GUIDA Bernalda/Tempio di Hera - Tavole Palatine
A poche decine di metri dalla riva destra del fiume Bradano, su di uno givone, cordone litoraneo di altezza molto modesta, sorse nel 530 a. C. il tempio di Hera (’Hρα in greco), protettrice dei confini.
Era parte di un'area sacra extraurbana a circa 2 km dalla città di Metapontum, che dai reperti rinvenuti si pensa venisse utilizzata già prima della costruzione del tempio. Delle trentasei colonne originarie, sei sui lati corti e dodici sui lati lunghi, ne rimangono oggi solo quindici.
Sono disposte su due file parallele da cinque (sul lato sud) e dieci colonne (sul lato nord), ornate con venti scanalature e capitelli in stile dorico sorreggenti porzioni di architrave. Al suo interno il pronaos precedeva la cella munita dell'inaccessibile adyton.
Tradizione vuole che qui Pitagora, in fuga da Crotone, si stabilì fondando una delle sue scuole, che restò in attività per due secoli ancora dopo la sua morte, avvenuta nel 495 a.C.
Fu restaurato nel 1961 ed inizialmente attribuito al culto della dea Athena. Solo in seguito, dall'esame di un frammento di vaso rinvenuto durante gli scavi del 1926, si stabili che fosse dedicato ad Hera.
Il tempio è conosciuto anche come Tavole Palatine, o Colonne Palatine, probabilmente perché le sue colonne ricorderebbero i sostegni della tavola intorno alla quale si riunivano i cavalieri di Carlo Magno. Venne indicato nel medioevo anche come Mensae Imperatoris, si pensa a ricordo dell'Imperatore Ottone II che nei suoi pressi si accampò nel corso della spedizione contri i saraceni del 982.
Raggiungibile con estrema facilità (è a ridosso della s.s.106 Jonica) nei mesi estivi è visitabile anche nelle ore notturne quando l'illuminazione artificiale riesce ad esaltarne la suggestività e l'eleganza






