GUIDA Natale
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* 'Ndocciata - '''[[Agnone|Agnone (Isernia, Molise)]]''': costumanze contadine e spiritualità popolare si fondono in questa parata, dove, il giorno della vigilia, gruppi di uomini, vestiti di un mantello nero a ruota e portando in spalla ventagli di '''ndoccie'' (torce fatte con listelli di tronco d'abete) raggiungono piazza Plebiscito, scortati da enormi carri celebranti il mondo bucolico. Atto conclusivo della processione è un falò dal valore catartico, per cancellare le avversità dell'anno trascorso. | * 'Ndocciata - '''[[Agnone|Agnone (Isernia, Molise)]]''': costumanze contadine e spiritualità popolare si fondono in questa parata, dove, il giorno della vigilia, gruppi di uomini, vestiti di un mantello nero a ruota e portando in spalla ventagli di '''ndoccie'' (torce fatte con listelli di tronco d'abete) raggiungono piazza Plebiscito, scortati da enormi carri celebranti il mondo bucolico. Atto conclusivo della processione è un falò dal valore catartico, per cancellare le avversità dell'anno trascorso. | ||
* La Faglia - '''[[Oratino|Oratino (Campobasso, Molise)]]''': un'altissima fiaccola (12 metri circa), il cui allestimento impegna per giorni una quarantina di volontari che danno vita a un rito dai marcati richiami pagani. | * La Faglia - '''[[Oratino|Oratino (Campobasso, Molise)]]''': un'altissima fiaccola (12 metri circa), il cui allestimento impegna per giorni una quarantina di volontari che danno vita a un rito dai marcati richiami pagani. | ||
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| + | ===Mercatini=== | ||
| + | * '''[[Busto Arsizio|Busto Arsizio (Varese, Lombardia)]]''': all'interno del grandioso Museo del Tessile il caratteristico intreccio di chalet di legno dove sono esposti dolci natalizi e addobbi tipici della zona. | ||
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===Presepi Viventi=== | ===Presepi Viventi=== | ||
* '''[[Arcinazzo Romano|Arcinazzo Romano (Roma, Lazio)]]''': l'etica e le forme della civiltà contadina di fine ottocento, quando la città si chiamava ancora Ponza, s'intrecciano con il tema della Natività, in un mix di tradizione pagana e senso cristiano. | * '''[[Arcinazzo Romano|Arcinazzo Romano (Roma, Lazio)]]''': l'etica e le forme della civiltà contadina di fine ottocento, quando la città si chiamava ancora Ponza, s'intrecciano con il tema della Natività, in un mix di tradizione pagana e senso cristiano. | ||
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* '''[[Crispiano|Crispiano (Taranto, Puglia)]]''': trecento figuranti con i tradizionali costumi d'epoca, calati nell'incantevole teatro naturale delle grotte del Vallone, rivisitato in chiave alpina attraverso l'utilizzo di neve artificiale. | * '''[[Crispiano|Crispiano (Taranto, Puglia)]]''': trecento figuranti con i tradizionali costumi d'epoca, calati nell'incantevole teatro naturale delle grotte del Vallone, rivisitato in chiave alpina attraverso l'utilizzo di neve artificiale. | ||
* '''[[Agira|Agira (Enna, Sicilia)]]''': una processione nella parte alta del paese, tra i suoni e i colori delle tradizionali botteghe di fabbri e falegnami, conclusa ai piedi dello splendido Castello normanno. | * '''[[Agira|Agira (Enna, Sicilia)]]''': una processione nella parte alta del paese, tra i suoni e i colori delle tradizionali botteghe di fabbri e falegnami, conclusa ai piedi dello splendido Castello normanno. | ||
| + | * '''[[Giulianova|Giulianova (Teramo, Abruzzo)]]''': un cammino dalla stalla al tempio di Gerusalemme che abbraccia la vita di Gesù dalla nascita fino ai dodici anni. | ||
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===Varie=== | ===Varie=== | ||
* Bacio del Bambino - '''[[Lama dei Peligni|Lama dei Peligni (Chieti, Abruzzo)]]''': un pellegrinaggio nel cuore del Parco Nazionale della Majella che i fedeli lamesi fanno da tre secoli, il giorno dell' Epifania, per baciare la statua di Gesù Bambino, portato, secondo la tradizione, da un frate francescano dalla Terra Santa. | * Bacio del Bambino - '''[[Lama dei Peligni|Lama dei Peligni (Chieti, Abruzzo)]]''': un pellegrinaggio nel cuore del Parco Nazionale della Majella che i fedeli lamesi fanno da tre secoli, il giorno dell' Epifania, per baciare la statua di Gesù Bambino, portato, secondo la tradizione, da un frate francescano dalla Terra Santa. | ||
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* Festa della Famiglia - '''[[Bultei|Bultei (Sassari, Sardegna)]]''': così chiamata perché l'usanza in essa contenuta di benedire i pani tipici del mondo contadino, la ''pertusitta'', e di quello pastorale, zuada e cabude, è il retaggio di un'antica tradizione legata al ''su cabude'' (pane a forma di corona), con cui il capofamiglia incoronava a scopo augurale il figlio primogenito. | * Festa della Famiglia - '''[[Bultei|Bultei (Sassari, Sardegna)]]''': così chiamata perché l'usanza in essa contenuta di benedire i pani tipici del mondo contadino, la ''pertusitta'', e di quello pastorale, zuada e cabude, è il retaggio di un'antica tradizione legata al ''su cabude'' (pane a forma di corona), con cui il capofamiglia incoronava a scopo augurale il figlio primogenito. | ||
* Battesimo di Gesù - '''[[Piana degli Albanesi|Piana degli Albanesi (Palermo, Sicilia)]]''': un rituale in uso tra gli osservanti della liturgia greco-albanese, durante la quale l'officiante immerge la croce per tre volte in una vasca, allestita nei presi dell'altare. Alla terza volta viene liberata una colomba, simbolo dello Spirito Santo. | * Battesimo di Gesù - '''[[Piana degli Albanesi|Piana degli Albanesi (Palermo, Sicilia)]]''': un rituale in uso tra gli osservanti della liturgia greco-albanese, durante la quale l'officiante immerge la croce per tre volte in una vasca, allestita nei presi dell'altare. Alla terza volta viene liberata una colomba, simbolo dello Spirito Santo. | ||
| + | * L'accensione dell'Albero - '''[[Gubbio|Gubbio (Perugia, Umbria)]]''': oltre 650 metri d'altezza, più di settecento luci (comprese quelle dell'enorme stella cometa che lo sovrasta), due mesi e mezzo il tempo impiegato per allestirlo...sono i numeri dell'Albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, che da ventisei anni, per tutto il periodo natalizio, illumina le pendici del Monte Ingino, sacro per gli eugubini. Nell'immancabile rito dell'accensione (alla vigilia dell'Immacolata), dal forte richiamo turistico si rinnova ogni volta un messaggio di pace e di fratellanza (rafforzato dai luoghi francescani del monte). | ||
Versione delle 16:38, 5 dic 2007
La tradizione del Natale occupa un ruolo centrale tra i caratteri identitari della cultura italiana. Questa pagina mette in evidenza le manifestazioni di maggior rilievo, in particolare quelle in cui risaltano i tratti specifici del singolo comune. Le diverse modalità di celebrare il Natale si raggruppano per lo più in tre grandi categorie: presepe vivente, falò e mercatini artigianali.
Indice |
Falò
- Nereto (Teramo, Abruzzo): una catasta di legno tenuta accesa per tutta la settimana di Natale, un rito legato all'antica tradizione dei fuochi solstiziali d'inverno, diffusissima nella regione.
- Nemoli (Potenza, Basilicata): enormi tronchi che bruciano ininterrottamente da Natale all'Epifania al suono delle zampogne e delle ciarmedd (= ciaramelle) dei suonatori che si aggirano per i vicoli del centro storico.
- Castelsilano (Crotone, Calabria): riecheggia in tutti i rioni il crepitio delle focare, i caratteristici falò accesi la notte di Natale per scaldare il Bambin Gesù.
- Festa del Maio - Baiano (Napoli, Campania): squadre di fedeli del Santuario di Santo Stefano, gareggiano nella ricerca del castagno più grande (dal latino magis/ maius = il più grande) da issare e dare alle fiamme, il 26 dicembre, sul piazzale antistante la chiesa.
- 'Ndocciata - Agnone (Isernia, Molise)': costumanze contadine e spiritualità popolare si fondono in questa parata, dove, il giorno della vigilia, gruppi di uomini, vestiti di un mantello nero a ruota e portando in spalla ventagli di ndoccie (torce fatte con listelli di tronco d'abete) raggiungono piazza Plebiscito, scortati da enormi carri celebranti il mondo bucolico. Atto conclusivo della processione è un falò dal valore catartico, per cancellare le avversità dell'anno trascorso.
- La Faglia - Oratino (Campobasso, Molise): un'altissima fiaccola (12 metri circa), il cui allestimento impegna per giorni una quarantina di volontari che danno vita a un rito dai marcati richiami pagani.
Mercatini
- Busto Arsizio (Varese, Lombardia): all'interno del grandioso Museo del Tessile il caratteristico intreccio di chalet di legno dove sono esposti dolci natalizi e addobbi tipici della zona.
Presepi Viventi
- Arcinazzo Romano (Roma, Lazio): l'etica e le forme della civiltà contadina di fine ottocento, quando la città si chiamava ancora Ponza, s'intrecciano con il tema della Natività, in un mix di tradizione pagana e senso cristiano.
- Corchiano (Viterbo, Lazio): lega il suo particolare fascino alla location della vallata costellata di grotte etrusche, in cui riecheggia la voce fuoricampo che descrive le varie scene.
- Greccio (Rieti, Lazio): qui, nel 1223, nella zona di Monte Lacerone, per opera di San Francesco nacque il primo presepe della storia. Un evento rievocato con una lunga fiaccolata in costume che si conclude nel luogo dove il santo si ritirò in eremitaggio e dove sorge una cappellina in suo ricordo.
- Comunanza (Ascoli Piceno, Marche): nell'intero borgo si ricreano i luoghi e i ritmi di vita della Betlemme di duemila anni fa, coinvolgendo circa 400 personaggi in costume d'epoca.
- Falerone (Ascoli Piceno, Marche): le rovine della colonia romana di Falerio Picenus fanno da sfondo alla ricostruzione storica, assai fedele nella cura dei dialoghi e dei costumi.
- Frontone (Pesaro-Urbino, Marche): insieme ai luoghi della Natività, spazio ai suoni e ai colori delle antiche botteghe in un'atmosfera di luce rarefatta creata con torce e bracieri.
- Poggio San Marcello (Ancona, Marche): natura e storia s'intrecciano in questa rappresentazione accompagnata dal fragore della cascata che si getta nel ruscello e il cui ricavato del biglietto è destinato in beneficenza.
- Crispiano (Taranto, Puglia): trecento figuranti con i tradizionali costumi d'epoca, calati nell'incantevole teatro naturale delle grotte del Vallone, rivisitato in chiave alpina attraverso l'utilizzo di neve artificiale.
- Agira (Enna, Sicilia): una processione nella parte alta del paese, tra i suoni e i colori delle tradizionali botteghe di fabbri e falegnami, conclusa ai piedi dello splendido Castello normanno.
- Giulianova (Teramo, Abruzzo): un cammino dalla stalla al tempio di Gerusalemme che abbraccia la vita di Gesù dalla nascita fino ai dodici anni.
Varie
- Bacio del Bambino - Lama dei Peligni (Chieti, Abruzzo): un pellegrinaggio nel cuore del Parco Nazionale della Majella che i fedeli lamesi fanno da tre secoli, il giorno dell' Epifania, per baciare la statua di Gesù Bambino, portato, secondo la tradizione, da un frate francescano dalla Terra Santa.
- Squilla - Lanciano (Chieti, Abruzzo): è il nome della campanella della torre civica, simbolo di pace e fratellanza, al cui rintocco, il 23 dicembre, iniziano a suonare tutte le altre campane del paese, mentre i lancianesi rincasano per baciare i loro familiari e scambiarsi doni.
- Maitunate - Casacalenda (Campobasso, Molise): sono canti augurali per salutare il nuovo giorno (maitunate = mattinata), accompagnati dal suono del bufù, una sorta di tamburo a frizione. Un rituale che si rinnova il 31 dicembre e il 6 gennaio.
- Natale fra i Trulli - Alberobello (Bari, Puglia): tra le pittoresche abitazioni dal tetto conico del quartiere Aia (la parte più antica del comune), recuperato nella veste di fine 800 mediante l'illuminazione con torce e lumi a petrolio, si dà vita a una processione in costume che si conclude ai piedi dello splendido Castello normanno.
- Festa della Famiglia - Bultei (Sassari, Sardegna): così chiamata perché l'usanza in essa contenuta di benedire i pani tipici del mondo contadino, la pertusitta, e di quello pastorale, zuada e cabude, è il retaggio di un'antica tradizione legata al su cabude (pane a forma di corona), con cui il capofamiglia incoronava a scopo augurale il figlio primogenito.
- Battesimo di Gesù - Piana degli Albanesi (Palermo, Sicilia): un rituale in uso tra gli osservanti della liturgia greco-albanese, durante la quale l'officiante immerge la croce per tre volte in una vasca, allestita nei presi dell'altare. Alla terza volta viene liberata una colomba, simbolo dello Spirito Santo.
- L'accensione dell'Albero - Gubbio (Perugia, Umbria): oltre 650 metri d'altezza, più di settecento luci (comprese quelle dell'enorme stella cometa che lo sovrasta), due mesi e mezzo il tempo impiegato per allestirlo...sono i numeri dell'Albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, che da ventisei anni, per tutto il periodo natalizio, illumina le pendici del Monte Ingino, sacro per gli eugubini. Nell'immancabile rito dell'accensione (alla vigilia dell'Immacolata), dal forte richiamo turistico si rinnova ogni volta un messaggio di pace e di fratellanza (rafforzato dai luoghi francescani del monte).






