da Piovera, uno da alluvioni di Cambiò, uno ed un terzo da Guazzora, due da Castelnuovo, cinque da Tortona, e sette da Voghera.

Un canale, o roggia che proviene dal torrente Scrivia, non serve che ad irrigarvi i prati. Il territorio è assai fecondo, e coltivato con particolar diligenza; ond'è che si fanno buone ricolte di fromento, uve, ortaggi, e fieno, con cui si mantengono numerose bestie: si raccoglie anche una considerevole quantità di meliga e di legumi, ma solo in quella parte del comune, che è situata verso il fiume Tanaro: notevole è il prodotto dei gelsi. In vicinanza del borgo evVi qualche tratto di suolo soverchiamente umido, e si vuole che ciò provenga dal corso che vi aveva anticamente il Tanaro.

Il commercio delle derrate locali si fa col Genovesato, con la Lumellina, e col Piemonte.

Vi esistono tre parrocchie, tutte con titolo di arcipretura pievana, e indipendenti l'una dall'altra. La prima è sotto l'invocazione di santa Maria e di s. Siro, dacchè fu ricostrutta. In una bolla di papa Onorio III dell'anno 1217 in favore di s. Fulco vescovo di Pavia si legge versus Alexandriam plebem s. Siri de Salla cum capellis et parochiis et pertinentiis suis: questa bolla è riportata dall'Ughelli, dallo Spelta, e da altri scrittori: questa e le altre due parrocchie che erano anticamente soggette al vescovo di Pavia, si trovano ora sotto la giurisdizione di quello di Tortona. In questa chiesa fu stipulata la pace fra i Tortonesi, ed i Pavesi nell'anno 1163. La popolazione ne è di 1273 anime; la seconda parrocchia, che comprende 1375 abitanti è titolata col nome di s. Gio. Battista; fu edificata nel 1453: nel distretto di essa vedesi un oratorio che ne dipende, ed è uffiziato dalla confraternita del Confalone; s. Stefano ne è il titolare; esiste da più di quattro secoli. La terza parrocchia sotto il patrocinio di s. Calocero venne fabbricata in principio del 1500; novera una popolazione di circa 2500 anime; ha sotto di se un oratorio della confraternita della ss. Triade, costrutto nel 1446, e riedificato su disegno di ordine toscano nel 1740: esistonvi inoltre rurali cappelle, ove si celebrano talvolta i divini misteri. Dal sinodo diocesano di monsignor Matteo Gambara vescovo di Tortona, che ha la data del 21 d'aprile 1595 apparisce che, erano soggette all'arcipretura di Sale le due parrocchie della Torre Garofoli, e di Passalacqua.

Nella chiesa parrocchiale di s. Gioanni si celebra nell'ultima domenica di luglio la festa di s. Anna, alla quale intervengono moltissimi abitatori delle vicine città, e dei circostanti villaggi a cagione dei tre susseguenti giorni di fiera: alli 4 di novembre vi si celebra eziandio la festa di s. Carlo protettore del paese con intervento dell'amministrazione comunale. Nella chiesa di s. Calocero si fa nel settimo giorno di dicembre la festa di s. Ambrogio a spese del comune, e coll'intervento del comunale consiglio, che in seguito ad un voto offre al paroco un cereo del peso di venticinque libbre pavesi.

Nei sacri luoghi anzidetii esistono monumenti artistici di qualche pregio: nel tempio di s. Calocero, ai lati dell'altare maggiore, veggonsi due dipinti che rappresentano uno la Prigione del santo titolare, e l'altro l'Arcangelo s. Michele in atto di combattere gli angioli ribelli; dietro il maggiore altare sta un quadro che offre allo sguardo M. Vergine, s. Rocco, e s. Sebastiano; ivi in una cappella è una statua in legno dorato di N. D. del Cannine. Nella chiesa di s. Gioanni si vedono un grande quadro rappresentante Gesù Crocifisso, ed una statua in legno di N. D. Concetta senza peccato. Nella parrocchiale di s. Maria e di s. Siro, lateralmente al maggior altare, esistono due antiche statue colossali, di cui l'una è l'immagine di s. Siro, e l'altra quella di s. Appollinare. Nell'oratorio di s. Sebastiano si ammira un grosso Crocifisso in legno.

Altre volte esistevano in questo borgo parecchie case spettanti ad ordini religiosi, cioè, un monastero di Domenicane dette di s. Gerolamo, il quale veniva fondato nell'anno 1475; un altro monastero, la cui fondazione accadeva quasi al tempo in cui erigevasi quello di s. Gerolamo fu destinato per le Chiarisse; un convento sotto il titolo di s. Bernardino di Minori osservanti, cretto nel 1452, ai quali vi succedettero i Riformati. Tutti questi conventi furono soppressi alli 22 settembre del 1802 per ordine del cessato governo francese.

In questo borgo stanno parecchie belle case, che dimostrano l'agiatezza di quelli che le posseggono; evvi una piazza alquanto spaziosa, e vi sono due assai ampie contrade, cioè la maestra, e quella detta di s. Sebastiano.

Si contano varii pii stabilimenti; vale a dire uno spedale che può ricoverare quindici infermi poveri, fondato sotto l'invocazione di N. S. del Carmine nell'anno 1772; un monte di pietà frumentario, la cui fondazione è dovuta al conte Costanzo d'Adda (1700); un altro monte di pietà in danari, fondato dal benemerito Gerolamo Trovamala con testamento del 23 febbrajo 1606; ed un'opera pia che distribuisce doti a figlie povere ed oneste a seconda della mente del molto Reverendo sig. D. Gio. Antonio Boveri, che la fondò con testamento del 25 maggio 1749. In attiguità dell'oratorio detto di s. Lazzaro giace il campo santo verso ponente in distanza di 300 metri dalle abitazioni.

Oltre le pubbliche scuole comunali, evvi un collegio, in cui s'insegna fino alla rettorica inclusivamente.

A comodo degli abitanti vi sono due pubblici passeggi in siti elevati, l'uno e l'altro guerniti di fronzute acacie; il primo circonda il paese; il secondo chiamasi di s. Bernardino, perchè conduceva alla chiesa sotto il titolo di questo santo già propria dei frati Osservanti di s. Francesco e ad un oratorio di loro proprietà, denominato la Madonnina.

La fiera detta di s. Anna, che come si è detto, dura tre giorni è frequentata massimamente per le contrattazioni del bestiame da molti negozianti della Lumellina, e del Piemonte. Nel martedì di ogni settimana si tiene un mercato assai florido.

Per riguardo ai pesi adoprasi la libbra di Pavia, che è di dodici oncie; per la misura del formento evvi in uso lo stajo tortonese; per la misura del vino la penta pavese; per quella delle tele il braccio di Pavia, ed anche quello di Milano.

Evvi una stazione di cinque reali carabinieri. Gli abitanti sono in generale robusti, costumati, ed ospitali. Popolazione 5150.

Cenni storici. Una local tradizione ed alcuni scrittori delle vicende di Tortona e di Mortara dicono che nel sito dove sorse questo insigne borgo i Goti avevano costrutto un forte castello, circondandolo, a notevol distanza, di una valida muraglia per difendere la manca sponda del fiume Tanaro, e per depositarvi i loro magazzini; dicono eziandio che quei barbari vi tenessero un numeroso presidio.

Il Portaluppi nella storia della Lomellina, stampata in Lugano, l'anno 1756, si mostra inclinato a credere che all'epoca in cui i Goti sfrattarono dall'Italia, in quel castello ampio, e ben fortificato siensi rifugiati confusamente gli abitanti di tre non molto distanti paesi per trovarsi meno esposti alle nemiche incursioni. Egli avvisa eziandio che i villaggi, donde vennero a ricoverarsi nell'anzidetto luogo ben munito di fortificazioni, molto spazioso, e cinto di valide mura largamente all'intorno, avessero tutti e tre il nome di Sala, e che da ciò sia provenuta la denominazione di Sale al borgo di cui ora dobbiam fare parola. Altri eruditi vogliono pure che le tre presenti parrocchie di Sale abbiano a ricordare la loro fondazione primitiva dai terrazzani di quei paesi che avendo già prima una loro chiesa parrocchiale nel loro luogo nativo, in seguito ad amicale convenzione, se ne sieno eretta, ciascun popolo separatamente, una propria, che fosse al tutto indipendente dalle altre.

Checchessia di tali asserzioni, vero è che non abbiamo alcun sincero documento anteriore al secolo x in cui sia fatto cenno del tortonese borgo di Sale.

In un pubblico atto del 998 stipulatosi tra Liutfredo vescovo di Tortona, e il duca Ottone, questo luogo vien detto Sale Roderadi: in un altro atto del 996 con cui il marchese Ugo donava alla chiesa di Vercelli la corte di Caresana leggesi datum in Sala Rodeladi, ma deesi leggere Roderadi, come si ha in una carta del 1029 inserita nelle antichità estensi.

Nell'anno 1155 la milizia di Sale unita alle soldatesche di Pavia respinse e pose in fuga le collegate truppe di Milano e di Tortona: locchè viene attestato da Tristano Calco, da Nicolò Montemerlo, dal Botassi, e dalla cronaca tortonese pubblicata dal ch. avvocato Costa. La regione in cui si crede che avvenisse quel celebre fatto d'armi, chiamasi tuttora il campo della Malamorte; esso è situito sui confini del territorio di Sale verso la città di Tortona, ed è compreso nella chiesa parrocchiale pievana di s. Calocero.

L'antico castello di questo borgo fu demolito circa l'anno 1415 sotto il duca Filippo Maria Visconti: le mura del sopraccennato vasto recinto vennero non è gran tempo atterrate per deliberazione del comunale consiglio.

Secondo una costante tradizione, il borgo di Sale fu patria di s. Galdino arcivescovo di Milano: sopra un'antichissima campana del convento di s. Bernardino leggevansi incise le seguenti parole: Sanctus Galdinus archiepiscopus Mediolanensis, oppidi Salarum. Egli è verosimile che gli antenati di quel venerando prelato appartenessero a questo paese; giacchè il loro cognome era quello di Valvassori della Sala. Nel catalogo degli arcivescovi di Milano inserito nei sinodi provinciali di s. Carlo leggiamo: Sanctus Galdinus Valvassorius Salensis.

Nativo di Sale fu pure l'insigne Battista Trovamala autore summae casuum conscientiae; opera lodata dal Bellarmino, e dall'Advocat. Il Botassi nel suo libro dei ruderi di Libarna fa onorevole menzione di Fra Battista da Sale per la detta opera, che fu la prima stampata in Novi nel 1483.

Sale governavasi a norma dei proprii statuti, che erano ancora in vigore sotto il duca Filippo Maria Visconti, il quale li riconobbe dicendo in un suo diploma statuta comunitatis nostrae Salarum. Massimiliano Maria Sforza con diploma dato dalla città di Milano alli 15 marzo 1515 fa menzione di un nobile personaggio oriondo di questo borgo: ivi dice nobilem virun Lazzarinum de Boveria terrae nostrae Salarum oriumdum etc.

Nei sinodi diocesani di Tortona dell'anno 1500, e del 1600 il luogo di Sale viene qualificato col titolo di insigne borgo in oppido insigni Salarum.

Il borgo di Sale ritrovandosi in vicinanza del castello di Tortona e della cittadella di Alessandria dovette soffrire in occasione di guerre il passaggio di numerosi eserciti stranieri, e sopratutto durante le campagne degli anni 1734, e 1745.

Alli 3 maggio del 1796 vi passò il centro dell'esercito della repubblica francese sotto il comando del generale in capo Bonaparte, il quale vi soggiornò per due giorni. In maggio del 1799 dopo la sconfitta ch'ebbero i repubblicani di Francia sotto Verona, vi passò l'esercito austro-russo capitanato dai generalissimi Suwarov, e Melas, che vi rimasero anche due giorni. Alli 3 di giugno del 1800 fuvvi il passaggio dell'ala destra dell'esercito francese comandata dal primo console Bonaparte, che si recò a dare la famosa battaglia di Marengo. Due giorni dopo passovvi l'esercito austriaco avviandosi nei siti designati dalla capitolazione stipulata col console di Francia. In aprile del 1821 vi ebbe il passaggio di un corpo di austriaci, che si diresse verso la città di Alessandria, per sedare i moti del Piemonte.

Il borgo di Sale fu contado degli Adda della città di Milano: essi lo acquistarono dai Botta nel 1552.