GUIDA  Torre Bormida

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Foto Torre Bormida:
2012, 2009, 2008

Torre Bormida è situato nel Piemonte in Provincia di Cuneo. Il 15 agosto si festeggia il Patrono, Santa Maria Assunta. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale dell'Assunta.

Confina con i comuni di: Cravanzana, Cortemilia, Castino, Levice, Feisoglio, Bosia e Bergolo.

Dove Mangiare

  • Ristorante Pizzeria 2000, Via Umberto Maddalena, 21

Biblioteche

  • Centro documentazione della Comunità montana Langa delle Valli Bormida e Uzzone, Via Umberto Maddalena, 10

Memorie Storiche

Nel Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale (1853) Goffredo Casalis così descrive il comune:

TORRE BORMIDA (Turris ad Burmiam), com. nel mand. di Cortemiglia, prov. dioc. di Alba, div. di Cuneo. Dipende dal magistrato d'appello di Torino, intend., trib. di prima cognizione, ipot. d'Alba, insin. e posta di Cortemiglia.

Trovasi sulla sinistra sponda del Bormida occidentale a scirocco d'Alba, da cui è distante dieci miglia.

Gli sono aggregate quattro frazioni, cioè: Pietra, Fossata, Villaretti e Scaravassio.

Delle sue strade comunali una, verso levante scorge a Cortemiglia; un'altra verso ponente conduce a Cravanzana; una terza a scirocco guida a Bergolo; una quarta verso mezzodì tende a Gorzeno ed a Levice. Torre Bormida è distante un miglio e mezzo da Cortemiglia, due da Gorzegno e da Levice, ed un solo miglio da Cravanzana e da Bergolo.

Vi esistono le vestigie di un antico castello presso al capoluogo del comune, verso mezzanotte, in sito basso anzi che no.

Il fiume Bormida bagna i confini di questo territorio, e lo divide da quello di Bergolo. Esso è attraversato da un ponte, che anticamente era tutto in pietra, e venne poi per metà costrutto in legno: è proprio dei comuni di Torre e di Bergolo. Le acque del Bormida vi contengono in copia quagliastri, barbi, murene, anguille, gamberi, ed eziandio alcune lontre ed anitre selvatiche.

Vi si aderge la collina denominata Langa di Feissoglio e Niella: pressoché alle falde di questa collina siede Torre di Bormida: le vie ne sono ristrette ed incomode, ed appena praticabili nella bella stagione da bestie aggiogate. È popolata di castagni che forniscono frutta di buona qualità, ed in notevole abbondanza: a certi intervalli essa verdeggia pure di quercie e di pini.

Gli altri prodotti sono il vino in ragguardevole quantità, che vi riesce eccellente per la posizione aprica dei vigneti, che vi si coltivano con particolar diligenza. Vuolsi osservare che si fa tutto nero e di una qualità sola, colle uve, cui gli abitanti chiamano dolcetto.

Il territorio è mediocremente fecondo di grano e di meliga: i legumi non vi fanno buona prova a cagione dell'aridità e secchezza del terreno argilloso, esposto ai pieni raggi solari.

Le sue chiese sono la parrocchiale di mediocre grandezza, un'altra ad uso di confraternita e due chiesuole nell'estensione del territorio, fra le quali una che più non viene uffiziata.

Gli abitanti sono in generale robusti, dediti per lo più all'agricoltura, ed alcuni al traffico.

Cenni storici. Questo luogo già spettante agli antichi liguri Stazielli, fece poi parte del contado albese Pompeiano. E' una delle terre, di cui l'imperatore Ottone I nel suo diploma del 967 fece donazione al grande marchese Aleranno.

Fu poi feudo con titolo marchionale dei Del Carretto consignori di Bergolo, che risiedevano in Alba. Venne con titolo signorile ai Cermelli, Cicogna, Sforza di Milano, eziandio consignori di Bergolo: lo ebbero in appresso i Fresia del luogo di Menusiglio consignori di Bergolo e Castino; i Saraceni del villaggio di Cortemiglia; ed infine i Vaschi conti della Bastìa.

Popolazione 482.