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Foto Bagnoregio:
2012, 2009, 2008
Chiesa di San Donato a Civita
Civita di Bagnoregio
Piazza San Donato a Civita
Il Ponte di Civita di Bagnoregio

Bagnoregio è situato nel Lazio, ai confini con l'Umbria, in Provincia di Viterbo. Il 15 luglio si festeggia il Patrono, San Bonaventura.


Confina con i comuni di: Viterbo, Orvieto, Lubriano, Montefiascone, Bolsena, Castiglione in Teverina, Celleno e Civitella d'Agliano.


Indice

Da Vedere

  • Il Borgo Antico
  • Piazza San Donato, Civita
  • Grotta di San Bonaventura (in contrada Mercatello)

Edifici Religiosi

Monumenti

Dove Mangiare

Panorama di Civita
Civita di Bagnoregio
  • Hostaria Del Ponte, Località Mercatello, 11
  • Ristorante Il Fumatore, Piazza Marconi, 5
  • Trattoria Dell'Erba Voglio, Via Matteotti, 35

Biblioteche

  • Biblioteca Bonaventura Tecchi, Corso Mazzini, 80
  • Biblioteca Comunale, presso Comune
  • Biblioteca del Centro studi bonaventuriani, Viale fratelli Agosti
  • Biblioteca del Seminario vescovile, Piazza Sant'Agostino, 10
  • Biblioteca della Fondazione Agosti, Piazza L. Cristofori, 16

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Associazione Pro Loco Bagnoregio, Corso Mazzini, 41. Telefono: 0761/780833 [1]
  • Associazione Volontari Italiani Sangue Bagnoregio, Corso Mazzini, 8

Edicole Votive

Lapidi Commemorative

Civita
Ponte di Civita

Bibliografia

  • Bagnoregio: cronologia storica, I. Pietrangeli Papini, Ed. Agnesotti (1972)
  • Civita di Bagnoregio, Michelangelo Cagiano de Azevedo - Piero Bormioli, Ed. Bonsignori (2007)
  • Civita e Bagnoregio, M. Luisa Polidori, Ed. Bonechi-Edizioni Il Turismo (1999)
  • Civita di Bagnoregio, Viterbo. Città e territorio, Claudia Palazzetti, Ed. BetaGamma, collana "Chiese, monumenti e città" (1998)

Galleria Foto

Link.pngVedi Anche: Lista Foto Bagnoregio

Memorie Storiche

Nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1840) così viene descritto il comune:

Bagnorea (Balneoregien.) Città con residenza vescovile nello stato Pontificio. Bagnorea così nominata negli atti officiali, da alcuni viene appellata Bagnarea, ed anticamente fu conosciuta sotto la denominazione di Flovempagi. Fu poi chiamata Rhoda e Civita, coi quali nomi si chiamano ora le sue principali contrade. E' una piccola città di circa tre mila abitanti ed esiste sopra un colle alle cui falde scorre l'umile torrente Chiaro. E cinta da cupi dirupamenti, e perciò soltanto pel ponte, erettovi dal celebre Vignola, si ha ingresso per la porta principale. I dintorni di Bagnorea sono rimarchevoli per un vulcano spento, e le sue rovine sono bizzarre e degne dello studio de' geologi per essersi ivi subissate le antiche rinomate terme, da cui si crede le derivasse il nome di Bagno Regio. Ora è rimasta solo in essa una polla d'acqua acido-sulfurea efficace pei mali della cute. Sebbene i terremoti abbiano più volte orrendamente scossa questa città dalle fondamenta, ed in singolar modo, nel 1695, nel Pontificato di Innocenzo XII, anzi interamente devastata, nondimeno essa ha alcuni regolari edificii con la cattedrale, dedicata a san Donato martire, ed uffiziata da sette canonici. Altre chiese bastantemente ornate in essa pure esistono, oltre un seminario, un monte di pietà, una casa di maestre pie, varii conventi, un monistero, e un ospedale recentemente fabbricato. La diocesi contiene alcune piccole città e borgate.

La sede vescovile di Bagnorea, che vuolsi istituita avanti l'anno 600, da tempo immemorabile è soggetta immediatamente alla Sede Apostolica, e vanta l'origine dall'epoca dei discepoli di G. C. Viene ricordata, in una lettera ad Eulogio vescovo chiusino, da s. Gregorio I, Magno Pontefice del 590, e fu resa illustre da parecchi insigni suoi vescovi, fra i quali da s. Ildebrando, che nel concilio romano, celebrato nell'868 da Adriano II Papa, per la terza volta scomunicò l'arrogante Fozio pseudo-patriarca di Costantinopoli (V. s. Ildebrando). Il Novaes, nel tomo V pag. 113, riporta che il Sommo Pontefice Eugenio IV, nel 1446, fece vescovo di Bagnorea, Nicolò Roggieri romano, dell'Ordine dei minori francescani, ch'era stato due volte penitenziere in Roma nella basilica vaticana, morto il quale nel 1449 Nicolo V, unì questo vescovato a quello di Viterbo. Tale unione per altro duro poco tempo, poichè nello stesso giorno in cui fu dato il vescovo alle due unite chiese, gli abitanti di Bagnorea, ottennero dal medesimo Nicolo V un proprio e particolare vescovo, come scrivono i compilatori del Bollario del capitolo di s. Pietro in Vaticano, tomo II pag. 100.

Bagnorea cadde, come afferma Paolo diacono lib. IV, sotto le armi dei longobardi, verso l'anno 606, regnando Agilulfo quarto loro re. Di que' tempi, ovvero de' tempi gotici, si rinvenne in questa città, nel 1727, un raro anello d'oro, di cui tratta il Muratori nella dissertazione XXXV sopra le antichità italiane. Quell'anello rappresenta il busto d'un uomo barbaro, con le lettere AVFRETI, Aufredo, per lo che si ha prova, che qualche illustre longobardo, o goto abbia posto stanza, e sia morto in questa città, avvegnachè la capigliatura, la barba, ed i clavi, cioè le vestimenta di quella effigie, non che l'uso di quegli anelli, sono segni caratteristici dei grandi signori settentrionali.

Allorchè Carlo Magno restituiva alla s. Sede tutti i suoi stati, e rovesciava e distruggeva, nel 773, sotto Papa Adriano I, il regno dei longobardi, anche Bagnorea venne accolta all'ombra del pacifico dominio della romana Chiesa. Le successive lagrimevoli vicende la immersero nondimeno nel sangue, la fecero segno alle tremende fazioni, e la rapivano talora, e vicendevolmente la restituivano a' sovrani Pontefici. Come è celebre la restituzione che ne fece l'imperatore Ottone III, il quale regnò dal 983 all'anno 1002, così è celebre del pari il lamento che Pasquale II, eletto nel 1099, fece all'imperatore Enrico IV, perchè volesse ritornare al patrimonio di s. Pietro varii dominii, fra' quali Bagnorea, tolta per la grave differenza insorta tra il sacerdozio, e l'impero, per le investiture ecclesiastiche.

Sorpresa Roma, nel 1476, da una fiera pestilenza, cagionata da un'inondazione del Tevere, che sommerse tutti i luoghi piani della città, il Pontefice Sisto IV, della Rovere, vedendo la diserzione, che seguiva nella città, uscí anch'egli da quel soggiorno di morte, a' 10 giugno, accompagnato da sei Cardinali ed andò alla volta di Viterbo. Ma essendo anche colà penetrata la peste, si recò a Campagnano, e poscia da Aquasparta si condusse, a' 22 agosto, a Bagnorea, donde si diresse per Assisi.

Il Cardinal Filippo Calandrini di Sarzana, fratello uterino di Nicolo V summentovato, vescovo di Porto e penitenziere maggiore, come testifica il padre Costantino Raby, morì in Bagnorea dov'era alloggiato per seguire Sisto IV. Trasferito in Roma il suo corpo, fu sepolto nella chiesa di s. Lorenzo in Lucina, già suo titolo Cardinalizio. Il menzionato Pontefice Sisto IV, a' 14 aprile 1482, canonizzò solennemente, mediante la costituzione Superna, che si legge nel tomo III parte III del Bollario romano pag. 182, s. Bonaventura Fidanza, chiamato nel battesimo Giovanni, nato in Bagnorea nel 1221, e fatto prima generale de' minori, indi Cardinal vescovo di Albano, da Gregorio X nel 1273, e morto nel tempo che assisteva al concilio generale XIV in Lione, a' 14 luglio 1274, dopo aver introdotto nella Chiesa le confraternite de' secolari. Sisto V poi de' minori conventuali, come Sisto IV, fissò la festività di s. Bonaventura nel dì della sua morte, con indulgenza plenaria a quelli, che in essa visitassero una chiesa di francescani in Lione, in Roma, e in Bagnorea. Nella cattedrale di Bagnorea si conserva un codice da lui scritto sulla sacra Scrittura, ed il braccio destro. Il medesimo Sisto V non solo ornò s. Bonaventura col titolo di dottore della Chiesa, ma fondò in Roma un collegio pel suo Ordine, sotto il nome del santo, che tuttora fiorisce, come ancora fece stampare le opere di lui.

La città di Bagnorea si gloria di molti altri illustri cittadini, che si distinsero nelle dignità ecclesiastiche, nel foro, nelle scienze e nelle armi. Merita però speciale ricordanza s. Bernardo ultimo vescovo di Voscia, e primo di Castro, egregio antenato della famiglia Janni tuttora esistente.

Anticamente Bagnorea reggevasi con proprie leggi, e sceglieva a suo piacimento un podestà per le quistioni civili e criminali. In appresso ebbe un prelato governatore, e tra i molti Cardinali governatori, che la onorarono, meritano menzione i seguenti: Roberto Pucci fiorentino, penitenziere maggiore, creato da Paolo III, nel 1542, morto in Roma nel 1547, con fama di singolare innocenza e fedeltà negli impieghi esercitati. Reginaldo Polo de' duchi di Suffolch, parente del re d'Inghilterra, uno de' più grand'uomini, che abbia prodotto quel regno, fatto Cardinale da Paolo III nel 1536 e morto in Inghilterra nel 1558, dopo aver ricusato di succedere a Paolo III; e Gio. Girolamo Albani bergamasco, celebre giurisconsulto e famoso capitano, elevato alla porpora, nel 1570, da s. Pio V. Fu mecenate di Torquato Tasso, e morì nel 1591, poco mancando che non fosse successore di Gregorio XIV, come dice il citato Novaes tomo VII pag. 231.

Attualmente Bagnorea è retta da un governatore laico, dipendente dalla delegazione apostolica di Viterbo, e nel 1660 vi si pubblicarono delle ordinanze sinodali assai stimate. Il regnante Pontefice Gregorio XVI, nel concistoro de' 29 luglio 1833, prepose a vescovo di Bagnorea monsignor Gaetano Baluffi d'Ancona, che poscia inviò per Internunzio e delegato apostolico nella Nuova Granata.