GUIDA Trieste/Storia
Centro antropizzato già in epoca preistorica, come testimoniano i ritrovamenti archeologici effettuati nelle grotte del Carso. Durante l'età del bronzo e del ferro, vennero costruiti, in cima alle colline, i castellieri (villaggi fortificati) le cui rovine si possono ancora vedere, Trieste fu abitata, prima, dai Veneti - difatti il toponimo Tergeste è venetico (deriva da TERG = 'Mercato' e da ESTE = 'Luogo', entrambi derivanti dall'antico dialetto venetico) - poi, dagli Istri e dai Galli Carni.
A seguito della guerra istriana del 178-177 a.C., Roma riusci a sottomettere la città e tutta l'Istria. In epoca traianea ebbe un notevole sviluppo; difatti sembra sia raffigurata sulla Colonna Traiana. Del periodo permangono interessanti ed eloquenti testimonianze come i resti della basilica e del tempio dedicato alla triade capitolina, sul colle di San Giusto, e quelli del teatro.
Dopo la caduta dell'Impero la città fu, per un breve periodo (752-774), sotto il controllo dei Goti e dei Longobardi. Poi divenne bizantina. I greci istituirono una colonia militare che presidiò la città anche dopo il suo passaggio ai Franchi (788). Nel 988 l'Imperatore Lotario II riconobbe l'autorità del vescovo-principe che resistè fino alla istituzione del libero comune, quando il vescovo Giovanni cedette per denaro i diritti politici al podestà Mauro (1236).
La città era stretta tra i patriarcato di Aquileia e la repubblica di Venezia; a quest'ultima i mercanti pagavano il tributo della fidelitas. Le istituzioni comunali resistettero vittoriosamente al tentativo di Marco Ranfo di istituire una signoria; nel 1315 furono redatti gli statuti comunali.
La pressione di Venezia si era, intanto, fatta insostenibile. Trieste cerca di preservasi dandosi all'Austria. Dopo l'istituzione di una Signoria per mano di Ugo di Duino, vassalo degli austriaci, la città venne sconfitta dalla Serenissima e poi distrutta e sottomessa dall'Imperatore Federico III (1469).
Durante la guerra di Cambrai fu, nuovamente, occupata dai veneziani per poi tornare all'Impero. Nel 1719 Carlo VI dichiara Trieste e Fiume porti franchi.
Sotto il governo illuminato di Maria Teresa l'importanza della città e del porto crebbero notevolmente. Trieste era una delle massime città commerciali dell'Impero asburgico e porto principale di Vienna. Sotto l'egida teresiana si sviluppa una moderna borghesia capitalistica e finanziaria. Il periodo napoleonico è gravido di turbolenze: la città, occupata dai francesi, divenne parte delle Province Illiriche. Col congresso di Vienna la città ritorna all'Austria e riprende la solida crescita economica (Lloyd, Arsenale, Assicurazioni Generali). Si diffondono gli ideali romantici e patriottici e si moltiplicano le attività politiche volte all'indipendenza.
Dopo un burrascoso 1848, gli autonomisti (Francesco Hermet ed Attlio Hortis) riescono a conquistare il comune nel 1861; ma poco dopo ritornano gli austriaci. L'irredentismo diviene una causa politica molto sentita sia dalle popolazioni delle terre irridente che dalla nuova opinione pubblica italiana. Nella seconda metà dell'ottocento ci sono molti scontri violenti di piazza e diversi consigli comunali vengono sciolti. Molte le tensioni anche con l'autonomismo sloveno.
Con la caduta dell'Austria-Ungheria, nel 1918, la città torna all'Italia, anche se subisce un arresto economico in quanto erano venute a mancare le condizioni che le avevano concesso il grande sviluppo industriale dell'ottocento. Il fascismo stronca il movimento comunista e l'autonomismo sloveno e ad adibisce la risiera di San Sabba a campo di concentramento.
Con la Repubblica e il trattato di Osimo (che cede definitivamente l'Istria alla Yugoslavia), Trieste vede limitato il proprio ruolo a capoluogo di provincia e città di frontiera, dove affluiscono i profughi istriani. Il dopoguerra è caratterizzato da molte tensioni politiche ed etniche. L'elevazione di Trieste a Capoluogo di Regione ha comportato una notevole crescita del settore pubblico, del terziario e dei servizi.






