GUIDA  Torino/Personalità Illustri/Campo Ecclesiastico/Giovanni Botero

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Torino/Personalità Illustri/Campo Ecclesiastico/Giovanni Botero

  • Nacque a Bene Vagienna nell’anno 1544 e morì a Torino il 23 giugno 1617. All’età di tredici anni entrò nel collegio dei Gesuiti di Palermo , dove lo aveva chiamato uno zio paterno, e poi fu destinato in varie case dell' Italia Centrale , fra cui nel Collegio Romano . A causa del suo carattere difficile e tendente alla polemica nell’anno 1561 fu costretto ad interrompere gli studi e fu inviato come insegnante nel Collegio Umbro di Amelia ed a Macerata , come insegnante dei bambini della prima classe. Uscito dalla Compagnia di Gesù nell’ anno 1580, fu stretto collaboratore a Milano di San Carlo Borromeo e fu impegnato nella riforma della Diocesi, componendo lettere latine a Principi e prelati, studiando questioni teologiche e giuridiche. Una volta richiamato a Roma fu al servizio del giovane Cardinale Federico Borromeo . Richiamato a Torino nell’anno 1599, in qualità di precettore dei tre figli di Carlo Emanuele ottenne anche il titolo di Abate dell’Abbazia Sacra di San Michele, e fu il primo segretario e consigliere dei Savoia. Scrisse molti libri e di vario genere: trattati, biografie di personaggi famosi, apologie, prediche, poesie e la sua opera più nota è sul pensiero politico Della ragion di stato , pubblicata (in dieci volumi di circa 300 pagine) nell’anno 1589 a Venezia e Relazioni universali , un trattato di geografia politica. Alla sua morte fu sepolto nella Chiesa Santi Martiri Solutore, Avventore e Ottavio, retta dai Gesuiti, senza che memoria di sorta consenta di riconoscerne la tomba.
Curiosità :
- la città, nell’anno 1860, gli ha dedicato una via.
- L’opera La Ragion di Stato si occupa dei commerci, delle fortificazioni, dei mezzi adatti ad imbrigliare gli eretici; raccomanda il possesso di colonie oltremare per dare terre e pane al sopravanzo della popolazione; è contro l’opinione dominante dei suoi tempi, e vuole che le imposte regie colpiscano proporzionatamente tutte le proprietà dei privati; è avverso alle milizie mercenarie, si dilunga sull'arte militare, sulla scelta delle armi per i cavalieri ed i fanti.