GUIDA  Pienza/Memorie Storiche

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Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così scrive:

PIENZA. Capoluogo. Città vescovile Concattedrale di Chiusi, con Deleg. e Pret. civ. e crim. di 3a Classe. Sulla cima pianeggiante di deliziosa collina trovavasi il piccolo Castello di Corsignano, di origine ignota. Nei torbidi che agitaron Siena sul cominciare del sec. XV Silvio Piccolomini riparò a Corsignano, ove gli nacque il celebre Enea Silvio, pervenuto al papato col nome di Pio II. Una delle prime cure di quel Pontefice fu quella d'ingrandire e nobilitare il castello nativo; fece quindi ricingerlo di nuove mura, fece erigervi grandiosi edifizj, e dichiarandolo Concattedrale di Chiusi venne a decorarlo del titolo di Città, che dal suo nome papale chiamò Pienza.

Una gran parte delle sue mure urbane cadde in rovina; il loro circuito oltrepassa di poco il mezzo miglio. Tre sono le porte. La via media, che traversa longitudinalmente la città, è ampia, comodissima e fiancheggiata da grandiosi edifizj. Il Duomo è un vasto tempio architettato da Bernardo Senese sul modello di quello di Siena; dividesi quindi questa ancora in chiesa inferiore e superiore; gli ornati della facciata sono elegantissimi; ben distribuite le interne pareti. Gli altari sono fregiati di buone tavole di antica scuola senese. In faccia alla Cattedrale è il Pretorio con bellissima torre. Da un lato della piazza è l'Episcopio; elevasi dall'altro il magnifico palazzo Piccolomini, cui sono contigue varie altre grandiose abitazioni, fatte costruire dai Cardinali che corteggiavano Pio II. Nella chiesa del Convento di s. Francesco, ora Seminario, è il sepolcro dei Piccolomini. In un ripiano sottoposto alla cità dalla parte di mezzo giorno, è l'antichissima Pieve di Corsignano, ove furono battezati i due Pontefici Pio II e Pio III (V. Atl. Tosc.)

Nella Corografia dell'Italia (1834) così viene descritto il comune:

PIENZA, città del granducato di Toscana, 26 miglia a greco da Siena, 4 a maestro da Chiusi e 6 ad ostro da Sanquirico, sopra ameno colle. Chiamavasi altre volte Corsignano, ma il papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini), che quivi nacque nel 1405, erigendo nel 1462 la di lei chiesa in concattedrale con quella di Chiusi, volle che si chiamasse Pienza, onde rendere eterno il suo nome di Pio. Quivi nacque pure Francesco Todeschini, figlio di una sua sorella, il quale nel 1503 fu egualmente papa col nome di Pio III. Fu Pio II che circondò questa sua patria di nuove mura, fiancheggiate da torri; vi edificò la cattedrale con buona architettura e ben concepita facciata, e coi proprii beni formò la mensa vescovile e le prebende canonicali, erigendovi poi un sontuoso palazzo per la sua famiglia ed un altro pel municipio. Per rendersi a lui accetto, molli cardinali e prelati, a di lui esempio, vi edificarono magnifici palazzi e decenti abitazioni, per cui divenne una delle più leggiadre città d'Italia. Ma pel suo attaccamento alla repubblica di Siena, mentre l'armi dell'imperadore Carlo V mettevano a soqquadro tutta la penisola ed occupavano lo Stato Sanese, cingendo d'assedio la capitale, Pienza fece valorosa resistenza; ma fu presa d'assalto, saccheggiata, quindi incendiata, abbattute le mura, e gli abitanti tutti passati a filo di spada. Cessato il furore di quella guerra, gli abitanti del circostante paese, invaghiti dell'amena sua situazione, andarono a darle nuova esistenza. Vi si contano in oggi 1,500 abitanti, presieduti da un governatore col titolo di capitano. Vi si commercia di olii, di cacio, di bestiami, di canape e di mandorle molto pregiate. Dal 20 al 22 settembre si tiene una delle più cospicue fiere del Sanese. Ottimamente coltivati ne sono i suoi dintorni, e ben lastricate le interne sue vie, che i barbari distruttori della città non poterono rovinare. Vi è un liceo, un seminario con scelta biblioteca, un'accademia con teatro, ed un conservatorio per l'educazione delle fanciulle. Nelle sue vicinanze vi è una fonte d'acqua che bolle e gorgoglia a freddo, esalando un così acuto fetore, che non si può, se non per brevissimo tempo, starvi vicino senza manifesta lesione del respiro. I passeri cadono morti in tre minuti se in una gabbia si tengano sospesi a quell'acqua.