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Buonconvento è situato in Toscana in Provincia di Siena. Il 29 giugno si festeggia il Patrono, SS. Pietro e Paolo. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo; Pieve di Piana, dedicata a Sant'Innocenza; Oratorio di San Sebastiano. Da Vedere: Castello di Bibbiano; Castello di Castelnuovo Tancredi; Castello di Castelrosi.
Confina con i comuni di: San Giovanni d'Asso, Monteroni d'Arbia, Murlo, Montalcino e Asciano.
Indice |
Biblioteche
- Biblioteca Comunale popolare, Via Soccini 32
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Associazione di Pubblica Assistenza di Buonconvento, Piazza Gramsci 5
- Pia Associazione di Misericordia, Via Soccini 17
Informazioni Utili
Memorie Storiche
Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così riporta:
BUONCONVENTO. Capoluogo con Pret. civ. di 2a Cl. e Distrib. post. di 4a Cl. Piccola ma bella terra posta presso l'Ombrone a due poste da Siena. Appartenne forse ai Guiglieschi, ma nel 1313 la dominarono i Senesi; allorquando l'Imp. Arrico III acerrimo nemico dei Guelfi vi morì di febbre non di veleno, come divulgarono i Ghibellini. Nel 1313 fu munita di mura; il loro recinto è quadrangolare; due sono le porte castellane, due le principali vie parallelle. La Via Regia romana, che lo divide in mezzo da porta a porta, è cinta di buone abitazioni. Su di essa è il Pretorio e la Pieve, nella quale sono dipinture della prima maniera senese, molto importanti alla storia dell'arte. In faccia alla chiesa è l'Oratorio di s. Sebastiano. Contigua ad esso è la casa del Comune con spedaletto, scuole pubbl. ed ospizio di Cappuccini. Sembra che la locanda annessa a Porta romana fosse l'antico convento che diè nome al Castello (V. Atl. Tosc.).
In Corografia dell'Italia (1832) così viene descritto il comune:
BONCONVENTO, borgo del granducato di Toscana, prov. di Siena, 17 miglia a scirocco da Siena, sopra un alto ed ameno colle, ai di cui piedi scorre l'Ombrone, tra Buonbitacolo e Torrinieri. Vi si contano circa duemila abitanti. Il suo territorio abbonda di cereali, di gelsi e di ulivi, ma soprattutto di viti che danno ottimi vini. Nelle storie del medio evo acquistò nome per esservi morto nel 1313 l'imp. Enrico VII avvelenato, dicevasi, dal suo confessore Poliziano da Montepulciano, frate domenicano, di parte Ghibellina: delitto difficile a provarsi, ma che non ostante i Domenicani, soltanto 30 anni dopo, ottennero il decreto d'innocenza da Giovanni, re di Boemia, figlio di quell'imperatore.
