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Foto Torre Canavese:
2012, 2009, 2008

Torre Canavese è situato in Piemonte in Provincia di Torino. L'ultima domenica di agosto si festeggia il Patrono, San Defendente. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Giovanni Evangelista; Chiesa di San Giovanni Battista (in località Marcomanno); Cappella di San Giacomo.

Confina con i comuni di: Strambinello, Agliè, Quagliuzzo, San Martino Canavese, Baldissero Canavese, Bairo e Castellamonte.

Dove Mangiare

  • Ristorante La Torre, Strada Baldissero, 21
  • Ristorante Passeggeri, Via Castellamonte, 4

Storia

Alcuni ritrovamenti dimostrano l'esistenza di una qualche forma di insediamento Romano, magari un accampamento, intorno al I secolo d.C. Già il nome Torre si riferisce, con buona probabilità, alla torre costruita dai Romani sul bivio tra la via Romea e la strada della Valchiusella.

Le scarse tracce materiali ci portano a ritenere che il nucleo sia stato abbandonato durante l'epoca dei regni romano barbarici e si sia ripopolato in epoca longobarda.

Prime tracce archivistiche certe che ci confermano l'esistenza del castellum Turris risalgono ad un diploma imperiale di Federico Barbarossa che nel 1152 confermava il potere del vescovo di Vercelli. Mentre già nell'undicesimo secolo il cronista Giovanni Benvenuti nella sua Storia d'Ivrea cita una famiglia di feudatari chiamata De Turre Canepitii che dimostra la diffusione del toponimo.

Nel 1227 il feudo, diventato intanto patrimonio del vescovo di Ivrea, viene infeudato ai San Martino che rappresentavano la longa manus del potere sabaudo che si era determinato nel canavese a partire dal matrimonio fra Adelaide di Susa e Oddone di Savoia.

I San Martino danno vita ad un ramo autonomo e restano al potere fino a quando, attraverso le politiche matrimoniali, il titolo comitale non passa a Francesco Andrea San Martino di Valperga, nella metà del Settecento.

Fra XIV e XIII secolo, il canavese è coinvolto negli scontri fra Guelfi e Ghibellini. Il conte Guglielmo II San Martino della Torre fu il primo ad aderire alla lega dei nobili del canavese. Le lotte signorili si sovrappongono le jacqueries pauperiste dei Tuchini, scoppiate come fenomeno di resistenza all'erosione dei beni comuni e degli usi civici, ma sobillate dai marchesi del Monferrato che, insieme ai Visconti di Milano, volevano estromettere i Savoia dalla regione.

Torre è al centro di scorrerie di banditi: le cronache ci informano di un accordo fra trentadue capofamiglia torresi e i signori, nel 1263, per sconfiggere i fuorilegge. Alla fine del secolo, i Savoia, dopo aver finalmente avuto ragione delle forze che si contrapponevano loro nel canavese, multa la comunità torrese per i disordini del tuchinaggio.

Ardizzone dei San Martino di Torre si assoggetta ai Savoia nel 1351 insieme agli altri San Martino.

Nel 1384 viene firmata la pace. Il rappresentante eletto a rappresentare i torresi fu un certo Antonio Faletti.

Memorie Storiche

In Corografia fisica, storica e statistica (1837) così riporta:

Torre è un antico castello situato in amenissima collina, che prende il nome dalla sua rocca, ricinta tuttora da una porzione delle sue mura, ed abitata da alcune famiglie. Di tre edifizj sacri al culto che si trovano in questo comune, quello di S. Giovanni è rettorìa parrocchiale.

mentre nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1853) Goffredo Casalis così descrive il comune:

TORRE DI BAJRO (Turris Bariana), com. nel mand. di Agliè, prov. e dioc. d'Ivrea, div. di Torino. Dipende dal magistrato d'appello di Torino, intend., trib. di prima cogn., ipot., insin. d'Ivrea, posta d'Agliè.

Giace sopra l'australe pendio di un colle ameno, ad ostro d'Ivrea. È distante chilometri 3,75 dal capoluogo di mandamento e 13 da quello di provincia. A questo comune appartiene una frazione di poco rilievo, denominata di Mossa.

Quattro ne sono le vie comunali; una che tende ad Ivrea è della lunghezza di chilom. 1,25, un'altra per a Castellamonte di chilom. 2,50; la terza per Bajro di chilom. 0,75; l'ultima per a s. Martino Perosa di chilom. 2,00. Queste vie sono tutte sassose, mancanti di fossi laterali e di convessità, per cui vogliono tutte essere migliorate; quella essenzialmente per ad Ivrea è in alcuni tratti così montuosa, da renderne molto malagevole il tragitto; il perché è di presente in via di costruzione una nuova strada consortile.

Varii colli e monti sorgono nel territorio di Torre di Bayro, i quali sono verdeggianti di castagni cedui e fruttiferi.

Le terre non vi sono bagnate né da fiumi, né da torrenti; ed è perciò che nell'estiva stagione vanno soggette ai danni della siccità.

Le produzioni territoriali di maggior rilievo vi sono la meliga, la segale, poche uve, la foglia di gelsi, con cui si nutre un considerevol novero di bachi da seta, che forniscono bozzoli di buona qualità; vi si coltivano poche viti; si ricava un qualche guadagno dalla vendita dei pali pel sostegno delle viti: vanno a farne incetta alcuni negozianti dei paesi del basso Novarese, e del Monferrato.

In fondo di alcune vallette vi esistono strati di torba di buona qualità, che da pochi anni gli abitanti estraggono per provvedere di combustibili alcune manifatture di questa capitale: in così fatti bassi terreni, che contengono torba, s'incontrano molle piante resinose, disposte orizzontalmenle sul fondo dello strato torboso, le quali piante resinose si suppone sieno state ivi trasportale da qualche straordinaria innondazione sopra questa parte del globo terrestre in remotissimi tempi; confermano questa supposizione gli strati di conchiglie marine, che si trovano alle falde dei colli di questo comune, nel loro lato settentrionale, lungo il torrente Chiusella nel limitrofo territorio di Quagliuzzo e di Strambinello.

La chiesa parrocchiale è di costruzione poco antica, d'ordine toscano. S. Defendente martire ne fu eletto a titolare. Vi esiste un'altra chiesa di forma moderna sotto l'invocazione di s. Grato. Evvi una congregazione di carità, che somministra alcuni sussidi alle famiglie povere in caso di qualche malattia.

Vi esistono due filature, ciascuna delle quali novera appena venti fornelletti. Il cimiterio giace in sufficiente distanza dall'abitato.

Gli abitanti sono di complessione molto robusta, di vivace indole, intraprendenti, e soprammodo tenaci delle loro opinioni.

Cenni storici. Questo luogo, unitamente a Bajro, fu già posseduto dai marchesi di Monferrato, che lo tenevano in feudo dalla chiesa d'Ivrea, come si riconosce da una carta del 1227. Fu poi contado dei Sanmartini detti della Torre, dei Sanmartini marchesi di s. Germano. Lo ebbero poscia gli Stria con titolo signorile.

L'antico castello, già spettante ai sopraccennati feudatari, era di forma mal combinata: ma fu reso più ameno dall'ultimo possessore di esso, cioè dal marchese Della Chiesa di Rodi e Cinzano.

Torre di Bajro ed il comune di Bajro si onorano di un loro illustre paesano, che fu Giambattista Succio, dottore di medicina e di filosofìa del 1710. Esercitò la clinica con tanto felice successo, che nell'archivio comunale di Bajro conservasi un ordinato, che dichiara il Succio siccome uno de' più accreditati medici pratici, che a quell'età vantasse la provincia d'Ivrea.

Popolazione 900 circa.