GUIDA  Torri del Benaco/Ricordando l'Umanista Domizio Calderini

Da Wiki.
Piazza Calderini
La Piazza è dedicata al Grande Umanista nato a Torri, nel 1444. Domizio Domenico Calderini e morto di peste a Roma, nel 1478 a soli 34 anni.

Studiò a Verona e poi a Venezia, per trasferirsi definitivamente a Roma, dove le sue lezioni erano improntate su poeti latini.

Per dare un'idea della grandezza culturale di questo Gardesano, basta scorrere la critica lettararia sugli umanisti del xv secolo. Qui si apprende che alle affollate lezioni romane del Calderini, accorrevano tantissimi giovani da tutte le parti, i quali preferivano ascoltare il dotto lacustre, piuttosto che seguire le erudite lezioni di Pomponio Leto.

Sotto il portico dell'albergo Gardesana (a sinistra della foto) ancora oggi possiamo vedere un cippo marmoreo che il padre eresse a ricordo dell'Umanista Gardesano nel 1478, anno della sua scomparsa. Le iscrizioni sono state dettate dal padre di Calderini (fronte) e dal Poliziano (retro), quando questi soggiornò a Torri, opsite della famiglia Calderini, per prendere attenta visione degli scritti e dei documenti di Domizio

P.S Descrizioni e traduzioni lapide tratte da: "Quaderni de IL GARDA" nr 11-12


Torri del Benaco - Ricordando l'Umanista Calderini.jpg

Domizio Calderini quivi nato,

fu avviato agli studi liberali

in Verona, partito per Roma,

ricevette da Papa Sisto IV,

onori e compensi, dopo essersi

assiso quale sovrano interprete

delle lingue classiche presso

l'Accademia Romana

Qui svelò ogni segreto degli

oratori e dei poeti.

Vittima della peste micidiale,

la morte lo colse all'età di 34 anni.

Il padre Antonio volle onorarlo con

questa lapide


Torri del Benaco - Ricordando l'Umanista Calderini..jpg

"Fermati o viandante e rendi onore con i tuoi occhi,

alla sacra polvere che l'onda del tumultuoso Benaco molesta.

Qui la musa libertà trasforma sovente il medesimo alla stessa guisa

della fonte di Sisifo e dei verdi boschetti del fiume Permesso:

in questa terra Domizio emise sicuramente il primo vagito.

E' proprio lui quel dotto, proprio quello si sa, che

brillantemente commentò alla gioventù di Roma, i suoi saggi,

che svelò le meraviglie tratte dall'ispirazione dei poeti.

Va o viandante devi ora abbastanza ai tuoi occhi"

MCCCCLXXVII