GUIDA  Reano

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'''Reano''' è situato nel [[Piemonte]] in [[Provincia di Torino]]. Il 23 aprile si festeggia il Patrono, San Giorgio. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Giorgio; Chiesa della Madonnina; Chiesa di San Rocco.
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Versione delle 11:27, 17 nov 2009

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Reano è situato nel Piemonte in Provincia di Torino. Il 23 agosto si festeggia il Patrono, San Giorgio. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Giorgio; Chiesa della Madonnina; Chiesa di San Rocco.

Confina con i comuni di: Trana, Sangano, Rosta, Rivoli, Villarbasse, Avigliana e Buttigliera Alta.

Volontariato, Onlus e Associazioni

  • Corpo Volontari A.I.B. del Piemonte Squadra di Reano, Via Roma, 16

Complessi Bandistici e Corali

  • Corale Europa Cantat, c/o Giolitti - Case Benna, 1

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1847) Goffredo Casalis così descrive il comune:

Reano (Regianum, Reanum), com. nel mand. di Avigliana, prov. di Susa, dioc. e div. di Torino. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. ipot. di Susa, insin. e posta di Avigliana. Giace in un'amena valletta terminante la collina detta di Rivoli. La sua positura è a scirocco da Susa. È distante due miglia circa dal capoluogo di mandamento, e quattordici da quello di provincia. Il comune è composto di Reano capoluogo, e di tre borgate, che appellansi Ruata, Fiori, e Paisio: sono esse poco discoste fra loro. Quattro ne sono le vie comunali, e conducono a Villar Basse, Trana, Rivoli, Buttigliera-Uriola: vogliono tutte essere riattate.

Reano è circondato da colli parte imboschiti, e parte coltivati. Il suolo in generale è assai fecondo, e produce massimamente meliga ed uve in qualche abbondanza: gli abitanti vendono la legna in Torino, e smerciano il soprappiù del vino ne' circostanti paesi.

Non vi scorrono nè fiumi nè torrenti: vi sono per altro alcune scaturigini, da cui non derivano vantaggi notevoli. Le piante che allignano bene sui colli del comune sono principalmente i castagni ed i roveri.

L'antica parrocchia di questo villaggio è di cosi meschina costruzione, che somiglia ad uno dei cripti dei primitivi cristiani; ma per buona ventura vi è omai condotta al suo termine una stupenda chiesa di disegno gotico-normanno. Quasi tutti i cospicui dispendi per la fabbricazione di questo novello tempio sono fatti dall'ottimo principe della Cisterna, la cui munificenza a pro di questo villaggio è così grande, che ne sarà benedetto il nome in tutti i tempi avvenire: fra le continue opere di carità evangelica ivi da lui esercitate vuolsi noverare lo stabilimento di due scuole, una per l'istruzione dei ragazzi, affidata ad un sacerdote, l'altra per quella delle fanciulle sotto la direzione delle monache dette del Cottolengo. Oltre la parrocchiale sotto il titolo di s. Giorgio vi esistono una chiesa ufficiata dalla confraternita di s. Rocco, ed una cappella spettante alla casa della Cisterna. Il cimiterio trovasi nella prescritta distanza dalle abitazioni.

L'antico castello ne è abitato dal principe della Cisterna, che lo possiede: evvi un palazzo, che appartiene al signor Felice Chiantore.

Gli abitanti sono in generale assai robusti e solerti.

Cenni storici. Il primitivo nome di questo luogo fu Reanum; Venne poi detto Regianum nei tempi di mezzo. Vi si rinvennero parecchi antichi monumenti, dei quali se ne conservano alcuni nel suo castello, ora ridotto a stupenda abitazione dal principe della Cisterna: sovr'essi vedonsi scolpiti boschi, ed antri, e i fondatori di Roma allatati dalla lupa, donde pare che tragga origine il nome di questo paese; sicchè il nostro celebre Durandi non dubitò di applicargli le parole di Sidonio Apollinare videas hic fusa metallis antra Rheae, foetamque lupam. In una di quelle lapidi si rammemora un collegio, o società di marmoristi sodalicium marmoriarum: cave di marmi si trovano nei monti vicini.

Reano insieme colla più parte dei villaggi de' suoi dintorni, che stanno presso il Sangone, è già rammentato nella carta di fondazione dell'abazia di Sangano fatta da Gezone vescovo di Torino verso il fine del secolo X, cioè Curte quae dicitur Sanganum, vallis Novelasca, Palatiolum, Susinascum, et Regianum prope vel juxta eamdem curtem jacentes. Il vescovo Landolfo successore di Gezone nella sua carta di conferma dell'anno 1011 ripete lo stesso, aggiungendovi le chiese di altri circostanti luoghi, dipendenti allora dalla pieve di Sangano.

Il paese di Reano fece poi parte della Castellania di Rivalta, e spettò agli Orsini: quando questi si divisero in tre rami, cioè negli Orsini di Rivalta, nei Bersatori, e nei Falconieri, Reano appartenne a questi ultimi, dai quali fu poi alienato, sicchè lo possedettero gli Ajmari di Villafranca, da cui passò ad un Antonio Foresto, il quale era in grande stima presso Carlo VIII re di Francia, che lo creò mastro di sua casa.

Quell'Antonio Foresto fu governatore di Nizza per il duca di Savoja Carlo I. I suoi discendenti alienarono poscia questo luogo ad Amedeo Dalpozzo conte di Ponderano, e marchese di Voghera.

Il ramo degli Orsini detti Falconieri aveva per suo stipite un Amedeo che fioriva circa il 1100: oltre il castello di Reano essi possedevano quelli di Cumiana, di Trana, ed una parte di Borgaro torinese: di loro fu un Andrea abate di s. Maria di Pinerolo verso la metà del secolo XIV: Michele Falconieri, capitano di cavalli sotto il duca Ludovico di Savoja, ed un Fra Merlo cavaliere gerosolimitano.

Popolazione 1000 circa.