GUIDA Siena/Cattedrale dell'Assunta
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Storia
La storia della Cattedrale dell'Assunta è caratterizzata per un intenso susseguirsi di lavori che dovevano aggiornare la struttura e tenerla al passo della crescente potenza e ricchezza della città.
La fabbrica fu iniziata verso il 1150 in sostituzione di una precedente chiesa del IX secolo edificata sul Tempio di Minerva. Secondo tradizione, venne consacrata nel 1179 dal papa senese Alessandro III; l'evento è ancora commemorato il 18 novembre di ogni anno.
I lavori proseguirono incessantemente; prima sotto impulso di una cordata di patrizi senesi facenti parte dell'Opera di Santa Maria, poi grazie ai monaci di San Galgano. Entro gli anni Settanta del XIII secolo furono completate sia la prima abside, che poi verrà rifatta, che la cupola.
Fra il 1285 e il 1316 la chiesa fu interessata da altri profondi lavori; Giovanni Pisano si dedicò alla facciata e Camaino di Crescentino, padre di Tino, prolungava l'abside.
Il progetto più ambizioso fu varato nel 1399 dal Consiglio della Campana; la chiesa sarebbe stata inglobata come transetto del Duomo Nuovo, formidabile utopia che avrebbe fatto della Cattedrale senese la più grande del pianeta.
I nuovi lavori furono affidati a Lorenzo Maitani, a Lando di Pietro, a Giovanni di Agostino e, in sostituzione di questi, a Domenico di Agostino. La chiesa avrebbe dovuto raggiungere una lunghezza di 110 metri.
In realtà il grandioso progetto si materializzava nel momento dell'acme e del declino di Siena. Le mutate condizioni politiche, alle quali si aggiunsero errori di statica della costruzione da parte degli architetti e la peste, che falcidiò drammaticamente la città (1348), indussero ad interrompere l'erezione del Duomo Nuovo.
Dopo la demolizione delle strutture instabili fu chiamato a completare la fabbrica originale Giovanni di Cecco, che terminò la facciata (1376). La nuova e definitiva abside fu terminata nel 1382.
Descrizione
Esterno
- Facciata
La facciata tricuspidata, di notevole impatto scenografico, è fatta di marmo bianco decorato con inserti di rosso di Siena e verdescuro di Prato. La parte inferiore, opera di Giovanni Pisano è aperta da tre notevoli portali strombati coronati da timpani gotici. Tutte le sculture sono opera di Giovanni Pisano e la sua bottega, mentre il bassorilievo nell'architrave della porta centrale, raffigurante Storie di San Gioacchino e Sant'Anna, è di Tino di Camaino.
I piedritti laterali e i pilastri sono decorati con cuspidi, nicchie, ogive e spirali, dalle quali si dipanano doccioni protomiferine o fitomorfe. La sezione superiore in asse con le navate minori è aperta da una bella galleria di ogive polilobate. La parte centrale è caratterizzata dall'imponente rosone istoriato di gusto gotico fiorito, circondato da busti di patriarchi e profeti, degli evangelisti e coronato con una statua della Madonna. I mosaici che decorano i frontoni terminali sono stati aggiunti nel 1866.
- Fianchi
L'unico fianco visibile è quello destro, giacchè il sinistro è inglobato nel Palazzo Arcivescovile. Esso si caratterizza per la tipica bandatura toscana. E' scandito dai contrafforti e dai finestroni a sesto acuto iscritti in timpani gotici. Il portale del transetto ospita nel transetto una copia della celebre Madonna del Perdono di Donatello, ora nel Museo dell'Opera.
Caratteristico ed elegante è il campanile: sormontato da una cuspide dai cui angoli si staccano dei pinnacoli ed aperto da un motivo di luci che, salendo di piano, mutano da monofore ad esafore.
Interno
Subito cattura l'attenzione dell'osservatore l'intensa atmosfera conferita dalla bicromia dei marmi che ricoprono le pareti e gli affreschi delle volte a crociera, con costoloni decorati e vele dipinte con un tema raffigurante un cielo stellato. La chiesa è a croce latina, a tre navate, con ricchi fasci polistili bandati che separano le navate minori dalla mediana, lungo la quale corre un cornicione decorato con 172 busti di pontefici e mensole istoriate. Gli intradossi degli archi sono decorati con dei lacunari policromi tromp l'oeil; nei pennacchi sono dei medaglioni decorati con busti di imperatori. Tutta la sezione inferiore è decorata con affreschi a grottesche.
Notevole sono i capitelli romanici decorati con bestiari e figure antropomorfe; ve ne sono di due tipi. Il primo livello di capitelli è quello sui quali poggiano gli archi delle campate; un secondo è all'estremità del pilastro che dalla colonna a fascio si sviluppa lungo la campata e termina nella cornice marcapiano.
Alla fine della navata mediana è il Pergamo, capolavoro di Nicola Pisano
Con riferimento al Pavimento del Duomo, Vasari ebbe a dichiarare che esso era Il più bello...grande e magnifico pavimento che mai fusse stato fatto
- Cupola
Lungo l'esagono del tamburo corre una galleria decorata con figure di patriarchi e profeti. Sotto, la struttura è sorretta da colonne decorate con statue di santi, opera di Giovanni di Stefano (1488). La calotta è anch'essa dipinta con cassettoni tromp l'oeil che riprendono il tema delle volte con cielo blu e stelle dorate.
- Ingresso
- Presso l'ingresso: notevoli acquasantiere di Antonio Federighi (1462)
- Controfacciata: il portale è decorato con bassorilievi raffiguranti Storie di Maria, opera di Urbano da Cortona e provenienti dalla Cappella della Madonna delle Grazie (1483). Le colonne sono di Giovanni di Stefano. La lunetta raffigura Sant'Ansano.
- Vetrate del Rosone: Ultima Cena di Pastorino de' Pastorini, su cartoni di Perin del Vaga
Lato destro
- Le cappelle a destra ospitano varie tele secentesche: l'ultima è occupata dalla notevole Tomba di Tommaso Piccolomini, del Neroccio (1484)
- I cappella del transetto: Cappella della Madonna del Voto o Chigi, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini (1611), al quale sono attribuiti gli angeli dorati. La cappella ospita vari arredi, opere barocche di Antonio Raggi ed Ercole Ferrata
- Pala della Madonna del Voto, di anonimo senese (XIII secolo)
- Parete sinistra; Visitazione di Carlo Maratta
- Alle spalle della Cappella della Madonna del Voto; statua di Alessandro III di Antonio Raggi
- Di fronte; statua di Alessandro VII di Ercole Ferrata
- A destra: Predica di San Bernardino di Mattia Preti
- Ultima cappella prima del coro: Cappella del Sacramento. Conserva notevoli sculture quattrocentsche (opera di Giovanni di Turino e Giovanni Francesco da Imola)
- Pala: Adorazione dei pastori, di Alessandro Casolani (1594)
Lato sinistro
- Ultima cappella transetto, Monumento al Cardinale Riccardo Petroni, capolavoro di Tino di Camaino (1318); si articola attraverso quattro cariatidi che sorreggono il sarcofago.
- Ai piedi, Lastra tombale del vescovo Pecci, di Donatello (1426)
- Prima cappella del transetto: Cappella di San Giovanni Battista. La struttura è opera tardoquattrocentesca di Giovanni di Stefano.
- Le pareti sono coperte di stucchi tardocinquecenteschi di di Alberto Caponeri e Cosimo Lucchi.
- Notevole ciclo pittorico del Pinturicchio (1504)
- Ritratto di Alberto Aringhieri giovane
- Natività del Battista
- Decollazione del Battista
- Predica del Battista
- Ritratto di Alberto Aringhieri da vecchio
- Notevoli gli arredi sacri. Si segnalano le seguenti statue:
- Santa Caterina d'Alessandria del Neroccio 1487
- San'Ansano di Giovanni di Stefano 1487
- Il Battista di Donatello 1457
- Acquasantiera di Antonio Federighi (1462)
- Notevoli gli arredi sacri. Si segnalano le seguenti statue:
- In corrispondenza dell'ultima cappella del transetto si accede nella Libreria Piccolomini.
- IV cappella: altare Piccolomini, di Andrea Bregno (1503)
- le statue dei Santi Gregorio, Pietro, Pio e Paolo sono di Michelangelo (1504)
Crociera
- Presbiterio
- Notevole è l'altare maggiore, di Baldassarre Peruzzi (1531)
- Ciborio in bronzo del Vecchietta (1470)
- Croci e candelabri del Riccio (1570)
- Angeli portacandelabri di Giovanni di Stefano (1490) e Francesco di Giorgio (1499)
- Abside
- Tele del Beccafumi
- Copia della preziosa vetrata realizzata su cartoni di Duccio di Buoninsegna (1288) e attualmente conservata nel museo
- Strepitoso coro ligneo: gli stalli laterali sono di Francesco e Giacomo del Tonghio (1362-90), mentre le sedute centrali, posteriori (1567-90), sono state realizzate da Teseo di Bartolino e Benedetto di Giovanni su disegno del Riccio.






