GUIDA Saliceto
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Foto Saliceto: 2012, 2009, 2008 |
Saliceto è situato nel Piemonte, ai confini con la Liguria, in Provincia di Cuneo. Il 10 agosto si festeggia il Patrono, San Lorenzo. Tra gli edifici religiosi: Parrocchiale di San Lorenzo; Chiesa di Sant'Agostino; Chiesa di San Martino (in località Lignera). Da Vedere: Castello di Saliceto.
Confina con i comuni di: Camerana, Montezemolo, Gottasecca, Cengio e Cairo Montenotte.
Indice[nascondi] |
Dove Mangiare
- Trattoria Locanda Torino, Via Lignera Soprana, 7
Biblioteche
- Biblioteca Civica, Via dei Fossi - presso la Croce Rossa salicitese
Volontariato, Onlus e Associazioni
- Asilo Infantile Scuola Materna Don Salvatico, Piazza San Lorenzo, 1
Bibliografia
- Saliceto, il nostro paese: frammenti di arte e di storia, Augusto Pregliasco, Guido Araldo, Gigi Gallareto; Omega Edizioni (1999)
Memorie Storiche
Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1848) Goffredo Casalis così descrive il comune:
Saliceto (Salicetum), com. nel mand. di Monesiglio, prov. e dioc. di Mondovì, div. di Cuneo. Dipende dal senato di Piem., intend, prefett. ipot. di Mondovì, insin. di Ceva, posta di Monesiglio. Sta sulla destra sponda del Bormida occidentale, a levante di Mondovì, da cui è discosto quindici miglia. Di miglia quattro è la sua lontananza dal capo di mandamento. Gli sono unite diverse borgate, che si chiamano del Bormida, della Costa, del Mor, di Lignara, di Rovereto. Il territorio è coerente con quelli di Camerana, Gottasecca, Carretto, Brovida, Cengio, Montezemolo.
Le più considerevoli sue strade, dichiarate comunali, sono due, ma ambedue in cattivo stato, e solo praticabili a piedi e a dosso di muli; la prima detta della Valle tende da un lato alla riviera di Genova passando per Millesimo, Cengio, e dall'altro al Piemonte passando per Camerano, Monesiglio, ec.; la seconda scorge al capo luogo di provincia per Montezemolo, e Ceva: di due miglia è la lunghezza di entrambe.
Il Bormida divide quasi per metà il territorio di Saliceto ove non si tragitta che col mezzo di strettissimi ponti in legno, o su malfermi pedali. Ha la sua sorgente in Bardineto, bagna Calizzano, Murialdo, Millesimo, Cengio, Saliceto, Camerana e Monesiglio, tocca varii altri paesi, e finalmente mette capo nel Tanaro al di sotto di Alessandria; abbonda di pesci d'inferior qualità, ed anche di alcune anguille. Due sono le colline, che costeggiano la valle del Bormida ove sorge questo villaggio: dalle medesime distaccansi varie collinette che vengono a terminare in vicinanza del fiume. Sulla collina che si aderge a levante si veggono due rialti, uno chiamato Pil, l'altro Sjcuzi; da quest'ultimo si scuopre la vallea dell'altro Bormida, che passa al Cairo, e poi al Dego.
I prodotti principali di Saliceto sono il frumento. la meliga, le uve, e la foglia de' gelsi, di cui si fa una ricolta assai abbondante; a tal che notevole è il guadagno cui forniscono al paese i molti bozzoli. Di poco rilievo è il prodotto delle castagne. Si tengono bestie bovine, ma solo pei bisogni dell'agricoltura. Si mantiene un certo numero di pecore, ma con lieve profitto dei terrazzani. Pei trasporti delle derrate a Ceva, Millesimo, e Savona vi si mantengono alcune bestie da soma.
La chiesa parrocchiale è di costruzione non moderna, a tre navate, di cui è assai grande quella del centro: più piccole sono le due laterali: accanto all'altar maggiore esistono due ampie cappelle: bello ne è il coro; bella ne è pure la sagrestia: il campanile ha bisogno di esser ristaurato. Questa chiesa, sotto il titolo di s. Lorenzo martire, fu fatta fabbricare per la massima parte dall'eminentissimo cardinale Carlo del Carretto, il cui nome si vede scolpito sovra la porta maggiore: ma essendo egli stato tolto ai viventi, mentre se ne eseguiva la fabbricazione, fu questa condotta a termine dalla comunità. La facciata ne è tutta di pietre lavorate; oltre la porta grande ve ne sono due laterali, contornate di pietre scolpite a disegno.
Due altre chiese trovansi in Saliceto, cioè quella della confraternita dei disciplinanti sotto il patrocinio di s. Agostino, ed una che è propria delle consorelle umiliate sotto il titolo di s. Elisabetta. Davanti a questa chiesa vedesi una piazza dell'estensione di mezza giornata. Qua e là nel territorio veggonsi rurali tempietti. Il nuovo cimiterio giace nella prescritta distanza dall'abitato. Nel centro del villaggio sta un antico castello, già posseduto dai feudatarii, il quale divenne proprietà del sig. Cesare Barberis.
Alli 9 di agosto si tiene una fiera, detta di s. Lorenzo: vi accorrono molti abitanti dei paesi circonvicini, massime per le contrattazioni delle bestie bovine. Saliceto ha il privilegio di fare tre mercati in ogni settimana nei giorni di mercoledì venerdì e sabbato, ma da parecchi anni questi mercati al tutto dicaddero.
Gli abitanti sono robusti, come lo sono pressochè tutti quelli degli altri paesi della Langa: mancandovi strade per cui si possano applicare con loro vantaggio al traffico, attendono quasi tutti all'agricoltura.
Cenni storici. Questo villaggio ebbe il nome dai molti salici, di cui era ingombro il luogo, ove sorse. Da prima Saliceto venne fabbricato sulla collina che chiamasi della Margarita; una parte del fabbricato appellavasi Borgoforte, e l'altra situata in poca distanza denominavasi Borgovero: dacchè i saraceni di Frassineto distrussero quei due borghi posti in sito elevato, i terrazzani si edificarono novelle case nel luogo ove di presente si trova.
Saliceto era cinto di un grosso ed alto muro, e munito di varie torri: vi si aveva l'accesso per sole due porte, munite l'una e l'altra di un ponte levatojo. Di presente più non vi esistono che due di quelle torri, ed alcuni avanzi della muraglia.
In un diploma del 967 dato a favore della chiesa di Savona, questo paese vien detto Salecito; in un altro a pro del marchese Aleramo, che è dell'anno medesimo, trovasi indicato col nome Salesedo; ed in alcune copie di quest'ultimo diploma sta scritto Salocedo. I marchesi Bonifacio ed Enrico, tra le cose, cui donavano (1197) per la fondazione della canonica di Ferrania, si noverano molti beni posti nell'agro di Salexedo.
Agli 8 di aprile dell'anno 1252 il marchese di Savona Giacomo Del Carretto ricevè in feudo da Ossa de Caneva podestà d'Asti il luogo di Saliceto, dopo avergliene fatta la sottomissione. Bartolomeo de Saliceto interveniva al general parlamento monferrino, convocato nel 1379 nel castello di Moncalvo dal duca Ottone di Brunswich, tutore del marchese Gioanni di Monferrato, figliuolo del marchese Ottone II.
Nella divisione fattasi dai primi marchesi del Carretto toccò questo luogo a Corrado signor di Millesimo, che lo sottomise al comune d'Asti. In progresso di tempo passò al ramo dei Del Carretto che possedeva il feudo marchionale di Bagnasco.
Nel 639 trovandosi governatore del forte castello di Saliceto il capitano Buttino da Ceva, vennero ad assediarlo gli spagnuoli con cinquemila fanti, e mila cinquecento cavalli, ed essendosene impadroniti sul principio di marzo di quell'anno, lo agguagliarono al suolo per vendicarsi della morte di D. Martino d'Aragona, uno dei più prodi capitani dell'esercito ispano, che vi era stato ucciso da un colpo di moschetto.
Il feudo di Saliceto dai marchesi del Carretto era passato ai Damiani di Priocca.
Nel 1796 l'esercito francese sotto il comando di Bonaparte generale in capo, dopo essersi impossessato del castello di Cosseria venne in gran parte a stabilire il suo quartiere generale in Saliceto, e vi rimase alcuni giorni. Anticamente in questo luogo stava per lo più una piccola guarnigione di quindici uomini di truppa leggiera. Sotto il cessato governo francese vi stanziava una brigata di gendarmi, e vi risiedevano un giudice, ed un percettore delle contribuzioni. Di presente più non evvi altro uffizio che quello del consiglio comunale.
Nativo di Saliceto fu Alessandro Grignoli, che coltivò con buon successo la letteratura, e la poesia latina nella seconda metà del secolo XVI: alcuni suoi epigrammi latini in lode del saluzzese Gioanni Barbetto si leggono nel libro che ha per titolo: Compendium totius logices D. Joannis Baptistae Barbeti, salutientis... Aug. Taurinorum, apud Petrum Gaydetam, 1598, in 8.°
Popolazione 1712.