GUIDA Gorizia/Castello
Il Castello di Gorizia, con la sua travagliata storia millenaria, ci racconta il passato della città.
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Storia
Del poderoso mastio quadrato, in cima al colle, ovvero la parte più antica, risalente all’XI secolo, ci restano solo le fondamenta. Attorno a tale struttura, sorse nel XIII secolo il palazzo dei Conti di Gorizia, e nel XIV secolo, il Palazzo degli Stati provinciali della Contea.
All’epoca della contea, il palazzo aveva una funzione eminentemente residenziale mentre, sotto il dominio della Serenissima, i veneziani rafforzarono la rocca in ottica antiasburgica (1508-1509).
I torrioni esterni semicilindrici sono, infatti, del primo Cinquecento.
Sopra il portale principale, nel 1919, è stato collocato un leone di San Marco, proveniente da Venezia e quivi giunto, nel 1509, per la torre civica, ma mai impiegato per il ritorno degli Asburgo.
Sotto gli austriaci, fin quando Gorizia non tornò all’Italia, il castello fu caserma e anche prigione.
Gravemente danneggiato durante la prima guerra mondiale fu parzialmente ricostruito e arredato nel 1937.
Descrizione
Esterno
Il dongione è pentagonale/irregolare, con una parete curva, formato da 4 corpi di fabbrica ed un muro di cinta. Nella parte settentrionale, il dongione ingloba la prima torre a sinistra dell’ingresso, parte della cortina esterna.
Il cortile è piccolo ed irregolare; al centro sono le rovine dell'originale mastio dell'XI secolo, abbattuto nel Quattrocento.
Questa struttura rappresenta l’originale nucleo medievale, attorno al quale si dipana una spessa cortina rinforzata da grosse rondelle, che corre attorno la parte sommitale della collina sulla quale si eleva il dongione. Il muro di cinta è esagonale e consta di una torre per lato, di cui solo una chiusa; tutte le torri, tranne quella chiusa, e i muri di cinta sono percorsi da merlature.
Notevole è il portale di ingresso esterno, di gusto rinascimentale, ubicato al di là della cortina. Si tratta di un elegante portale ad arco a tutto sesto, decorato con un bugnato (irregolare) e tre lesene con capitelli spogli e fusto coperto da bugnato. Un elegante architrave inciso con un’iscrizione dedicata alla Vergine e coronato da una cornice modanata, termina la struttura. Sopra la porta è uno stemma gentilizio con aquila bicefala, e, affianco, una finestra murata, di marmo bianco, decorata con cornici e volute.
Interno
Nel palazzo degli Stati provinciali è la Sala dei cavalieri che ospita una riproduzione di armi bianche del XIII secolo.
Nella prigione, sopravvivono elementi tardogotici.
Nel palazzo dei Conti, notevole è la mensa del conte, con arredi seicenteschi e due tele del pittore goriziano Michele Lichtenreiter. La visita prosegue verso le cucine e la Loggetta della Madonna, con visita di alabarde e colubrina rinascimentale.
Al primo piano, è la sala del Conte, con leone stiloforo duecentesco e tela raffigurante Santa Elisabetta, duecentesca.
La Foresteria ospita la sala della musica con riproduzioni di strumenti rinascimentali. Notevole è il salone degli Stati provinciali, con due tele di Pietro Liberi e un Sacrificio d'Isacco, opera di Franz Lichtenreit.
Al piano superiore è la cappella, decorata con molte pregevoli tele, fra le quali segnaliamo una Adorazione della Croce di Palma il Giovane e una Madonna con Bambino di Domenico da Tolmezzo.
La visita termina con i granai, adibiti ad aula didattica.
Riferimenti
Visite
dal 1 ottobre al 31 marzo, ore 9.30-18.00
dal 1 aprile al 30 settembre, ore 9.30-13.00 / 15.00-19.30
Per informazioni, telefono: 0481 3861