GUIDA  Napoli/Chiesa del Gesù Vecchio

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E' la prima chiesa dei gesuiti a Napoli, notevole fabbrica rococò, con pregevoli interventi del pittore d'Ottocento napoletano della scuola di Posillipo, Domenico Morelli.

Indice

Storia

La chiesa si trova a sud del complesso omonimo, affianco al cortile del Savatore, detto cortile delle statue, prima sede ufficiale dei Gesuiti giunti a Napoli, che oggi ospita l’Università Federico II.

La chiesa si trova in un piccolo slargo di via Palladino.

Il primo nucleo dell’edificio, iniziato nel 1554 e terminato nel 1570, si trovava nell’area del collegio gesuitico, ma venne demolita, e rifatta, nello slargo, affianco al cortile del Salvatore, fra il 1605 e il 1624, su progetto dell’architetto gesuita Pietro Provedi. La facciata, invece, fu progettata da Gian Domenico Vinaccia, e fu completata nel 1688. La chiesa è, per l’appunto, chiamata del Gesù vecchio, proprio in quanto prima sede dei gesuiti a Napoli, prima che l’ordine decidesse di trasformare il Palazzo dei Principi di Sansevero nel principale tempio gesuitico della città, ribattezzando quel tempio Chiesa del Gesù Nuovo.

Il Gesù Vecchio fu affidato ai Domenicani dopo l’espulsione dei Gesuiti dal Regno di Napoli, nel 1767.

Descrizione

Esterno

Esuberante e particolarmente mossa la facciata, quasi borrominiana, si direbbe. E’ convessa e aperta da un grande portale con timpano spezzato. Sopra la porta, volute, e, in posizione di chiave di volta, una valva.

La struttura è ritmata dalle belle paraste corinzie che si intrecciano pluridimensionalmente seguendo la linea del prospetto. Tra le paraste, cassettoni in stucco.

L’ordine superiore è caratterizzato da un grande finestrone sormontato da un arco ribassato decorato con volute.

Interno

Ad unica navata con cappelle laterali, è un notevole esempio di stile tardo barocco. L’interno venne, infatti, rimodernato intorno alla metà del Settecento dall’architetto Giuseppe Astarita. Ulteriori interventi riguardarono il presbiterio, nell'Ottocento.

Lato destro
  • I cappella a destra, tre tele di Andrea Malinconico del 1688.
  • II cappella, due preziosi reliquiari di Antonio Fumo del 1633.
  • III cappella, Cappella di San Francesco Borgia, decorazione marmorea di Bartolomeo Ghetti su disegno di Gian Domenico Vinaccia e statua di San Francesco Borgia di Pietro Ghetti.
  • IV Cappella, Madonna coi Santi Lorenzo e Ignazio di Antiochia e Trasfigurazione, di Marco Pino da Siena.
Presbiterio
  • Altare a destra del transetto, altare di San Francesco Saverio: Cosimo Fanzago disegnò la struttura, le balaustre, l’altare e curò la realizzazione delle due statue ai lati, Geremia e Isaia
  • Altare a sinistra, statue di Matteo Bottigliero (1724) e pala raffigurante Sant’Ignazio di Francesco Solimena (1691).
  • Abside: notevole è il baldacchino rococò, convesso, che idealmente richiama la facciata.
In mezzo alle sime spezzate del timpano, sorge un’altra edicola, anch’essa convessa, con timpano semicircolare, e decorata da bassorilievi.
  • Altare maggiore: Immacolata in legno e terracotta è di Nicola Ingaldi (1807).
  • Abside, restaurata e affrescata nel 1887 da Domenico Morelli. I restauri ottocenteschi riguardarono anche il transetto e la cupola. Gli affreschi della cupola e del transetto sono di Onofrio Buccino, Vincenzo Paliotti, Gaetano d’Agostino e Palo Vetri.
Lato sinistro
  • IV cappella a sinistra, tela di Nicola Malinconico con San Stanislao e i martiri giapponesi.
  • II cappella, San Luigi Gonzaga di Battistello Caracciolo.
  • I cappella, Passione di Girolamo Cenatiempo (1712).
  • Antisagrestia, Natività di Marco Pino e Crocifisso ligneo del Trecento.
  • Sagrestia, grande tela raffigurante San Luigi Gonzaga accolto in cielo di Francesco de Mura.

Riferimenti

  • Indirizzo: Via Giovanni Paladino, 38 - 80138 Napoli (NA)
  • Telefono: 081-552.6639
  • Orario: 7.00-12.00 e 16.00-18.00; chiusa domenica pomeriggio, tranne il giorno 11 di ogni mese

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