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Foto Cannobio: 2012, 2009, 2008 |
Cannobio è situato nel Piemonte, ai confini con la Lombardia, nella Provincia del Verbano Cusio Ossola. L'otto gennaio si festeggia il patrono, Santissima Pietà. Tra gli edifici religiosi: Basilica di San Vittore; Santuario della SS. Pietà (riedificato fine XVI secolo); Chiesa della Purificazione di Maria Vergine.
Confina con i comuni di: Trarego Viggiona, Cavaglio-Spoccia, Cannero Riviera, Falmenta, Tronzano Lago Maggiore, Luino, Colverde e Maccagno con Pino e Veddasca.
Indice |
Dove Mangiare
- Ristorante Lo Scalo, Piazza Vittorio Emanuele, 32
- Ristorante Del Lago, Via Nazionale, 2 (Località Carmine Inferiore). Tel. 0323-70595. Chiuso mercoledì a pranzo e martedì.
Biblioteche
- Biblioteca Civica comunitaria, Via G. Branca 11
Complessi Bandistici e Corali
- Corpo Filarmonica Cannobiese
- Coro Stella Traffiumese di Cannobio, Piazza Municipale Traffiume
Memorie Storiche
In Corografia dell'Italia (1834) così viene descritta la frazione del comune:
RONDONICO o RONDONIO, vill. di Lombardia, negli Stati del re di Sardegna, prov di Palanza, mandam. di Canobio, sulla riva occidentale del Verbano, in sito di dolce temperatura, nel luogo chiamato il Poggio di sopra nella Valcanobina, 2 miglia ad ostro de Brisago ed altrettante a borea da Canobio. Conta più di 200 abitanti attivi ed industriosi.
Nel I° volume (1832) così viene descritto il comune:
CANOBIO, ameno borgo del Novarese, prov. di Pallanza, capoluogo di mandamento, sopra tutta la valle Canobina, in riva al lago Miggiore, sui confini colla Svizzera del cantone Ticino. Per molto tempo, cioè sino al 1342, si governò in repubblica, eleggendosi il proprio podestà, nel numero de' quali trovasi il magno Matteo Visconti. Nel suddetto anno diedesi volontariamente a Lucchino Visconti, e nel 1441 venne dato in feudo a Vitaliano Borromeo, conte d'Arona. Vi è un'insigne collegiata, la di cui chiesa è disegno di Bramante, ed un ospedale per i poveri ammalati; vi si veggono tuttora le vestigia del suo antico castello, nel quale i fratelli Mazzardini di Ronco vi si condussero più da assassini, che da tiranni; vi subentrarono poscia i Borromei, e Vitaliana lo chiamarono. Di questo borgo fu quel Giovanni Branca, che nel 1627 fece alcuni tentativi in Milano per utilmente servirsi del vapore prodotto dalla ebulizione delle acque. Que'tentativi furono per gli Italiani sterili di quelle utili conseguenze, che seppero poi con tanto profitto e gloria ritrarne gli stranieri. Il mulino ideato dal meccanico milanese, mosso dalla forza del vapore, restò sconosciuto, e per l'inoperosità del governo spagnuolo non ottenne quella considerazione che meritava. Vi si fa da più secoli in questo borgo gran traffico di pelli di capra acconciate in sommaco, che quivi riescono meglio che altrove, per la purezza delle acque del vicino fiume. Le concerie vi sono quindi in gran numero, per cui il Maccaneo, scrittore del XV secolo, chiamò questo borgo: emporium mercis coriacea. Vi si annoverano quasi duemila abitanti, non comprendendovi quelli dei vicini villaggi di Carmeno e di Lignago, che con questo borgo formano una sola comunità.
Mentre così viene descritta la frazione Campeglio:
CAMPEGLIO, villaggio degli Stati del re di Sardegna, div. di Novara, prov. di Palanza, mandam. di Canobio, situato nella valle Canobina in quella parte chiamata Piaggio di sotto. E' un luogo piuttosto sterile di cereali, ma che vi abbondano i pascoli. Conta nulla più di 250 abitanti, dediti in gran parte alla pastorizia, ed a togliere dai faggi la corteccia che da loro vendesi in Canobio col nome di rusca, e colà adoperasi nelle concerie.