GUIDA Modena/Storia
Storia
In principio era una zona paludosa, dove sorgevano le Terramare, villaggi di palafitte circondati dall'acqua.
Arrivarono poi gli Etruschi, ai quali si deve l'origine del toponimo Mutuna che sembra derivare dalla parola "Mutna" che in etrusco indicava un tumulo o una sepoltura.
I Romani tramutarono poi il nome in Mutina, ed è a loro che si deve lo sviluppo della città, sopratutto grazie alla costruzione della Via Emilia. Mutina era un importante centro della Gallia Cisalpina di cui fu anche capitale. Nel 43 a.c. si svolse la "guerra di Modena" la città che era occupata dalle truppe di Marco Decimo Bruto, console designato della Cisalpina, fedele alla Repubblica, fu stretta d'assedio da Marco Antonio che contendeva a Bruto il comando della provincia. Il Senato inviò truppe in soccorso dei repubblicani capeggiate dai consoli Irzio e Panza, questi ultimi persero entrambi la vita nei combattimenti. Arrivò poi l'esercito di Ottaviano, i sostenitori della Repubblica ebbero infine la meglio e Antonio tolse l'assedio alla città, ma si incontrò tra Modena e Bologna con Ottaviano e Lepido, i tre stipularono quì un accordo di potere spartendosi le provincie roname e gettando le basi per il futuro impero.
Il centro della città romana sorgeva più ad est rispetto a quello attuale, più o meno nella zona dove adesso si trovano Largo Garibaldi e il Parco delle Rimembranze. Una importante testimonianza di quell'epoca è la Preda Ringadora un grosso blocco di marmo che si trova in Piazza Grande, che nei secoli ha avuto varie funzioni, una delle quali era quella di pulpito da cui si poteva arringare la folla. Chi giunge a Modena per la Via Emilia proveniendo da Bologna, all'incrocio con la tangenziale trova una rotonda di recente costruzione in cui è stata posta una copia dell' Ara di Vetilia, un monumento funebre di epoca romana rinvenuto in zona durante lo scavo delle fondamenta di un palazzo, l'originale si trova esposto al Museo Lapidario Estense.
Caduto l'Impero Romano, iniziò un periodo buio per Modena che patì varie alluvioni, la più disastrosa avvenne nel VIII secolo, qaundo gli abitanti furono costretti ad abbandonare la città, fondandone una più ad Ovest la Città Nova, nel luogo dove oggi sorge la frazione "Cittanova". Nell'anno 891 Modena fu rifondata nella posizione attuale.
Tra il 1076 e il 1115 la città faceva parte dei possedimenti di Matilde di Canossa, in quell'epoca, (1099) iniziarono i lavori di costruzione del Duomo.
Tra il 1126 e il 1288 Modena fu un libero comune, spesso in lotta con la rivale Bologna. Come testimonia la lapide che si trova nella frazione Fossalta nei pressi di una vecchia stazione di posta, che ricorda un fatto d'armi tra Modenesi e Bolognesi, passato alla storia come la battaglia della Fossalta.
Nel 1289 iniziò per la città il periodo delle signorie, in quell'anno arrivarono per la prima volta gli Estensi.
Tra il 1311 e il 1328 a dominare furono i Bonaccolsi. Risale a quell'epoca la battaglia di Zappolino (1325) dove i Modenesi sconfissero i Bolognesi e come bottino di guerra tornarono con la celebre secchia rapita, questo episodio è descritto dal Tassoni nell omonimo poema.
Nel 1336 tornarono gli Estensi, che rimasero, salvo alcune brevi parentesi, fino all'unità d'Italia. Nel 1598 gli Este sono costretti a lasciare Ferrara che torna sotto il dominio del Papa e la capitale del ducato viene spostata a Modena. Nel 1629 diventa duca Francesco I, di cui si conserva un celebre ritratto opera del Velasquez presso la Galleria Estense. Sotto il suo dominio inizia la costruzione del Palazzo Ducale. Nel 1658 sotto Francesco II nasce L'Università. Il 1746 è l'anno di quella che è passata alla storia come la vendita di Dresda, per far fronte al dissesto finaziario dello stato estense, il duca Francesco III vendette un centinaio di preziosi dipinti della collezione privata degli estensi ad Augusto III di Polonia, queste opere si trovano tuttoggi nel museo di Dresda. Nel 1796 l'esercito di Napoleone entra a Modena e il duca Ercole III è costretto a fuggire a Venezia. Gli Estensi tornano in città nel 1814 con Francesco IV, in quest'ultimo periodo il ducato subirà molto l'influenza austriaca, dato che il duca Ercole III era morto senza eredi maschi e la figlia Maria Beatrice sposò Ferdinando d'Asburgo, da quel momento la casata divenne d'Asburgo-Este. Il 3 febbraio 1831 Ciro Menotti organizza l'insurrezione sperando nell'appoggio del duca, che secondo alcuni storici avrebbe in un primo momento favorito il tentativo menottiano sperando di diventare lui il futuro sovrano d'Italia. Ma Francesco IV viene meno alla parola data, probabilmente per diretto intervento dell'Austria e Menotti viene arrestato e successivamente condannato a Morte. L'ultimo duca Francesco V lascia definitivamente Modena nel 1859.
Nel 1860 si tiene il Plebiscito e i Modenesi votano per l'annessione al Regno del Piemonte.
Il XX secolo cambia di molto il volto della città. Fino ai primi del '900 modena era cinta da una cerchia di possenti mura che verranno abbattute tra le due guerre, ed era solcata in direzione Sud - Nord da molti canali, anche questi ultimi sono stati coperti, ma costituiscono tuttora il sistema fognario del centro città. Dei canali rimane testimonianza nella toponomastica, alcune delle strade prendono il nome del canale che ricoprono, come Corso Canalgrande, Corso Canalchiaro, Via Canalino, Via Modonella, Via Cerca. Le strade erano strette ed anguste, tra fine '800 e primi '900 vengono aperti alcuni spazi, come Piazza Mazzini che venne costruita al posto del ghetto ebraico. Nel 1923 il Vescovo Mons. Natale Bruni fece costruire la Chiesa di San Giuseppe, nota come "il Tempio" a ricordo dei caduti modenesi nella guerra 15-18.
Nel 1929, Enzo Ferrari crea la sua scuderia, inizia così la gloriosa avventura di quelle che diverranno le automobili da corsa più famose del mondo. Al "Drake" cui era già stato intitolato il parco che sorge dove fino agli anni '70 c'era l'autodromo, ora la città ha dedicato un museo che verrà inaugurato nel dicembre 2011.
Il 29 novembre del 1938, l'editore modenese Angelo Fortunato Formiggini, perseguitato dal regime fascista perchè di origine ebraica, si suicida gettandosi dalla Ghirlandina, per protestare contro il varo delle leggi razziali.
La mattina del 22 aprile 1945 i partigiani liberano Modena dall'occupazione nazista, al pomeriggio i primi cari armati angloamericani entrano in città e la trovano già liberata. Il 29 marzo 1947, a ricordo dei sacrifici della popolazione e della lotta partigiana durante la II guerra mondiale, la città di Modena viene insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Il 9 gennaio 1950, la polizia carica i manifestanti che chiedevano la riapertura delle Fonderie Riunite, 6 operai rimangono uccisi.
Nel 1997, l'Unesco, dichiara Duomo, Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità.
Il 6 settembre 2007, muore Luciano Pavarotti, ai funerali celebrati in città sono presenti decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.