GUIDA  Irsina

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'''Irsina''' è situato in [[Basilicata]], ai confini con la [[Puglia]], in [[Provincia di Matera]]. Il 16 settembre si festeggia il Patrono, Sant'Eufemia. Tra gli edifici religiosi: Cattedrale della Madonna dell'Assunta; Chiesa del Purgatorio (XVII secolo); Chiesa di Sant'Agostino.
 
'''Irsina''' è situato in [[Basilicata]], ai confini con la [[Puglia]], in [[Provincia di Matera]]. Il 16 settembre si festeggia il Patrono, Sant'Eufemia. Tra gli edifici religiosi: Cattedrale della Madonna dell'Assunta; Chiesa del Purgatorio (XVII secolo); Chiesa di Sant'Agostino.
  
Confina con i comuni di: [[Gravina in Puglia]], [[Oppido Lucano]], [[Tolve]], [[Genzano di Lucania]], [[Grottole]], [[Grassano]], [[Matera]] e [[Tricarico]].
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==Dove Mangiare==
 
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Versione delle 17:50, 2 mag 2011

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Irsina è situato in Basilicata, ai confini con la Puglia, in Provincia di Matera. Il 16 settembre si festeggia il Patrono, Sant'Eufemia. Tra gli edifici religiosi: Cattedrale della Madonna dell'Assunta; Chiesa del Purgatorio (XVII secolo); Chiesa di Sant'Agostino.

Confina con i comuni di: Gravina in Puglia, Oppido Lucano, Tolve, Genzano di Lucania, Grottole, Grassano e Tricarico.

Indice

Dove Mangiare

  • Ristorante La Buca, Via Trabaci
  • Ristorante Pizzeria La Contessa, Piazza Garibaldi, 12

Biblioteche

  • Archivio vescovile e capitolare
  • Biblioteca Comunale, Via martiri della Resistenza
  • Biblioteca della Curia vescovile, Largo Cattedrale, 34
  • Biblioteca popolare Vito Caravelli, Largo cattedrale, 34

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Fratello Sole Società Cooperativa Sociale, B/Go S. Maria D'Irsi
  • Terra di Sud, Via P Gobetti, snc

Bibliografia

  • Affreschi del Trecento nella cappella di S. Francesco ad Irsina, M. Nugent, Ed. Ist. Arti Grafiche (1933)

Memorie Storiche

In Corografia fisica, storica e statistica (1845) così viene descritto il comune (a quel tempo chiamato Montepeloso):

Incerta è l'epoca in cui venne fondata la vescovile città di Montepeloso, la di cui cattedra soggiace immediatamente alla sede romana. Il Sacco accenna, che sotto i Normanni Tristano ne fu il primo Conte, e che in quelle vicinanze essi ruppero un esercito dell'Imperatore Costantino Monomaco. Rilevasi dal cronaco Cavense che nel 985 un incendio la distrusse del tutto e che il Principe Giovanni la riedificò in miglior forma. S'indica eziandio dai cronisti un combattimento fra i Saraceni ed i Greci, accaduto colà nel primo decennio del secolo XI; come pure l'assedio che vi pose nel 1065, ovvero nel 1068, Roberto Guiscardo, lasciando poi il suo nipote Goffredo a guardia della superata città. Montepeloso si annovera ancora tra le conquiste del Re Ruggero, e Falcone Beneventano accenna la strage universale ivi allora seguita.

Ignorasi egualmente in qual anno vi fosse stabilita la sede episcopale. L'Ughelli suppone questo avvenimento nel 1463; ma il Giustiniani accerta che nel 1059 si tenne in Melfi un Concilio, nel quale si portò accusa di adulterio e di simonia contro il Vescovo di Montepeloso; allora quella cattedra venne soppressa e fu data facoltà all'arcivescovo di Acerenza di unirla a quella di Tricarico. In seguito di tale disposizione, Montepeloso fu retto nello spirituale dal Priore del monastero Cluviacense situato in Irsi o Irso, paese che fu tra Grassano e Montepeloso, e denominato poscia Santangelo, ma ora scomparso; in oggi quel nome d'Irso è rimasto ad un monte non lontano da Montepeloso. Nel 1463 cessò lo spirituale governo di quel Priore; e in tale anno, che coincide con l'indicato dallo storico Ughelli, fu ristabilita la sede vescovile di Montepeloso.

La regina Giovanna moglie di Ferrante possedeva nel 1482 questa città con altre che ne costituivano l'assegnamento: ventiquattro anni dopo il Re Cattolico ne fece dono ad Onorato Gaetano d'Arragona; ma venduta di poi a Tobia Marchese, che la cedè poscia a Girolamo Grimaldi, passò alla famiglia Riario dei duchi di Corleto la quale ne fu l'ultima posseditrice.

La città che era ricinta di mura, oltre il non piccolo Duomo a tre navi, contiene quattro chiese pubbliche, tre delle quali sono parrocchie, e due case religiose: due altri cenobii, uno di Agostiniani e l'altro di Cappuccini, sono fuori dell'abitato. Osservasi ancora nella città uno stabilimento per dotazione di fanciulle orfane e uno Spedale per gl'infermi indigenti.