GUIDA  Gabriele D'Annunzio

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La tomba di Gabriele D'Annunzio a Gardone Riviera

Poeta ambizioso, scrittore affermato, esule, politico, soldato, eroe, comandante.

Pioveva a Gardone, martedì 1 marzo 1938; pioveva sulle pietre vive: così lui aveva denominato il [[../Vittoriale di Gabriele D'Annunzio|Vittoriale]]. A Gardone iniziavano arrivare i primi giornalisti, allertati dalla notizia della sua morte avvenuta per emorragia celebrale mentre sedeva alla propria scrivania nella stanza denominata "Zambracca".

Nato a Pescara il 12 marzo 1863, da un ricco proprietario terriero Francesco Paolo e Luisa Benedictis, appartenente ad una antica casata abruzzese. Iscritto dal 1874 al collegio Cicognini di Prato si distingue come allievo per le grandi capacità di notevoli doti intellettuali; nasce così la sua prima raccolta di poesie: "Primo Vere" pubblicate nel 1879.

Si sposa il 28 Luglio 1883 con la giovane e avvenente Maria Harduin dalla quale ha il primo figlio. Nel 1886 nasce il secondogenito Gabriellino. Scrive il suo primo romanzo "Il piacere". Nel 1888 nasce il terzo figlio avuto con Elvira Natalia Leoni, con la quale era fuggito a Venezia abbandonando la prima moglie Harduin, la quale tenta il suicidio.

Trasferitosi a Napoli nel 1892 vengono pubblicati altri due romanzi : "L'innocente" e "L'invicibile", che ne cambia il titolo con: "Trionfo della Morte". A Napoli conosce Maria Gravina Cruillas di Ramacca, con cui intreccia una relazione dalla quale nasce l'unica figlia: Renata, il 9 Gennaio 1893. Nel 1894 pubblica in Francia con enorme successo il romanzo "Trionfo della Morte".

A settembre dello stesso anno conosce a Venezia Eleonora Duse, con la quale allaccia la relazione più importante della sua vita. Dopo un viaggio in Grecia comincia interessarsi di teatro e scrive opere apertamente ispirate alla Duse come: "Il fuoco", "La città morta" e "Sogno di un mattino di primavera". Scrive in seguito drammi teatrali.

Nel 1910, assediato dai creditori, ripara a Parigi dove rimane fino al 1915. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rientra in Italia tenendo accesi discorsi interventisti. Richiamato nei lanceri di Novara prende in affitto a Venezia la Casetta Rossa sul Canal Grande e scrive per il Corriere della Sera: "Canti di Guerra Latina".

Nel 1916 iniziano le spericolate e mitiche imprese belliche, combatte con "I lupi di Toscana" sul Carso. Nel 1916 viene anche ferito all'occhio destro e scriverà: "Notturno". Nel 1918 due grandi imprese: La Beffa di Buccari e il Volo su Vienna. Deluso dai trattati di pace occupa la città di Fiume e allaccia nel 1919 una relazione con la pianista veneziana Luisa Baccara, che gli resterà vicina per il resto della sua vita.

Cacciato da Fiume nel "Natale di sangue" del 1920, nel 1921 il comandante D'Annunzio prende definitiva residenza a Gardone Riviera, località Cargnacco. Inizia così la creazione di un libro poetico in pietra e reliquie di guerra chiamato: "Il Vittoriale degli Italiani".

Dopo l'annessione di Fiume all'Italia nel 1924 dal Re Vittorio Emanuele III gli viene conferito il titolo di Principe di Montenevoso. Benito Mussolini viene a far visita a D'Annunzio ben tre volte: nel 1925, 1933 e 1934.

Nel 1930, otto anni prima della sua morte, scriveva: "Per la mia perfezione interiore è necessario che io abbia il mio sepolcro alzato su quattro colonne, superiore alla poesia, alla filosofia, alla politica esiste solo l'arte suprema della vita". Sono esattamente quattro le colonne che sostengono la sua Arca.

Nel 1935 l'ultimo capolavoro del D'Annunzio, una frammentaria e onirica autobiografia dal titolo: "Cento e cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele D'Annunzio, tentato di morire; il titolo attuale però è: "Il libro segreto".

Nel 1937 viene istituita la Fondazione del Vittoriale degli Italiani, attualmente esistente.