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Avigliana è situato nel Piemonte nella Provincia di Torino. Il 24 giugno si festeggia il Patrono, San Giovanni Battista. Tra gli edifici religiosi: Chiesa di San Giovanni (XIII-XIV secolo); Chiesa di Santa Maria; Chiesa di San Pietro. Da Vedere: Torre dell'Orologio; il Castello.
Confina con i comuni di: Giaveno, Trana, Valgioie, Reano, Sant'Ambrogio di Torino, Villar Dora, Almese, Buttigliera Alta e Caselette. E' a circa venticinque chilometri da Torino.
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Storia
Avigliana è una delle città più importanti della provincia torinese. Affonda le sue radici già nella preistoria. Diversi scavi archeologici effettuati nel corso degli anni, infatti, hanno portato alla luce reperti dell'età del ferro e del bronzo. Ma è con l'insediamento Celtico del 595 a.C.che la città iniziò a definire la sua storia e quindi la sua indentità. Sono numerose, in effetti, le tracce lasciate dai Celti. Alcune fra queste riguardano altari, croci o pietre, molto probabilemente utilizzate dai Druidi (autorità spirituali della tribù celtica) durante cerimonie religiose in onore delle dee Matrone, dività femminili il cui culto era molto diffuso tra i popoli nordici.
Secoli dopo la città fu chiamata "ad fines Corti" dai latini perchè situata al confine del regno di Corzio. Il Borgo era, in effetti, un punto di transito essenziale per tutti i viaggiatori, spece i commercianti intenti ad attraversare l'ager taurinensis per fare affare nella Val di Susa o nelle città limitrofe. Dai romani Avigliana prese anche il nome; questo infatti deriva dal nome del gentilizio romano "Avelius" o "Avilius".
Le terre di Avigliano furono più volte teatro di importanti battaglie. Si narra addirittura che Carlo Magno vi avesse sconfitto Desiderio, sovrano dei Longobardi. Non a caso, proprio su quelle terre, l'Ordine dei benedettini vi costrutì un ospedale per curare pellegrini o anche soldati di diversi schieramenti. Dell'edificio oggi non resta più nulla distrutto durante le incursioni saracena. Per evitare quindi ulteriori attacchi dei barbari, Arduini III, detto il Glabro, diede ordini, agli inizi dell'anno mille, di edificare un castello a protezione della città. Tale attività assieme alla ricostruzione di mezza valle devastata, produsse la prima documentazione ufficiale relativa ad Avigliana, tutt'oggi conservata nel fornitissimo Archivio Storico comunale.
Sempre in quegli anni nacque il borgo nuovo per volere della contessa Adelaide, nipote di Arduino, e sposa in terze nozze del conte Oddone di Savoia. Con l'arrivo della corta Savoia la città si riempì ben presto della creme dell'artistocrazia piemontese. Per dare lustro ad Avigliana, quindi, e incentivare conseguentemente gli investimenti, vennero costruiti nuove strade, statue, portici e palazzi pubblici. Il borgo divenne, dunque, un luogo di estrema raffinatezza ed eleganza, ciononostante non disegnò di ospiate, al suo interno, eventi e fiere popolari che tanto giovavano all'economia cittadina.
Alla fine del secolo Avigliana fu sconvolta da nuovi tumulti . Venne conquistata da Enrico IV figlio di Federico Barbarossa, che per lo scopo non risparmiò nè le popolazioni nè le abitazioni. Il castello venne completamente demolito, annientando quindi il cuore difensivo della città. Alla morte di Enrico salì al trono il filgio Tommaso I, il quale ristabilì la pace partendo dalla ricostruzione delle strade e del castello precedentemente distrutto.
Nel corso dei secoli Avigliana acquisì un ruolo sempre più importante nella provincia torinese. I conti Savoia, infatti, la scelsero come residenza per la propria corte. Essa divenne in pochi anni il centro della politica e della mondanità dell'aristocrazia Sabauda, privilegio che perse quando alla fine del XIV secolo i Savoia si trasferirono di nuovo a Torino.
Il 17 agosto del 1650 un nuovo scontro tra francesi e piemontesi causò nuove vittime e danni. Anche in questa vota i più forti si rivelarono i rancesi. Tra le fila dell'esercito piemontese si contava una difesa di appena 500 uomini, troppo esigua, quindi, per difendere la popolazione ed evitare che la città fosse rasa al suolo.
Sul fronte amministrativo si registrò un'importante cambiamento. Avigliana fu ceduta, per la prima volta in tutta la sua sotria, come feudo da Emanuele II ai Provana di Beinette. Era il 1659. Diverse famiglie si alternarono al governo della città fin quando, alla morte dell'ultimo nobile, verso la fine del XIX secolo fu affidata alle suore del Sacro Cuore.
Nonostante l'importanza della città e il lustro delle famiglie al suo governo, non si riuscirono ad evitare nuove incirsioni nemiche. Avigliana, priva di fortificazioni e di un esercito attrezzato e potente, cadde nuovamente in mani di eserciti ostili provocando ulteriori morti e danni. Una tregue si raggiunse solo nel 1714 con la pace di Rastadt, grazie alla quale la popolazione riuscì a concentrarsi sul porprio sviluppo economico. Oltre all'agricolura Avigliana divenne anche un fiorente centro commercio tessile; attraverso le acque dei laghi del Dora si ottenne forza motrice utile per avviare fabbriche di panni e tintorie. Nel 1773 il matrimonio di Maria Teresa di Savoia con il conte d'Artois (futuro Carlo X) segnò un 'epocale cambiamento nei rapporti tra gli Aviglianesi e i Francesi. La nuove amicizia fece sì che Francia e Piemonte lottassero fianco a fianco contro l'Austria. Dall'unione Franco- Piemontese nacquero, inoltre, la ferrovia Torino-Susa, il traforo del Frejus e la Torino-Lione. A metà ottocento la città fu portagonista di un'altra importante fusione economica. Un gruppo di 5 banchieri assieme alla società Alfredo Nobel diedero vita alla "Società Anonima per la Fabbricazione della Dinamite Brevetto Nobel". Avigliana si trasformò ben presto in uno dei più importanti centri del commercio militare d'Europa. E' nota che tale concetrazione delle fabbriche provocò i bombardamenti sulla città della Seconda Guerra Mondiale. Avigliana mantiene ancora oggi un ruolo di rilievo in questo campo indistriale. Le sue fabbriche producono non solo materiali ad uso militare, ma ferro cotone. Alcune tra le più importante multinazionali hanno impiantato in città loro sedi, tra queste va ricordata la Fiat. Nonostante i primati e i risultati che queste posso vantare, Avigliana resta comunque, una città dall'anima culturale e artistica. Ogni anno milioni di visitatori ammirano gli antichi splendori del borgo medievale e gli sfarzi delle imponenti residenze Sabaude, fiore all'occhiello per tutta la provincia Torinese.
Biblioteche
- Biblioteca Civica, Piazza Conte Rosso, 20
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Asilo Infantile Scuola Materna, Piazza Conte Rosso, 18
- Associazione Amici di Avigliana, Piazza Del Popolo, 2
- Centro Culturale Vita e Pace, Via Einaudi, 20
- Cooperativa Sociale di Assistenza Società Cooperativa, Corso Laghi, 34
- Merope, Via XX Settembre, 60
Complessi Bandistici
- Società Filarmonica Santa Cecilia, Via Montenero, 4






