GUIDA Ronco Canavese
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Foto Ronco Canavese: 2012, 2009, 2008 |
Ronco Canavese è situato nel Piemonte, ai confini con la Valle d'Aosta, nella Provincia di Torino. L'ultima domenica di luglio si festeggia il Patrono, San Giusto. Tra gli edifici religiosi: Chiesa Parrocchiale di San Giusto.
Confina con i comuni di: Locana, Sparone, Traversella, Valprato Soana, Ingria, Pont-Canavese, Ribordone e Cogne.
Il comune fa parte del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Storia
Come altri borghi del canavese si sviluppò nell'alto medioevo, fra X e XI secolo, anche se le prime tracce archivistiche che ci sopraggiungono e che citano il toponimo sono abbastanza tarde e risalgono alla fine del XV secolo. D'altronde le cronache medievali ci informano della parrocchia a partire dal 1280.
L'area ronchese fu sotto le potenti famiglie canavesane dei Valperga e dei San Martino; queste valli erano poste in una posizione di confine fra l'area d'influenza di casa Savoia e del marchesato di Monferrato. I primi ne approfittarono per impossessarsi del canavese a seguito dello scoppio della rivolta dei Tuchini: nel XV secolo Amedeo VII, detto il conte rosso, si era definitivamente impossessato anche della val Soana, la cui storia seguirà d'ora in poi, quella dei Savoia.
Ronco Canavese è il comune più grande di tutta la val Soana. Gli artigiani di queste valli erano famosi ed apprezzati e girovagavano fra Piemonte, Svizzera e Francia. Le attività più rinomate delle maestranze ronchesi includevano i calderai, i vetrai e gli spazzacamini.
Nell'Ottocento si sviluppò l'attività estrattiva del rame, presso la famosa miniera in località Castellaro/Crest che in seguito chiuse.
Tutto il territorio, inoltre, era dedito alle attività agropastorali: questa parte della valle è, infatti, disseminata delle tipiche case rurali valdostane: i rascard.
Strategicamente, inoltre, la valle era fondamentale. Si sviluppavano varie fortificazioni ed è possibile imbattersi in varie casa-forti, come quella in località Tor, veramente ben conservata.
Con lo sviluppo delle moderne industrie, però, l'importanza della attività artigiane ronchesi è venuta meno; il comune è stato soggetto ad una drammatica crisi di spopolamento che ha portato i valligiani ad abbandonare questi borghi per lavorare nelle fabbriche fordiste della pianura e lasciando a Ronco solo una esigua minoranza di persone dedite alle attività agropastorali tradizionali. Si è passati, così, dalle 3240 unità censite nel 1911 alle 377 del 2001.
In questi borghi si parla l'occitano.
Da Vedere
In località Castellaro/Crest vi è l'antica rameria del 1675, con struttura a lose e in pietra. Il complesso era costituito da una fucina grande, adibita alla lavorazione del rame, e da una fucina piccola utilizzata soprattutto per la lavorazione del ferro, ma anche del carbonile. L'opificio era utilizzato per produrre i manufatti utilizzati dai famosi calderai della val Soana, ma fu probabilmente brevemente riconvertita all'uso militare durante il periodo napoleonico. Dal vicino torrente fu ricavato il canale industriale che raggiungeva direttamente l'opificio per azionare la macchine attraverso l'energia idraulica. L'importanza di questa rameria risiede nel fatto di essere stata una delle prime officine che, grazie alle energie dell'acqua, avrebbero trainato la rivoluzione industriale dell'Italia che partiva proprio nelle regioni d'Italia del Nord-ovest. La sua gloriosa storia finì nel 1950; anche se l'acme della produzione fu toccato all'inizio nel Novecento.
Nella stessa località è il delizioso Santuario del Crest: si tratta di una tipica hallenkirche alpina. Molto grazioso l'interno: tutto il catino absidale, con volte a crociera di impianto gotico, è affrescato con delle pitture tardobarocche dai convincenti effetti luministici: con cornucopie, ghirlande e fiori in tromp l'oeil.
Vicino al santuario si trova la Fontanin rinomata per le sue acque diuretiche.
Nel capoluogo Ronco è la chiesa parrocchiale di San Giusto: documenti ne attestano l'esistenza a partire dal 1280, quando fu costruita per sostituire la precedente parrocchia di Sant'Orso di campiglia Soana. San Giusto, rimaneggiata nei secoli, conserva al suo interno una preziosa pala raffigurante la Madonna pellegrina in Egitto. La chiesa conserva alcuni pregiati arredi sacri barocchi mentre l'altare maggiore fu terminato nel 1811.