GUIDA Siena/Memorie Storiche
Indicatore topografico
Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così scrive su Siena:
SIENA. Città arcivescovile con Università, capoluogo di Compartimento ove risiede il Prefetto e un Deleg. di Governo di 2a Cl. Ha un Trib. di 1a Istanza ed un Pretore civ. e crim di 2a Cl. Vi è una Direzione del Registro, un Conservatore delle Ipoteche, una Direzione doganale, un'Azienda del Sale e del Tabacco, una Direzione Postale, un Uffizio Telegrafico di 1a Classe, un'Ingegnere in Capo di 1a Cl. e uno distrettuale, e Stazione primaria della Via Ferrata Centrale.
Antica, bella e nobilissima città posta nel centro del Granducato. La sua origine è al tutto ignota. Che sia coeva a Roma, perchè da un tal Senio figlio di Remo edificata, è favoletta con molta semplicità creduta storia dal Patrizi e dal Gallaccini. Che la fondassero gli Etruschi, e la ingrandissero i Galli è un equivoco del Gigli, che la confonde con Senogallia. Se il territorio senese fece parte, come sembra, di una Lucomonia, è molto probabile che gli Etruschi lo abitassero, ma la storia ne tace affatto.
La capitale e le altre città toscane più o meno si rassomigliano; Siena presenta in tutto una certa originalità! La sua aprica situazione su collina a triplice vetta, suddivisa da vallicelle intermedie; le su vie in parte ora ricostruite, ma in passato strate tutte a mattoni; la sua maggior piazza semicircolare e concava a foggia di rovesciata conchiglia; i moltiplici monumenti d'arte sparsi ovunque, e tutti opere classiche di patrii artisti; la grandiosità dei pubblici edifizj e di molti tra quei dei privati; l'accoglienza ospitale degli abitanti, tutto insomma concorre a rendere gratissimo al viaggiatore il soggiorno di Siena.
Il ricinto dell'attuali mura è di miglia 4. Dicesi che nel secolo XIII si avesse accesso alla città per 38 porte; ora ne restano 7. La fortezza costruita ad istigazione del tirannico ministro di Carlo V, D. Diego di Mendoza, fu dal benefico granduca Pietro Leopoldo fatta cambiare in luogo di diporto, unitamente alla Lizza resa poi deliziosissimo passeggio.
Tra i pubblici edifizj debbesi principalmente commendare il Palazzo Pretorio terminato nel 1308, entro cui sono pitture mirabili di sommi artisti. Il Palazzo Reale, già edificato da un Petrucci nel 1489, fu poi ampliato dal Buontalenti. Tra i palazzi privati se ne contano 30 almeno assai grandiosi e tutti fregiati di qualche pregevole monumento d'arte. Le chiese pure, che oltrepassano il numero di 50 e delle quali 19 sono parrocchie, possono dirsi altrettante gallerie. Ma la Metropolitana è un tempio di tal magnificenza e di tal bellezza, che pochissimi consimili se ne trovano in Europa. Basti il dire che se per una catastrofe fisica o politica perissero in Italia tutti i monumenti d'arte, e questo solo tempio sopravvivesse a tanta rovina, servirebbe a tanta rovina, servirebbe esso solo a far presto rivivere il genio delle arti belle coi preziosi modelli che racchiude.
Nei decorsi tempi erano 11 i Conventi regolari e 20 quelli di Religiose; ora sono 3 i primi, 4 i secondi e 3 i Conservatorj. Antichissimo e vasto è lo Spedale della Scala, cui modernamente fu aggiunto un teatro anatomico ed un giardino botanico. Nel vicino edifizio, già monastero di Gesuati, è la casa degli Esposti. Siena possiede ancora uno Spedale pei dementi, un ospizio di mendicità, un Istituto di sordo-muti, un Monte Pio ed il Monte dei Paschi. Alla istruzione della gioventù sono aperte scuole gratuite sì maschili che femminili. Celebre è il Collegio Tolomei diretto dai PP. Scolopi; i giovani ecclesiastici sono istruiti nel Seminario di s. Giorgio. Oltre la Università, Siena ha una ricca Biblioteca Comunale, una Scuola di Belle Arti, due Accademie scientifico-letterarie, una di Filodrammatici, e due Teatri pubblici, uno dei quali architettato dal Bibbiena. La sua popolazione che nel 1845 era di 20637 abitanti, nel 1855 ascendeva a 22435.






