GUIDA Arezzo
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Versione delle 15:16, 22 nov 2007
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Arezzo è situato nella Toscana, ai confini con l'Umbria, ed è capoluogo della omonima provincia. Il 7 agosto si festeggia il Patrono, San Donato di Arezzo. Tra gli edifici religiosi: Cattedrale di San Donato; Santuario Madonna del Conforto; Pieve di San Donnino a Maiano. Da Vedere: Anfiteatro Romano; Fortezza Medicea (sul colle di San Donato); Palazzo Albergotti o delle Statue.
Confina con i comuni di: Subbiano, Castiglion Fibocchi, Anghiari, Capolona, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Monte San Savino, Monterchi, Laterina, Marciano della Chiana, Cortona, Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina.
Indice |
Vie e Piazze
Percorrendo Via della Setaria si arriva a Piazza Grande che ospita numerosi edifici: il palazzo del Tribunale, il palazzo della Fraternità dei Laici, il Palazzo delle Logge ed una bella fontana.
Attraverso il Corso Italia, via principale della città, si arriva alla Pieve di Santa Maria.
Da Piazza della Libertà che ospita il palazzo del comune, si percorre la via Ricasoli e la via Sassoverde per arrivare alla Chiesa di San Domenico. Da Via San Domenico, voltando a sinistra si raggiunge la Casa del Vasari e percorrendo via Laurentino il Museo d'Arte medioevale e moderna.
Il centro storico ospita Piazza San Francesco con la chiesa dedicata al santo.
Passeggiando per Via Garibaldi si giunge alla chiesa della SS. Annunziata e da Piazza Sant'Agostino, attraverso via Margaritone e via Crispi si arriva all'anfiteatro romano (su parte di esso fu eretto un antico monastero, oggi sede del Museo archeologico Mecenate).
Teatri
Libera Accademia del Teatro, Politeama Universale, Teatrino di via della Bicchieraia e Teatro Petrarca
Attività
Informazioni Utili
Come Arrivare 
Biblioteche 
Associazioni
Bibliografia
- Storia civile e religiosadi Arezzo in età medicea (1500-1737), F. Cristelli (1982)
- Arezzo. Guida storico artistica, A. Tafi (1978)
- Immagini di Arezzo, la città oltre le mura medicee e il territorio comunale, A. Tafi (1994)
- Arezzo. Guida della città, A. Brilli, Ed. Edimond (2001)
Memorie Storiche
Attilio Zuccagni-Orlandini nel suo Indicatore topografico della Toscana granducale (1856) così riporta:
AREZZO. Nobilissima e bella città vescovile, capoluogo di Compartimento ove risiede il Prefetto ed un Delegato. Ha un Tribunale di 1a Istanza e due Pretori civili e criminali di 2a classe, dei quali uno esercita la propria giurisdizione entro le mura, l'altro nel territorio comunitativo suburbano. Vi è un Ministro esattore del Registro, un Uffizio di Conservazione delle Ipoteche, la Dogana, l'Azienda del Sale e Tabacco, una Direzione postale, un Ingegnere in capo di 2a classe e un Ingegnere di Distretto di 1a classe. Contava questa città nel 1845 9750 abitanti, e 10955 nel 1855.
La sua Cattedrale è una delle più belle d'Italia: gli ultimi ingrandimenti ad essa fatti presentano una riunione di lavori dei più valenti artisti moderni. L'antichissima Pieve possiede il sontuoso altare del Vasari sotto cui riposano le sue ceneri, ed è decorata di belle pitture. Tra i molti oggetti di belle arti meritano osservazione quelli delle Chiese delle Derelitte, della Trinità, di s. Croce; di s. Margherita e dell'Annunziata, dello Spirito Santo e di s. Maria in Grado. Il palazzo pubblico e molti altri di particolari sono riccamente ornati. Nelle case Rossi e Racci sono due pregevoli musei. E ricco di oggetti etruschi è quello formato nelle sale attigue alla Biblioteca. Questa è situata nel grandioso edifizio della Fraternita, ove risiede anche il Tribunale di 1a Istanza. La contigua piazza, ove sorge la statua in marmo di Ferdinando III, è fiancheggiata da maestose logge, sotto le quali trovasi il pubblico teatro, ed in vicinanza la Prefettura, già palazzo Ludomiri. Lo Spedale è vasto, comodo e ben regolato. Nel Collegio ricevono educazione fisica, morale ed istruttiva oltre ai 70 convittori. Per l'educazione delle fanciulle esistono tre Conservatorii. (V. Atl. Tosc.).
C'è anche una voce sull'acquedotto:
ACQUEDOTTI DI AREZZO. Mancando questa città, come tante altre, di publiche Fonti, furono allacciate copiose sorgenti in un poggio brevidistante, e si diè mano a un acquedotto nel 1354; ma quell'opera riesci inefficace fino al 1600, quando l'ingegnere fiorentino Santi di Pagni seppe condurre le acque in città in acquedotto sorretto da archi, che le portano in copia presso la vasca della piazza maggiore.
